CAPITOLO 3

7 1 0
                                    

ARIADNE 

L'INCONVENIENTE DEL GIORNO 



Si svegliò prima dell'alba al suono della sveglia, erano solamente le sei e mezzo del mattino. Con almeno sole tre ore di sonno, si alzò e andò a spostare le tende dal finestrone della sua camera. Anche se il cielo era ancora buio la città si era già destata. Passò la lingua sui denti, i canini resi affilati e leggermente più lunghi del normale a causa della trasformazione scesero ancora di più fino a graffiarle le gengive inferiori. Ruină Roșie era più organizzata per i Circoli della Notte che racchiudevano tutta la popolazione sovrannaturale, il vampirismo era conosciuto dalla maggior parte degli abitanti umani, ma purtroppo erano ancora presenti parecchi conflitti. Era stata allestita una Banca del Sangue che fornisse plasma trattato e congelato ai redivivi così che non andassero in giro ad ammazzare gente anche se molti di loro preferivano di gran lunga quello umano ed usavano prelevarlo a loro insaputa con la soggiogazione. Ariadne si era sempre astenuta. Non sarebbe mai diventata un mostro che sfruttava le persone, anche su quello avrebbe potuto dire di essere stata graziata da chissà cosa con l'ambiguità della trasformazione che aveva subito. Andò in cucina e ne prese una sacca versandone una parte in un calice. Era totalmente insapore essendo per metà artificiale, ma avrebbe colmato la sua fame per quella giornata. Era uno dei tanti motivi per cui si era decisa a partire e avrebbe sempre ringraziato Nadja per averle concesso quella possibilità. Ripulì con la lingua i canini superiori e inferiori, altro regalino da parte di Drake. Quando i suoi sensi vampireschi si svegliavano, anche i canini inferiori diventavano vere e proprie zanne, uno spettacolo macabro. Presto sarebbe dovuta uscire, le lezioni all'Accademia di Arti Occulte sarebbero iniziate presto. Era l'unica facoltà realizzata appositamente per coloro che volevano avere a che fare con i Circoli della Notte, offriva corsi serali integrativi alle normali frequenze di un'università principale e, per chi volesse proprio specializzarsi nel campo, dei corsi completi di durata annuale. Era anche un modo di inserire la popolazione sovrannaturale nel mondo diurno e venire allo scoperto, per cui molti degli studenti non erano umani. Si vestì pesantemente, nonostante il gelo e il freddo dell'inverno non facessero che giovarle per la sua temperatura alquanto inusuale per un qualsiasi umano. Dopotutto, era un essere a sangue freddo. I mesi gelidi erano il suo toccasana. Ma andare in giro a maniche corte sarebbe risultato fin troppo strano; perciò, si era dovuta adattare alla mondanità. In bagno si posizionò dinanzi lo specchio per inserire le lenti colorate. Il rosso rimaneva coperto ma, se mai i suoi istinti si fossero rivelati, avrebbe potuto far ben poco per quella sfumatura anomala. Fortunatamente, riusciva a controllarli quasi come spegnere ed accendere un interruttore.

~

Arrivò in perfetto orario dopo quasi mezz'ora di metro. Eh sì, Ruină Roșie essendo più grande aveva anche la metropolitana, molto più comoda dei mezzi pubblici. Purtroppo, il Campus universitario non era centrale, ma risedeva nel distretto cinque, nella parte bassa della città. Erano un insieme di edifici imponenti, quasi una mini-città nella città stessa. Nulla a che vedere con le università di Minunea Roșie anche se la capitale aveva corsi più prestigiosi. L'ingresso presentava una grossa arcata in marmo con inciso un libro ed una pergamena. Si accedeva alle varie facoltà tramite un giardino al cui centro vi era una quercia secolare. I palazzetti erano tutti intorno ad esso ed ogni indirizzo era ben indicato sulla placca metallica attaccata all'entrata di ciascuno. L'Accademia di Arti Occulte era di nuova giurisdizione e le avevano riservato una palazzina di soli due piani situata leggermente distante dalle altre, in un giardino molto più piccolo annesso al primo da una stradina di sanpietrini. Attraversò il prato costeggiandolo sul percorso apposito mentre tantissimi studenti le correvano intorno. Lì nessuno prendeva mai a soffermarsi troppo sul suo aspetto. Nessuno la indicava per il rosso acceso dei suoi capelli, nessuno rimaneva atterrito dall'aura vuota e maligna che una volta aveva emanato come una fiaccola. Inoltre, nessuno la conosceva. Tra i tanti studenti, lei non era altro che un'anonima studentessa come loro. Nulla di più, nulla di meno. Dopotutto, parecchi universitari erano umani eccentrici e non troppo ordinari, per cui era anche normale che vedesse ragazze dai capelli blu o verdi. Tinti, ovviamente. Lo stesso che avrebbero pensato dei suoi. Alcuni ragazzi erano fermi a chiacchierare nei pressi della quercia, altri avevano il passo veloce per l'inizio delle lezioni. Quando aveva iniziato a frequentare il Campus, il settembre passato, si era sempre chiesta a quale facoltà appartenessero, quali lezioni frequentassero, se c'era una specifica università di musica o un conservatorio. Prima di conoscere l'esistenza dei vampiri, prima ancora che la sua vita venisse stravolta, Ariadne era intenzionata ad iscriversi in un'università che le permettesse di continuare con la sua vecchia band e che potesse aprirle uno spiraglio nel mondo della musica o dell'arte. Ripensò a quelle ispirazioni e si sentì vecchia di cent'anni per quanto le sembrassero lontani quei momenti. La vecchia vita che ricordava sembrava essere appartenuta a un'estranea. Essendo quel che era poteva solamente scegliere tra due vie, cacciatrice di vampiri quale era nata per essere o prendere il suo posto tra i vampiri sanguepuro perché tale era il vampiro che l'aveva trasformata. L'istinto che a volte la dominava la spingeva verso la strada più oscura e malvagia, ma era sempre riuscito a tenerlo a bada. Come in quel momento. Ci erano voluti mesi prima che riuscisse a nascondere la propria aura del tutto. Aveva capito con l'esperienza che quest'ultima assumeva una forma di odore per i licantropi mentre per i vampiri era una sensazione, un brivido, un avvertimento così come accadeva per i cacciatori esperti. Solamente lei, a quanto aveva sperimentato e continuava a sperimentare, riusciva persino a vederne le sfumature, i colori, la profondità se vi si concentrava. Aveva imparato a nascondersi ad entrambe le specie sempre maggiormente finchè non era divenuta quasi invisibile ai loro nasi e alle loro percezioni. I primi tempi ci riusciva sempre per poco tempo ma allenandosi costantemente aveva sviluppato l'abilità di passare quasi del tutto da umana ed anche per una giornata intera. Nessuna aura dannata che l'avrebbe associata ad una vampira, nessuna aura inquietante e vuota che l'avrebbe identificata come una discendente di Basarab; era riuscita anche a nascondere la sua anima luminosa così che nessun essere sovrannaturale potesse mai scorgerla. Era il suo segreto più custodito. Che i vampiri e i licantropi pensassero che fosse una vampira, ma mai una Drăculești, mai che avesse mantenuto l'anima pura. Era troppo pericoloso. Soprattutto quando, forse, qualche vampiro della prima Metropoli poteva non essersi bevuto la storia che avevano raccontato su di lei. Che fosse morta poco dopo del suo Creatore quel sette luglio per le ferite riportate. Aveva passato altri mesi a Minunea Roșie dopo quella tragedia ma non aveva più varcato il quartiere dei vampiri, né loro lo avevano lasciato. Non avrebbe bruciato una copertura del genere. Non poteva permetterselo. Perciò, qualunque essere sovrannaturale avesse incontrato in quel Campus, poteva benissimo scambiarla per una semplice umana. Al massimo una rediviva trasformata da qualche anno. Le andava più che bene così. Sorpassò la mensa e la caffetteria tirando dritta verso l'Accademia. In quella parte del Campus gli studenti diminuirono di un terzo se non di più. La prima lezione era , l'aula era quasi vuota. Dopotutto, solamente chi voleva specializzarsi andava a seguire i corsi completi che racchiudevano una marea di storia antica su ogni singola creatura e corsi preoperatori. Ariadne si sedette alla seconda fila, ignorando completamente le occhiate di alcuni studenti. Umani alla prima impressione, ma comunque non percepiva alcun potere provenire da loro. <<Allora cari studenti, so che siamo appena tornati dalle vacanze di Natale ma mi farebbe piacere se avvertiste i vostri cari colleghi che le lezioni sono ricominciate e che questo corso va assolutamente frequentato per un'aggiunta al vostro voto finale.>> parlò il professore. Giusto, le vacanze natalizie. Le aveva completamente dimenticate, non festeggiava un Natale da tre anni buoni. C'erano o meno a lei non avrebbe fatto differenza, anzi, aveva lavorato per tutto quel periodo. Prese appunti per tutte e due le ore anche se si parlò solo delle ultime raccomandazioni per gli esami che avrebbe sostenuto il mese successivo. Verso mezzogiorno i cortili e i corridoi iniziarono a riempirsi. Da lì a qualche ora sarebbero iniziate le lezioni serali. Frequentava l'Accademia da solo un semestre e ogni giorno si era chiesta come stesse Rowan alla sua di università. Se i corsi le piacevano, come le erano andati gli esami, se si fosse già laureata. Purtroppo, quelle erano informazioni che non poteva più reperire. Mancava un'ora alla sua prossima lezione quindi decise di andare alla caffetteria che pullulava di studenti e non solamente umani sondando rapidamente le varie auree presenti. Spiccavano nella stanza come piccole e vaghe nebbioline. C'erano licantropi che scherzavano tra di loro, vampire che parlavano a gruppetti con dei comuni umani. Integrazione. Lì le varie specie erano integrate in un'unità. Una cosa che mai avrebbe creduto possibile. Una cosa che, prima, le sarebbe risultata sconcertante. Non soffermandosi troppo su nessuno e destare la loro attenzione, andò al bancone. Lì, c'era il solito ragazzo con le lentiggini e gli occhi nocciola. Alex le aveva detto di chiamarsi qualche tempo prima. Non poteva dimostrare più di Ariadne ma la pesantezza del suo sguardo lo tradiva.

PURA DANNAZIONE - LA GIUSTIZIA DELLA REGINAWhere stories live. Discover now