CAPITOLO 1

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ARIADNE 

NON SONO PIÙ UNA RAGAZZINA 



Ariadne aveva fatto del suo lavoro la propria vocazione, non il contrario. Era brava in quel che faceva, nelle vite che toglieva e nelle anime dannate che mieteva Un'eccellenza che portava al suo carissimo datore di lavoro fior di quattrini come quella notte. Concluso il suo ultimo lavoro affidatole tornò nell'ufficio di Marx. Aveva raggiunto quasi la quarantina e dirigeva i casi soprannaturali del distretto quattro. Aveva con sé due cacciatori di vampiri per quella parte della città. Il distretto cinque ne aveva tre dato era leggermente più grande. Per le esecuzioni riceveva direttamente gli ordini dal giudice, per gli altri casi minori aveva clienti sia umani che non. Ariadne si sedette sulla sedia girevole e incrociò le braccia fissandolo sorridente. Lui la riguardò e spense la sigaretta che stava fumando. Ah, era anche un accanito fumatore, un accanito palestrato... aveva un bel po' di vizi quel lican ma sapeva che ci teneva a lei, purtroppo. <<Che ci fai qui, Van Helsing? Non ho altri impegni per te e levati quel sorrisetto dalla faccia. La tua brama di sangue è inquietante.>> borbottò. Era un bell'uomo, capelli castano scuro, barba curata e fieri occhi color cioccolato. Inoltre, era abbastanza imponente dato che la sua percentuale dei guadagni li spendeva per palestre, attrezzi e forse steroidi, chissà.

<<E dai, Marx! Devo pagare le bollette di questo mese.>> mentì. Il fatto era che accadeva sempre così, ogni volta che le veniva dato il permesso di uccidere la bramosia del sangue la faceva impazzire e, se avesse potuto, non si sarebbe fermata. Non aveva più percepito la voce malevola della precedente Regina dei vampiri. La piaga che aveva provato a corromperle la mente prima che avvenisse la trasformazione. Eppure, tra le varie ragioni che avrebbe dovuto darle, su una aveva torto. Non era la perdita dell'anima che le rendeva folli. Ariadne aveva mantenuto la sua ma la vena di follia, a volte, la sentiva ancora sottopelle e, quando versava abbastanza sangue sovrannaturale, cercava di prendere il sopravvento su di lei. Gli episodi di pura mania distruttiva e sanguinaria non si erano più ripetuti, almeno non ferocemente come accadde anni prima. Così come la cupidigia, il potere che apparteneva al suo Creatore, non si era più manifestata a far fuoco e fiamme da allora.

<<Le bollette dovevi pagarle anche due settimane fa. Ti farò chiamare se ci saranno degli incarichi per te ma ora fila! È notte fonda e le ragazzine dovrebbero già essere a letto da un pezzo!>> la redarguì.

Ariadne rilasciò una risatina e si alzò, <<Non sono più una ragazzina. Neanche mi hai fatto gli auguri per i miei vent'anni se è per questo.>> lo rimproverò scherzosamente.

La guardò male, <<Odi che ti vengano fatti gli auguri, inoltre il mio regalo lo hai ricevuto con una chiamata ed un incarico fresco fresco pronto per la mezzanotte.>> borbottò.

Il sorriso malizioso si affievolì, <<Grazie per avermi mantenuta occupata.>> e lui le fece segno con la mano di levarsi di torno,

<<Piuttosto, domani non dovresti andare a lezione?>> la canzonò. Ariadne alzò gli occhi al cielo. <<Ti chiamo un taxi.>> ma prima che alzasse la cornetta, lo bloccò.

<<Sono una vampira ed una cacciatrice. E sono armata, Marx.>> lo fissò sollevando le sopracciglia.

<<Sarai anche quel che sei. Ma Nadja ti ha affidata a me ed è sempre grazie a me che hai potuto diplomarti dato che ho ricreato i tuoi documenti dal nulla per farti iscrivere. Non sempre basta essere una cacciatrice e una non-morta, mia cara! Ma poi, può mai una ragazzina andare in giro con due spade?!>> inveì subito dopo.

PURA DANNAZIONE - LA GIUSTIZIA DELLA REGINAWhere stories live. Discover now