chapter seven

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Giorno dopo giorno, in quella casa si respirava aria di tranquillità. Michael e Sara avevano finalmente ritrovato il loro senso d'intimità, si erano aperti l'un l'altro, Mike si stava abituando alla presenza di suo padre e aveva ricominciato a vedere i suoi amici. Tuttavia Michael stava soffrendo di un disturbo post traumatico da stress, diagnosticato dalla sua amorevole moglie. Sara lo osservava per gran parte della giornata, faceva attenzione ad ogni minimo movimento. Era preoccupata per lui, ma tranquilla al pensiero che lui avesse accettato di vedere un terapista. Sapeva che Michael era forte, era ancora l'uomo del quale si era innamorata sette anni fa, ma temeva che tutto ciò che avesse vissuto potesse creargli danni irreparabili, e lei non poteva sopportarlo. Sapeva che il suo amore non poteva guarirlo del tutto, realista com'era, e lo accettava.

Anche quella mattina, Michael si svegliò prima di tutti. Si girò verso sua moglie, che dormiva beatamente stretta al suo braccio. Non potè fare a meno di sorridere per la banalità di quel momento, ma che allo stesso tempo per lui era così speciale. Per anni aveva sognato di svegliarsi con lei al suo fianco, invece che con i suoi compagni di cella, ogni giorno.

Sentiva la sensazione costante di doversi guardare le spalle e si imponeva di rimanere in allerta tutto il tempo, come se la prossima minaccia potesse arrivare alle spalle da un momento all'altro.

"Hey.." Sara attraversò la cucina e raggiunse Michael, appoggiato al bancone, distraendolo dai suoi pensieri. Lui sobbalzò, ma fu bravo a nascondere tutto con un sorriso. Si allungò verso una tazza di caffè, mentre gli lasciava un bacio sulla spalla, come faceva sempre.

"Buongiorno.." Rispose lui, felice di vederla.

"Come mai sei già sveglio? Non riesci a dormire?" Gli chiese Sara, visibilmente preoccupata per il suo stato mentale. Ormai era la sua preoccupazione principale: non faceva altro che preoccuparsi per lui e per Mike.

"Già..." Ammise lui, accennando un sorriso.

"Potevi svegliarmi.. perché non lo hai fatto?"

"Non ce n'è bisogno." Rispose lui, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "E poi oggi sarà una giornata pesante, non potevo non lasciarti riposare. Tra il ritorno a scuola di Mike e il tuo ritorno al lavoro."

"Sono così agitata per Mike e il suo ritorno a scuola, mio Dio.. spero solo che vada tutto bene. Non voglio che gli succeda nulla, ne ha già passate tante.." Disse lei, passandosi una mano tra i capelli, in agitazione.

"Andrà tutto bene, vedrai.." Le disse Michael, cercando di confortarla. Percepì che sua moglie non si sentiva tranquilla, così si avvicinò e la strinse a sé. "Vieni qui." Mormorò, mentre Sara si stringeva intorno a lui. Negli ultimi sette anni si era abituata a prendere tutte le decisioni da sola, a fidarsi del suo istinto e a cercare conforto solo in se stessa. Rispettava le opinioni di Jacob, visto che la maggior parte delle volte erano contrarie alle sue, ma dava comunque retta al suo istinto, senza lasciarsi influenzare. Nonostante Jacob provasse a starle vicino e ad esserle di conforto, lei trovata conforto nel pensiero di Michael e di cosa avrebbe fatto lui o come avrebbe agito al posto suo. Negli anni aveva fatto di quel pensiero un mantra, che ormai non riguardava più solo crescere il loro bambino, ma come affrontare la vita di tutti i giorni.

Adesso invece tornava a sentirsi come prima: non era più da sola, aveva una spalla su cui contare e una persona che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. Si sentiva al sicuro con Michael al suo fianco, sapeva che insieme a lui tutto sarebbe andato a buon fine. Questa sicurezza la faceva stare bene, non si sentiva più sola.

Safe Haven | Michael & Sara Scofield Where stories live. Discover now