1 - Charlie

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Avevo otto anni quando scoprii che era tutta colpa mia. La vita dei miei genitori, la loro separazione, lo sguardo di sdegno di mio padre. La mia famiglia separata. Io e mia madre andammo via di casa. Da allora sono passati quattro anni, e non ho rivisto più mio padre e i miei fratelli, anche se credo che ora mi odino, e posso capirli. Cioè, è comprensibile che lo facciano, che in tutti questi anni non si siano mai fatti sentire o abbiano cercato di contattarci.

Attraverso l'ultimo isolato e mi trovo davanti la S. High School. C'è un afflusso di studenti che sciamano in ogni direzione all'uscita di scuola e molti mi guardano come per chiedermi da dove mi sia perso. Non è la mia scuola, ho da poco iniziato la seconda media, ma sono venuto qui con un obiettivo ben preciso. Qualche studente più grande mi spinge per sbaglio chiedendomi scusa per non avermi visto, qualche ragazza ridacchia e io abbasso subito lo sguardo imbarazzato. Prima che possano aggiungere altro mi dirigo verso il parcheggio dietro l'istituto e sbircio da dietro un muro.

Eccolì lì, i miei fratelli. Sono insieme a un gruppo di loro amici, saranno ragazzi di terza come James o seconda come Elijah. James si è fatto accendere una sigaretta da un altro ragazzo appoggiato alla sua auto ed Elijah sembra che lo stia rimproverando.

Mi ci sono voluti sei mesi per trovarli. Ho ricercato le superiori più vicine alla mia vecchia casa, e quando finivano le mie ore di lezione correvo all'uscita delle scuole segnate e mi appostavo per ore trovando di tanto in tanto il coraggio di chiedere ad alcuni ragazzi se conoscessero i miei fratelli. Alcuni mi hanno risposto con battute sarcastiche che non sono riuscito a capire, altri con rabbia e altri mi ignoravano. C'era chi faceva solo spallucce o scuoteva la testa, ma era sempre disagiante chiedere informazioni. Ho fatto questo per ogni scuola che ho visitato. Per quelle che erano troppo lontane da arrivare a piedi, prendevo l'autobus, e per evitare di mancarli all'uscita, mi appostavo tutto il giorno saltando la mia. Quando finalmente arrivai alla S. High School, mi bastò chiedere al primo ragazzo che fermai, mi disse subito di conoscerli. Li avevo trovati! E  a quanto sembra sono parecchio famosi qui, ma è comprensibile, i miei fratelli sono sempre stati fantastici.

Loro sono grandiosi, ricordo quando mi insegnarono ad andare in bici o a nuotare al lago insieme. Restavamo svegli fino a tardi a guardare film nascosti in camera, anche se io crollavo sempre dal sonno. Sono i miei fratelli, sì, ma ho paura di avvicinarmi. Non li ho più visti da quella mattina, quando mamma mi portò via di casa mentre loro erano a scuola. Gli voglio bene, e so che se mi vedranno e mi diranno di andarmene perché ho diviso la famiglia e ho rovinato le loro vite, gli vorrò bene ancora. Ma non ho il coraggio di affrontare uno scenario del genere.

Mi mordicchio l'unghia in preda al nervoso, faccio lunghi sospiri per calmarmi. Vorrei almeno avvicinarmi e assicurarmi che stiano bene, che Elijah non abbia più attacchi d'asma o che James non faccia ancora a botte con chi gli sta antipatico, ma non posso. Ho i piedi inchiodati a terra, è più di una settimana che li spio all'uscita di scuola e aspetto che salgano in macchina per andarsene. Mi dico sempre che oggi avrò il coraggio di parlargli, ma poi la parte codarda e fifona che c'è in me prende il sopravvento e non mi permette di farlo. Piano piano sono riuscito ad avvicinarmi abbastanza da distinguere i lineamenti dei loro volti, sorprendendomi all'inizio di vederli così grandi e maturi. Elijah era sempre stato basso, nonostante i quattro anni di differenza con me io ero quasi alla sua altezza, ma ora è altissimo, è il più alto del gruppo, perfino più alto di James. Io sono rimasto basso, magro e deboluccio, di certo se mi vedessero sarebbero delusi.

Una ragazza nel loro gruppo seduta a terra a gambe incrociate fa esplodere dalle labbra una bolla di gomma da masticare e alza appena lo sguardo dal cellulare. Ha i capelli in due crocchie laterali e sono fucsia, blu e rosa. Sono bellissimi, mi ricordano un arcobaleno. I suoi occhi però mi trovano e mi punta con un dito. - Il piccolo stalker!

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now