Capitolo 4

1.3K 85 157
                                    

Il giorno successivo Harry si sveglia col rumore di qualcuno che bussa alla loro porta

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Il giorno successivo Harry si sveglia col rumore di qualcuno che bussa alla loro porta. Il post sbornia gli sta prendendo a pugni il cervello e vuole solo che quei colpi cessino all'istante.

Si ravviva i capelli che gli si sono appiccati sulla fronte e si avvolge velocemente in una vestaglia di velluto verde smeraldo, con le sue iniziali in argento ricamate sopra. Qualcuno ha ripreso a bussare proprio quando lui ha infilato le sue pantofole.

"Arrivo, arrivo... Un attimo dannazione", borbotta infastidito. La voce è comunque bassa perché non vuole che l'altra persona lo senta.

Apre la porta e davanti a lui c'è il bellissimo ragazzo moro che sta sempre appiccato a Liam Payne.

"Buongiorno. Sei Harry Styles?" Domanda educatamente lo sconosciuto. Lo guarda mesto quando si accorge che Harry non risponde perché è troppo impegnato a ricordarsi come si respiri e a tentare di non arrossire. Se ne sta in vestaglia, con i capelli sparati in ogni direzione e i segni del cuscino ancora sul volto davanti ad uno sconosciuto che ha l'aria di non sapere cosa significhi avere un capello fuori posto.

"Sì", risponde inarcando un sopracciglio nella speranza di darsi un tono. La voce roca di chi si è appena alzato dal letto. Tossisce un paio di volte nella speranza di schiarirsela.

"Io sono-"

"Sei l'assistente di Liam, giusto?" Lo interrompe. Il moro lascia cadere la mano che stava per porgergli lungo al fianco.

"Come?"

"L'assistente di Liam!" Ripete sbuffando. "Payne. Liam Payne. Ti sarà permesso chiamarlo per nome, no? Siete praticamente coetanei", osserva. Lui ha dato il permesso alla figlia della governante di farsi chiamare per nome in quanto coetanei, non pensava che Liam fosse così rigido.

"Oh!" Il ragazzo sembra illuminarsi. Congiunge le mani una sola volta e annuisce. "No, non mi è permesso rivolgermi al signor Payne chiamandolo per nome... E preferirei che usasse il termine cancelliere quando parla di me."

"Certo, scusami", dice lentamente Harry. "Perché sei qui, ad ogni modo?"

"Il signor Payne vuole pranzare con lei e Niall, oggi." Gli porge due buste che tiene elegantemente tra l'indice e il medio. Sulla prima spicca in una calligrafia elegante il nome di Niall, suppone che sull'altra ci sia il suo e le afferra. "Vi aspetta nelle sua stanza alle dodici in punto. Non tardate, oppure sì, non c'è niente di elegante nell'andare di fretta d'altronde."

"Indubbiamente", conferma Harry. "Ringrazia Liam da parte nostra e uhm", aggrotta la fronte indeciso sul da farsi. Si è appena svegliato con un assurdo mal di testa, non ha la più pallida idea di che ore siano – potrebbero essere le otto come le undici – e non ha idea di dove sia Niall. Inoltre l'unica cosa che ha voglia di fare oggi è tuffarsi nel suo letto e dimenticare la festa di ieri sera. "Dì a Liam che gli faremo sapere, okay?"

Golden CageWhere stories live. Discover now