Mi volto e inizio a correre a perdifiato. Mi inizia subito a mancare l'aria, ma non mi fermo, neanche quando la ragazza mi dice di farlo e un tizio dai capelli rosso fuoco mi urla ridendo che chiameranno la polizia.

Una volta in zona sicura mi appoggio a un muro e mi accascio su di esso cercando mi riprendere fiato. Sono sudato e ho il cuore che mi batte fortissimo. Non credo che i miei fratelli mi abbiano visto, sono velocissimo a voltarmi e andare via, un vantaggio nell'essere il più giovane, ma mi sento di nuovo un codardo. Avevo la possibilità di parlargli, chissà cosa mi avrebbero detto dopo quattro anni, come si sarebbero avvicinati a me. E se mi avessero ignorato?

Mi si inumidiscono gli occhi e cerco di scacciare via quel pensiero. Mi alzo con le gambe che mi tremano ancora leggermente e mi dirigo a casa.

——

Io e mia madre abitiamo in un mini appartamento in un locale quasi fuori città. Le strade qua sono sporche, poco illuminate e ci sono sempre ubriaconi e barboni in giro. Arrivo nella mia strada e accelero quando un vecchietto che sballonzola con la ridarella mi dice di andare da lui. Cerco di ignorarlo, lo fa ogni volta che lo incontro e mi fa paura.

Infilo velocemente le chiavi nella serratura e salgo al terzo piano. Qui non c'è un ascensore, e le scale puzzano di pipì di gatto e fogna. Mi fermo davanti la porta di casa mia, i vicini urlano come sempre. Sono marito e moglie, e non sono mai andati d'accordo da quando ci siamo trasferiti qui l'anno scorso.

Sento qualcosa che sbatte nel loro appartamento. - E allora vattene se tanto ci tieni a farlo! - sbotta Vincent, il marito.

- Certo, con i soldi a quattrini che guadagni mi posso permettere di comprarmi la villa dei miei sogni! - Gloria ha la voce forte, e nonostante la voce di Vincent sia tuonante, quella di Gloria si sente sempre più chiaramente.

- Non sei mai soddisfatta, donna!

Lei gli urla qualcos'altro sul conoscere prima il significato di essere uomo e io infilo la chiave nella porta. Entro in casa. Non abbiamo il diritto di lamentarci, tutti in questo palazzo urlano o hanno un comportamento indecente, noi non siamo da meno. Siamo solo un altro tassello inserito nel posto giusto.

Guardo l'appartamento, queste mura diventano sempre più strette. Il pavimento sta marcendo, i lati della casa hanno la muffa e i muri sono scheggiati. La carta da parati che una volta doveva essere di un bel giallo brillante, è diventata di un giallo spento, opaco, davvero brutto. Butto lo zaino nella mia stanza, piccola come la casa, le altre stanze sono solo la camera di mamma, il bagno e un minuscolo sgabuzzino. La sala soggiorno comprende anche la cucina da un lato e un tavolino di fianco con tre sedie.

Ritorno di là e inizio a sistemare casa. Anche se non posso fare nulla per il lavandino che perde o la muffa nei muri, posso tenere la casa nelle migliori condizioni possibili. Butto i panni sporchi di mamma che sono sparsi sul divano e a terra nella lavatrice, la carico e pulisco il bagno. In cucina sistemo le stoviglie e lavo a terra. Anche se l'ho fatto ieri, ho bisogno di tenermi impegnato, non voglio pensare a prima, ai miei fratelli, a quanto sono codardo. Stringo gli occhi, scuoto la testa e tolgo la polvere dai mobili. Non guardo sotto il divano.

Una volta terminato il tutto sospiro soddisfatto. A volte faccio finta che questa sia davvero la casa calda e accogliente che mi aspetta di ritorno da scuola, dove posso sentirmi a mio agio e senza preoccupazioni. Dura due minuti, poi smetto di sognare e vado in camera. Provo a studiare qualcosa, ma la mia mente continua a riportarmi a quando ero piccolo e papà mi stringeva forte e mi diceva che era fiero di me solo perché avevo preso una A a un compito di matematica. Ora deve odiarmi, e a matematica faccio schifo. Mi sento di nuovo pungere gli occhi e ho quella sensazione di stretta al petto. Non devo piangere, mamma odia vedermi piangere, e se iniziassi non finirei più. Provo a fare altro e leggo un libro, passano ore ed è il mio stomaco ad avvisarmi che è vuoto ed è ora di riempirlo con qualcosa.

Vado in cucina e sono quasi le nove. Farò bene a preparare la cena anche per mamma per quando rientrerà. Non sono bravo a cucinare, di solito i miei piatti consistono in pasta scotta o scatolette di tonno e piselli, ma la mamma non si è mai lamentata. Apro il frigo, ci sono rimaste due uova, del latte, del formaggio e uno yogurt aperto di tre giorni fa. Faccio una smorfia. Prendo le uova e cerco nella dispensa qualcosa da aggiungerci. Che novità, piselli! Meglio di niente e preparo la cena. Quando finisco di mangiare, incarto il piatto di mamma e lo lascio sul tavolo.

Decido di andare a letto, ma una volta sotto le coperte divento inquieto. Mamma non è ancora tornata, e se le è successo qualcosa? Mi mordicchio l'unghia nervoso, forse il vecchio ubriacone è riuscito a fermarla. Forse non tornerà più a casa e io continuerò a vivere da solo in questo posto spaventoso. Trasalisco quando sento un rumore provenire oltre il muro, i vicini hanno di nuovo ricominciato a scannarsi, ma almeno questo mi rassicura del fatto che non sia completamente solo, che c'è qualcuno dall'altra parte di questo muro, ma per qualche strana ragione ho di nuovo voglia di piangere. Mi manca casa mia, la mia stanza, il mio letto, i miei fratelli e il mio papà.

Sento un altro rumore e rimango sull'attenti, questa volta non posso sbagliarmi, è la porta del soggiorno. Mamma è tornata. Provo a sentire i rumori di lei che va in stanza, ma non sento altro. Mi alzo, e so che sbaglio, che dovrei rimanere a letto, fare finta di niente, ma è la mia mamma, quella che mi ha cresciuto e mi diceva di volermi bene prima che mi dicesse che era colpa mia. Ancora, la mia mente mi fa ricordare altro. A come quando c'erano momenti in cui guardava me e poi velocemente guardava papà come se temesse di essere scoperta di qualcosa. Avrei dovuto capirlo, ma ero troppo piccolo, non l'avrei mai capito, e ora che l'ho capito, è troppo tardi.

-  Ma-mamma? - entro nel soggiorno buio e accendo la luce. Mamma è a terra, seduta contro la porta e con gli occhi chiusi.

- M-mamma, fa-fa freddo a-a terra - le balbetto avvicinandomi, ma senza toccarla. Puzza di nuovo di alcool, come ogni volta che rincasa. - Vu-vuoi che ti p-prenda delle coperte p-per poter dormire su-sul divano?

Mamma sembra svegliarsi, raccoglie la borsetta al suo fianco per terra e me la lancia contro. - Non ti avvicinare.

Indietreggio scuotendo la testa per farle capire che faccio come dice e che sono bravo. Si mette le mani in faccia. - La mia testa.

Striscia con le gambe sul pavimento e poggia una mano sul divano. Raggelo guardando l'altra mano a terra, vicino all'oggetto sotto il divano. Dipende da che stato si trova, e in questo momento non mi sembra furiosa. Ma i miei occhi non smettono di seguire ogni suo gesto, e quando la vedo farsi forza per sedersi sul divano ritorno a respirare. Vado in camera mia e dall'armadio prendo un'altra coperta e ritorno in soggiorno. Non mi avvicino per dargliela, rimango davanti a lei, impalato, aspettando che sia lei ad accorgersi della mia presenza.

Si stacca la mano dalla fronte e mi strappa la coperta con forza. - Vattene, l'ultima cosa che voglio adesso è vederti - mi dice sprezzante come sempre.

Annuisco e ritorno in camera spegnendo la luce. Mi incarto ancora più stretto nelle mie coperte e ripenso a questa giornata. Non è stata poi così male. Ho visto i miei fratelli che sembravano stare bene, la casa ha assunto un'aria pulita e fresca, e mamma non si è arrabbiata con me. È andata bene, va tutto bene. Sto bene.

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N.A.

Saluti, miei friends, sono qui per presentarvi la mia nuova storia. Se siete qui dopo aver letto "Punto di rottura" potete immaginare il genere che vi aspetta. La contrapposizione delle due facce di una stessa medaglia: la famiglia. Per quanto può salvarti può anche distruggerti. Nelle mie storie cerco sempre di puntare ai sentimenti che legano i protagonisti, alle emozioni che provano e che ci trasmettono. Non ho idea se la mia storia vi piacerà o meno, se la troverete troppo forte o noiosa. L'ho scritta con un messaggio da trasmettere e spero che possa essere compreso. Vi auguro di cuore una buona lettura.

La vostra Toffee Lin ❤️

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now