«Sei testarda, come tua madre» continuò lei, con un leggero sorriso scaturito dal ricordo di mia madre.

Il mio si affievolì, ma non del tutto. Mi mancava mia madre, certo, ma il rapporto che avevo con mio padre era... unico.

Entrai in bagno e, dopo essermi fatta una rigenerante e rilassante doccia calda, indossai l'accappatoio e mi recai nella stanza. Corsi nella cabina armadio e provvidi a cambiarmi il più velocemente possibile. Scelsi un lungo abito nero con il collo alto; vantava di eleganti ricami rossi che andavano a decorarne il tessuto.

Indossai delle semplici décolleté nere, degli anelli per adornare le mie dita affusolate e infine degli orecchini d'argento pendenti. Presi la corona e mi diressi alla postazione trucco.

Schioccai le dita; i miei capelli si asciugarono e le ciglia si allungarono grazie al mascara. Osservai la vasta collezione di rossetti che possedevo.

«Non avrai mica intenzione di tenere di nuovo i tuoi capelli sciolti, vero?» domandò mia nonna avvicinandosi a me.

«Perché, non vanno bene?»

«Certo, ma io proverei qualcosa di un po' diverso. Ah, e per la tinta labbra ti consiglio il rosso, si abbina ai ricami dell'abito» suggerì, iniziando a trafficare con i miei capelli.

Nessuno prima d'ora mi aveva mai fatto un'acconciatura, tantomeno a mano. Quando ero piccola, mia madre utilizzava sempre la magia per prepararmi ogni mattina. Quando morì, di conseguenza, continuai a prepararmi da sola con l'ausilio dei miei poteri.

Non ero solita creare acconciature elaborate, ma dovevo ammettere che non mi dispiaceva sperimentare con qualcosa di diverso.

Presi la tinta rossa consigliatami da nonna Diane e la stesi delicatamente sulle mie morbide labbra.

«Che ne dici?» domandò la voce della donna dietro di me.

Alzai lo sguardo verso lo specchio davanti a me e vidi ciò che mi aveva fatto ai capelli. Erano perfetti. Aveva creato un elaborato ma elegante chignon che rendeva il mio viso più visibile.

Misi la corona sulla testa e mi guardai con maggiore attenzione allo specchio.

Mi piacevo.

«Sei meravigliosa, Edith. Semplicemente perfetta» affermò nonna, sorridendomi.

Mi voltai verso di lei e arrisi al sentire quelle dolci parole.

«Grazie, nonna» risposi prima di rimanere intrappolata nel suo caloroso abbraccio.

«Ora vai, ti staranno aspettando» mi incoraggiò per poi staccarsi.

E proprio in quell'istante vidi i suoi occhi bagnati dalle lacrime. Passai il pollice sul suo viso e le asciugai la gota.

«Ti voglio bene, nonna.»

«Anch'io, mia cara.»

La sorpassai e, accelerando il passo, uscii dalla mia stanza trovandomi Nathan davanti.

«S-Siete...» cercò di dire, guardandomi con le labbra schiuse e le sopracciglia alzate.

«Grazie, Nathan. Oggi è un giorno speciale» affermai lieta.

*

«Nathan, per oggi non ho programmi, giusto?» domandai uscendo dalla sala pranzo, dopo aver gustato una leggera colazione.

«Il consiglio ha appena richiesto un colloquio speciale. A quanto pare, hanno qualcosa da riferirvi.»

«Hai idea di cosa possa trattarsi?» indagai, cambiando direzione, e iniziai a incamminarmi svelta verso la sala riunioni.

Life Goes OnWhere stories live. Discover now