chapter fifteen

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La data del processo era ormai imminente, Michael e Sara erano sempre più agitati al riguardo. Stavolta, più delle altre volte, volevano che i loro problemi finissero per poter continuare la vita che stavano costruendo, ma sapevano che le cose per loro non sarebbero mai state facili. Hanno dovuto impararlo più volte, a loro spese. Michael si sentiva impotente, aveva giocato in maniera sporca per avere la sua libertà, pensava che se la CIA avesse deciso di non stare più dalla sua parte, avrebbero fatto in modo di dimostrare che il sangue mostrato come prova era degradato, o che i metadata delle foto dell'omicidio non fossero della data giusta, ma aveva fiducia del fatto che il loro odio verso l'uomo che li aveva traditi per sette anni fosse più forte. Sara, d'altro canto, continuava a tormentarsi di brutti pensieri: sentiva che Michael si stava allontanando. Conosceva suo marito, dal primo momento si è sempre sacrificato affinché lei o il loro bambino potessero vivere in pace, dunque si aspettava che anche stavolta avesse un piano di riserva per salvarli, ma che non avrebbe incluso lui, come sempre. E stavolta provava talmente tanta paura all'idea di perderlo da non riuscire nemmeno ad esporre il problema a voce, poiché non voleva renderlo reale. Non voleva credere che ci fosse la possibilità di perfetto di nuovo.

Quella notte Michael continuò a girarsi nel letto, agitandosi.. Sara ad un certo punto si svegliò e si girò immediatamente verso di lui.

"Va tutto bene?" Gli chiese, cercando il suo sguardo. La sua maglietta era sudata, il sudore gli copriva anche la fronte e Sara lo notò immediatamente. Successe spesso anche nei primi giorni di ritorno a casa: Michael si svegliava nel cuore della notte, disorientato e spaventato, e Sara lo calmava ogni volta. "Aspetta.." Sara si alzò per prendergli una maglietta pulita, mentre Michael faceva respiri profondi. Mentre Sara sparì nella cabina armadio, lui si alzò e cominciò a spogliarsi. Sara tornò con la maglietta in mano, chiedendosi cosa stesse facendo.

"Ho bisogno di fare una doccia.." Le disse, con la voce che tremava. Sara annuì e notò il suo stato di malessere, mentre faticava per raggiungere il bagno. Sara sospirò, stava male nel vederlo ancora così..

"Aspetta. Faccio io..." Lo seguì in bagno e lo aiutò a spogliarsi, visto che Michael non riusciva per via del tremolio e dell'agitazione. Sara sperava con tutto il cuore che quella fase sarebbe passata, ma invece stavano piombando di nuovo in quei problemi. Lo aiutò a spogliarsi e ad entrare in doccia, dove Michael aprì immediatamente il getto di acqua fredda, per cercare di riprendersi dal suo stato di malessere. Sara stava male nel vederlo così, avrebbe dovuto cancellare tutto il suo dolore. Si ritrovò con le lacrime agli occhi nel vederlo stare così male, si chiese come mai una persona così buona fosse destinata a portare tutto questo dolore nella sua vita. Pensò che, se proprio non poteva prendersi il suo dolore, allora lo avrebbero condiviso. Si spogliò anche lei in qualche secondo e lo raggiunse in doccia, abbracciandolo da dietro. Michael sussultò, probabilmente poiché non si era reso conto che Sara fosse ancora lì. "Shhh, va tutto bene... sono qui con te." Gli sussurrò, baciandogli alcuni punti delle spalle. Michael accettò quel contatto e si strinse alle braccia di Sara, che gli circondavano i fianchi. Rimase lì sotto l'acqua fredda a fare respiri profondi, tra le braccia di Sara, che pregava silenziosamente che prima o poi sarebbe tornato tutto come prima.

Passata quella nottata, ne seguì una giornata abbastanza normale a casa Scofield: si svegliarono, Michael portò Sara a lavoro e Mike a scuola, tornò a prenderli, cenarono insieme e misero Mike a dormire. Nonostante la giornata sembrò normale a loro occhi, Sara si stava facendo logorare dai suoi pensieri e Michael continuava a sentirsi impotente. Entrambi non avevano alcun controllo su quella situazione, ed era una cosa che odiavano.

Safe Haven | Michael & Sara Scofield Where stories live. Discover now