CAPITOLO 15

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IL VAMPIRO PIÙ SADICO 


La giornata passata aveva portato con sé un soffice strato di neve. Per quanto la trovasse bella era impossibile muoversi nel più assoluto dei silenzi quando i suoi stivali vi affondavano ed aveva una certa fretta addosso. Passò da un tetto ad un altro, scendeva nei vicoli quando i palazzi avevano troppi piani per essere scalati. Muovendosi nell'oscurità più totale raggiunse l'agenzia del distretto quattro. Si fermò sul palazzo accanto e sistemò perfettamente la sciarpa sul viso, liberi erano solamente i suoi occhi. Saltò in basso e si affacciò sulla strada principale. Allertò tutti i sensi ma non percepiva alcuna forma di potere. Osservò bene i dintorni ma sembrava non esserci nessuno. Strinse i denti ed aprì la porta dell'agenzia tenendosi pronta per sentire l'aura vuota e opprimente di Vezil Dănești. Al contrario di quanto si aspettasse, però, nulla le arrivò. L'atrio aveva le luci spente come sempre a quell'ora ma del Principe neanche l'ombra. Possibile fosse arrivata a conclusioni troppo affrettate? Appese il cappotto all'attaccapanni lì accanto. Con o senza non faceva alcuna differenza, le spade si sarebbero notate anche tenendolo ma almeno non le sarebbe stato di impedimento. Avanzò verso l'ufficio e spalancò la porta a vetri trovando seduto comodamente su una sedia il motivo di agitazione di Marx, quest'ultimo dietro la scrivania a fissarlo a braccia conserte con aria più che diffidente. Il cliente dai capelli neri era un vampiro, lo sentiva dal formicolio sulla pelle oltre che dalla morte che lo avvolgeva come un manto. Era antico, forse quanto Aurelius, l'ex proprietario del Lunaroșie. Nel momento in cui voltò il viso verso di lei, dovette farsi violenza per non mostrare nulla e reprimere anche il brivido che le era corso per le scapole. Una cicatrice spessa e traslucida gli sfigurava un volto altrimenti bello. Gli marchiava la pelle del lato sinistro in maniera raccapricciante, persino il labbro sembrava teso in una sorta di ghigno perenne. Strano che avesse ancora salvo l'occhio. Eppure, non fu quello ad intimidirla, tanto l'aria sadica che trasudava.

<<Ti presento il signor Dimitru. Dimitru, lei è una cacciatrice della mia agenzia. Come da te richiesto è arrivata.>> fece le presentazioni Marx rompendo il silenzio.

Ariadne notò anche che non aveva dato del "lei" al cliente, di conseguenza lo conosceva e purtroppo, per l'aria ancora carica di tensione, non era una buona conoscenza a quanto poté constatare.

<<Vedo che i tuoi cacciatori sono sempre impressionanti ma costei non la conosco. Credevo avresti chiamato il killer dei vampiri.>> parlò con voce rauca e volutamente maliziosa. Sì, anche Ariadne se lo sarebbe aspettato in verità. Di norma, quando si trattava di clienti soprannaturali, Marx aveva sempre preferito Walter a lei.

<<Mi asterrei dal giudicarla, fossi in te. I miei cacciatori sono sempre impressionanti, come hai ben detto.>> tagliò corto il lican mentre il vampiro non batté neanche ciglio.

Quest'ultimo prese ad osservarla con aria meditabonda mentre il ghigno divenne ancora più inquietante, la squadrò da capo a piedi con una lentezza disarmante. Non vi era desiderio in quegli occhi neri come pozze di petrolio. No, vi era curiosità ma non solo, v'era sfida, derisione ed una scintilla immotivata di divertimento. Ma che razza di vampiro era quello? Che chiunque gli avesse lasciato quella cicatrice avesse anche danneggiato qualche collegamento neuronale? La stava mettendo a disagio, talmente tanto che avrebbe voluto fargli una gemella sulla parte buona del viso per togliergli quell'espressione sadica dalla faccia. Talmente tanto che la bramosia che covava la stava pregando di iniziare a giocare vedendo in quella creatura un divertimento assicurato. Ma voleva spiazzare quel maledetto vampiro che sembrava godere del suo disagio. Si mosse sinuosamente verso la seduta ancora libera, sfiorò col polpastrello del medio lo schienale imbottito sino ad aggirarlo per sedersi sul bracciolo accavallando le gambe. Tamburellò con le unghie sul manico del bokken posto sul suo fianco destro non smettendo un solo attimo di fissarlo dall'alto e giocare al suo stesso gioco. A pochissima distanza da lui. Tutto ciò senza fiatare neanche una volta. Quello era il suo territorio, non si sarebbe fatta intimidire dal primo vampiro che arrivava, tantomeno da uno leggermente sociopatico che godeva del malessere che causava a chi gli stava intorno.

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⏰ Dernière mise à jour : Nov 17, 2022 ⏰

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