chapter twenty five

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La notte passò tranquillamente per i coniugi Scofield, un po' meno per il piccolo Mike che fu preda d'incubi riguardo l'incidente del padre: talmente spaventato all'idea di alzarsi e percepire l'effettiva assenza del padre da preferire di rimanere a letto, da solo nella sua stanza e di tenersi gli incubi per conto suo. Sara e Michael erano talmente esausti da non essersi svegliati nemmeno una volta nel corso della notte quando, in realtà, era una loro abitudine andare a controllare se Mike stesse bene nella notte. Si sentii sollevato quando, la mattina dopo, aprì gli occhi sentendo la voce di suo padre che lo incitava a svegliarsi.

"Ehi, campione.. devi alzarti." Gli sussurrò.

"Papà!!" Nemmeno il tempo di aprire gli occhi che Mike si mise a sedere e buttò le braccia intorno al collo di suo padre, stringendolo forte a sé. Per tutta la notte, ebbe il terrore di non vederlo più.

"Ehi, ehi.. va tutto bene..." Lo rassicurò Michael, stringendolo con un braccio e mettendogli una mano tra i capelli. Riusciva a percepire l'amore e la paura che sua moglie e suo figlio avevano di perderlo, ne era grato, ma odiava essere il responsabile delle loro brutte sensazioni, "Piccolo, va tutto bene.. papà è qui. Hai avuto paura??"

"Avevo paura di non trovarti più stamattina.." Ammise Mike, lasciando cadere le lacrime che Michael prontamente asciugò dal suo viso. Non sopportava di vedere lui o Sara piangere, soprattutto non per lui. Non sopportava il fatto di recargli ancora più dolore, come se quello vissuto negli ultimi sette anni non fosse abbastanza.

"Sono qui, non vado da nessuna parte.." Gli disse, accarezzandogli il viso. Conosceva bene la paura che sentiva Mike: lui la provava sempre da bambino, dopo la scomparsa dei suoi genitori, ogni volta che suo fratello usciva di casa e si metteva nei guai, quando l'ha visto andare sulla sedia elettrica, l'ha provato ogni giorno con Sara, quando ha creduto che fosse morta, o quando era in pericolo. Per Mike voleva qualcosa di diverso: voleva che suo figlio si sentisse al sicuro a casa con loro, che sapesse quanto fosse amato e che i suoi genitori avrebbero dato la vita per lui, ma soprattutto, voleva che non avesse mai paura la notte. Michael sapeva bene com'era passare le notti nella paura, terrorizzato da qualsiasi mostro reale o immaginario e non voleva che Mike vivesse così. Lui aveva Lincoln, quando era piccolo, che teneva lontani i mostri e lui voleva solo dargli quel tipo di sicurezza che lui aveva sempre provato con Lincoln.

"Devo prepararmi per la scuola.." Disse Mike, cercando di sfuggire dalla sua presa, sotto lo sguardo sospetto di Michael. Lui capì che suo figlio stava cercando di evitare i suoi sentimenti, che voleva sdrammatizzare, minimizzare e comportarsi come se niente potesse sfiorarlo, ma non era questo che Michael voleva. Nonostante vederlo star male lo facesse soffrire, Michael non voleva che suo figlio crescesse imparando a reprimere i suoi sentimenti: voleva che li esplorasse a fondo, che ne parlasse, che capisse che questa sensibilità non doveva essere una debolezza, proprio come suo padre.

"Ma No, no.. ehi.." Michael lo fermò, stringendogli le braccia, "Non fare così. Parla con me." Gli disse.

"Farò tardi a scuola.." Insisté Mike, di nuovo.

"Non importa. Questa è una cosa davvero importante, Mike... voglio che tu ne parli con me o con mamma. Sono qui per te, dimmi come ti senti."

"Sto bene, ho avuto solo paura..." Rispose Mike.

"Per via dell'incidente di ieri." Aggiunse Michael, "Ma noi ti abbiamo spiegato che è andato tutto bene e che è stato uno stupido incidente. Non ci credi?"

Safe Haven | Michael & Sara Scofield Where stories live. Discover now