3. Amo scrivere e... fantasticare

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Non ci posso credere. Non solo Jimin ha parlato di me a quel ragazzo di nome Kim Namjoon, ma mi ha addirittura organizzato un appuntamento con lui per domani. Domani! Io davvero... se non fosse il mio migliore amico credo che l'avrei già preso a scarpate.

Ormai lui se n'è andato e sono di nuovo da solo in camera mia, a pensare a ciò che è appena successo.

Domani esco con un ragazzo che non ho mai visto in vita mia. Jimin mi ha mostrato una sua foto e in realtà non è stato un bene, perché quel Namjoon è davvero carino e io, in confronto, mi sento una nullità.

Ho paura, okay? Mi sembra che il cuore possa balzarmi fuori dal petto da un momento all'altro e non è una bella sensazione. A volte provo cose simili quando mi vengono in mente idee geniali per le mie storie e in quei casi mi piace davvero da morire sentirmi così vivo. Adesso no, adesso è diverso.

Fra poche ore è il quattro novembre. Magari la mia vita cambierà, magari sarò felice al fianco di una persona che mi capisce e mi sostiene, magari potrò dire di aver trovato l'anima gemella.

Ma dai, chi credo di prendere in giro? Sono patetico. Non succederà.
Di sicuro quel Kim Namjoon è come tutti gli altri, quindi non ha senso illudersi.

Con un'alzata di spalle torno nel posto dove mi sento pienamente libero e felice: la mia mente, il mio nido di sicurezze, la mia preziosa fantasia.

Kim Taehyung.

Un sorriso incurva le mie labbra, che altrimenti formano quasi sempre una linea dritta.

Mi sembra già di scorgere lo scintillio dei suoi occhi luminosi. Serro lentamente le palpebre, così da riuscire a immaginarlo in tutto il suo splendore. Lo vedo che mi sorride e che agita una mano per salutarmi.

Riapro gli occhi e mi do dello scemo. Invece di sviluppare le idee per la mia nuova storia, sto pensando a un personaggio inesistente e sto immaginando che possa vedermi.

Che stupidaggini.

Eppure quel sorriso e quegli occhi sembravano così reali...

Devo ammettere che a volte la mia fantasia mi sorprende: non sempre riesco a visualizzare immagini, nella mia mente, in modo così nitido e vivido da confonderle con la realtà.

Sorrido e, dopo aver speso qualche altro minuto ad ammirare quel sorriso raro e perfetto e quel volto dai lineamenti principeschi, spengo la luce e mi metto a dormire.

**************

Sono le quattro del pomeriggio e sono seduto su una panchina in un piccolo parco cittadino. Mi stringo le mani in grembo e osservo le persone che camminano in entrambe le direzioni, a pochi metri da me.

Sembrano tutti affaccendati, così tanto da non potersi permettere di perdere nemmeno un secondo delle loro frenetiche esistenze.

Nessuno si guarda attorno. Nessuno mi nota. Sono praticamente invisibile.

Tutto sommato mi va bene. Non voglio che le persone mi notino, perché sono convinto che mi troverebbero alquanto ridicolo.

Sto sudando e ho il cuore che batte all'impazzata. Vorrei alzarmi e fuggire, ma so che non posso.

Sto aspettando quel Kim Namjoon con il quale Jimin mi ha organizzato un appuntamento e continuo a guardare i volti della gente e ad aspettarmi di vedere il suo.

Infine arriva, con qualche minuto di ritardo, così mi alzo in piedi e gli sorrido frettolosamente.

Lui è molto più alto di me, più di quanto avessi osato temere, e questa cosa mi agita non poco. Mi sento piccolo, inutile e sbagliato.

“Ehi” dice Namjoon, grattandosi la nuca per l'imbarazzo.

Ci credo, come può non essere imbarazzante avere a che fare con uno come me?

“Ciao” sussurro. “Io sono Yoongi”.

“Questo lo so”. Sfoggia un bellissimo sorriso che gli mette in evidenza le adorabili fossette. “È un piacere, Yoongi. Io sono Namjoon. Jimin ti ha raccontato come ci siamo conosciuti io e lui?”.

“Mi ha detto che frequentate entrambi il corso di fotografia organizzato dalla scuola”.

“Proprio così. Comunque, vuoi che ci incamminiamo verso un locale o preferisci andare da qualche altra parte?”.

Gli dico che mi va bene il locale, anche perché non saprei cos'altro proporre.

Camminando, io e Namjoon ci scambiamo qualche frase di circostanza, poi lui mi elenca i posti migliori dove andare per mangiare un boccone e bere qualcosa. Alla fine ne scegliamo uno non troppo lontano.

Ci sediamo all'aperto, al limitare di una piazzetta non troppo frequentata. Prima che possa rendermene conto siamo uno di fronte all'altro e aspettiamo che un cameriere arrivi e prenda i nostri ordini.

Mi sembra di essere in un film e forse il motivo è che questo è il mio primo appuntamento.

Lo so, starete di sicuro ridendo di me. Diciassette anni e ancora nessuna uscita romantica?
Beh, cosa vi aspettavate?

Ma non dovete compatirmi, sempre che non abbiate già iniziato a farlo. Sono sempre stato benissimo, da solo con le mie fantasie, senza persone in carne e ossa che potessero desiderare frequentarmi.

È per questo che adesso, davanti a un ragazzo carino come Namjoon, mi sembra di essere in un film e stento a credere che una persona abbia voluto uscire con me. Probabilmente Jimin l'ha costretto o, anche se così non fosse, appena tornato a casa si darà dell'idiota per aver accettato di uscire con Min Yoongi.

“Ti piace la cioccolata calda?”.

Torno alla realtà e fisso Namjoon sbattendo più volte le ciglia, confuso.

“Ehm, sì”.

“Allora prendiamoci due cioccolate calde, dato che l'inverno è vicino”.

Dopo aver speso qualche istante a studiare il volto del ragazzo seduto di fronte a me, annuisco e faccio un respiro profondo per placare l'agitazione che pervade il mio corpo.

“Come hai detto prima, io e Jimin frequentiamo un corso di fotografia organizzato dal nostro liceo e per questo ci è capitato di scambiare qualche parola. Devo dire che siamo subito diventati amici. Non appena ha saputo che mi piacciono i ragazzi e che sono single, mi ha detto che doveva assolutamente presentarmi un suo grande amico, perché era convinto che fossimo perfetti l'uno per l'altro. Ripensandoci adesso, il tutto è alquanto imbarazzante” rivela Namjoon, per poi puntare i gomiti sul tavolino e intrecciare le dita davanti al viso, forse per cercare di nascondere il tenue rossore che gli ricopre le guance.

Sorrido e mi appunto mentalmente che anche Taehyung dovrebbe arrossire ogni tanto, perché sarebbe ancora più adorabile.

“Ti piace la fotografia, quindi?” domando, per non far morire la conversazione.

“Moltissimo. I miei genitori non mi hanno mai permesso di frequentare un corso, perché i soldi non abbondano a casa nostra, ma non appena ho saputo che la nostra scuola aveva organizzato un'iniziativa del genere, di sera e a un prezzo vantaggioso, sono riuscito a convincerli.
Sono felice di imparare la tecnica migliore per ottenere begli scatti. Non ho particolari ambizioni; voglio soltanto divertirmi e coltivare la mia passione”.

“È una bella cosa”.

Devo dire che questo Namjoon sembra una persona davvero semplice e genuina. Non è altezzoso, non è arrogante e non segue la massa. Per me queste sono già caratteristiche fantastiche e se in questo momento mi proponessero di diventare suo amico, sono sicuro che accetterei più che volentieri.

“Tu hai qualche passione?”.

Chino il capo e mormoro: “Amo scrivere e... fantasticare”.

Non so bene il perché, ma mi ha sempre imbarazzato ammettere che amo fare questo genere di cose. Forse ho semplicemente paura del giudizio altrui.

Namjoon, però, mi sembra una persona aperta e gentile. Anche se probabilmente mi sbaglio e presto riderà di me, per il momento voglio fidarmi di lui.

Aggiungo un altro dettaglio alla caratterizzazione del mio personaggio, Taehyung: non deve giudicare dalle apparenze.

You Aren't Real || TaegiWhere stories live. Discover now