CAPITOLO 7

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LUNAROȘIE 


Si guardò nello specchio del piccolo bagno dell'ufficio. Il vestito a bretelline, stranamente, le calzava come una seconda pelle nera e paillettata, lo scollo sul petto lasciava veramente poco all'immaginazione ma si era rifiutata di indossare i tacchi, non avrebbe potuto fare nulla indossandoli, neanche darsi alla fuga se ce ne fosse stato bisogno, così rimise i suoi stivali di pelle nera. Ricordò quando anche lei indossava quel tipo di vestiti per andare ai concerti e a suonare nei locali, eppure, osservando il suo riflesso non riusciva a riconoscersi. Assomigliava a quella ragazza che apparteneva alla sua vecchia vita ma non era lei, gli zigomi erano più affilati e marcati e le labbra piene e carnose ma quasi esangui, chiare. Solamente quando i suoi istinti si svegliavano arrivava un afflusso di sangue tanto da colorargliele. Chiuse gli occhi e si concentrò sul potere della propria aura. La dannazione mescolata alla purezza, un miscuglio di bramosia cremisi e luce argentea. Racchiuse il tutto a doppia mandata al centro del proprio petto sino a nasconderne anche la più piccola scintilla. Lasciò solamente che un piccolo languore caldo le avvolgesse il cuore. L'aura della sua anima era una forza sconosciuta ma aveva imparato ad usarla. Così, contò i secondi finchè il suo cuore ormai marcio prese a gonfiarsi e a contrarsi avvolto da quella minuscola ed impercettibile sfumatura di potere. Quell'organo che ormai avrebbe dovuto essere morto prese a battere e pulsare. Non sapeva per quanto tempo avrebbe potuto farlo, una parte della sua concentrazione doveva essere mantenuta su quel compito ma doveva apparire umana in tutto e per tutto. Dacché si stava per intrufolare nel covo più remunerato di vampiri, far percepire il suo battito avrebbe escluso qualsiasi dubbio sulla sua apparente umanità, nonché mostrale la vena pulsante sulla giugulare. Ravvivò i capelli che le scendevano lunghi e mossi coprendole metà schiena e riagganciò il crocifisso. Il potere era sotto controllo, se qualcuno le avesse voluto sondare la mente non lo avrebbe mai percepito. Comunque, avrebbe dato nell'occhio per il suo aspetto singolare ma era il massimo che potesse fare. Uscì dal bagno e trovò un'altra persona con Marx. Walter era seduto su una delle due sedie dinanzi la scrivania e i suoi occhi di un verde pallido erano puntati su di lei in quel momento. Aveva solo trentacinque anni ma molta esperienza alle spalle e un temperamento glaciale, lo ammirava seppur si guardasse bene dal dirglielo dato il suo ego già mastodontico. Era una macchina da guerra. Avevano lavorato insieme poche volte ma lei sembrava una bambina in confronto alle sue esperienze. Eppure, le portava rispetto per aver ammazzato uno dei discendenti originali. Era la sua grande aspirazione, una volta le aveva detto, più il vampiro era antico e potente, più aveva soddisfazione nell'ucciderlo, giusto per ampliare il suo curriculum. Puntava sempre in alto mentre l'obiettivo di Ariadne era solamente quello di lasciar sfogare la sua follia vampiresca ogni volta che poteva.

<<E chi mai lo avrebbe detto che l'avremo vista conciata così, eh Marx?>> commentò lui con voce divertita. Marx per poco non scoppiò a ridere.

<<Siete degli idioti, tutti e due. Possiamo andare per favore?>> si spazientì lei coprendosi col cappotto lungo.

<<La scusa per quei capelli?>> le chiese di routine Marx.

Ariadne sbuffò, <<Li ho tinti perché sono un'adolescente ribelle annoiata dalla vita.>> ripeté nella solita nenia, poi spostò lo sguardo sull'altro cacciatore, <<Piuttosto, hai qualcosa per me? Non posso portarmi le spade.>> Dopotutto era lui il suo commercialista d'armi di fiducia. Le serviva qualcosa? Gliel'avrebbe procurata nel giro di una giornata. Si chiese se non avesse anche un bazuca a disposizione o un lanciafiamme.

Walter si alzò con un movimento calcolato e all'apparenza noncurante, infilò le mani nelle tasche della sua giacca lunga e in pelle traslucida, <<Nulla, mia cara. Al nostro caro capo verrebbe un infarto se ti sapesse armata.>>

PURA DANNAZIONE - LA GIUSTIZIA DELLA REGINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora