Safe Haven | Michael & Sara Scofield

chapter two

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Sara si sentiva strana quella sera. Era felicissima per questo ritorno alla normalità, ma allo stesso tempo si sentiva in allerta per la situazione tra Mike e Michael. Sapeva che i due avevano solo bisogno di tempo, e che prima o poi questo sarebbe diventato solo un ricordo lontano. Si sentiva disgustata all'idea di aver permesso a quell'uomo di rovinarle la vita. Ogni oggetto di quella casa le ricordava che le aveva mentito per anni, che per colpa sua Michael è stato umiliato, torturato e massacrato per anni.

Una volta ordinata la cena, Sara andò di sopra su per avvisare Mike e Michael di scendere. Trovo Michael in piedi sulla porta della camera di Mike, che lo osservava attraverso la porta socchiusa. Il suo cuore sembrò fermarsi, era un'immagine così bella. Michael sembrava un angelo che vegliava sul loro bambino, pronto ad intervenire in caso di pericolo. Michael continuava ad osservarlo, non riusciva a credere di essere finalmente tornato dalla sua famiglia. Per Sara era surreale vedere questa immagine davanti a sé: pensò che finalmente Mike aveva conosciuto il suo vero padre, che in tutti questi anni non ha fatto altro che lottare nell'ombra per lui e per loro. Pensò che Michael avrà finalmente la possibilità di raccontare a suo figlio tutte le avventure che ha vissuto, e tutto ciò che ha fatto affinché loro due potessimo essere liberi. Anche se lui ha pagato il prezzo più alto.

"Hai paura che possa perdersi sotto il tuo naso?!" Lo schernì Sara, avvicinandosi a lui e incrociando le braccia al petto. Michael era grato per il sarcasmo di Sara, che rendeva tutto meno drammatico. Le rivolse un sorriso accennato, molto forzato. E lei lo notò.

"Non so come comportarmi con lui, non riesco ad abituarmi ad averlo così... vicino." Le spiegò. Sara sapeva benissimo cosa Michael provava in quel momento, perché per lei era la stessa cosa. Voleva gettarsi tra le sue braccia, ma voleva anche rispettarlo e aspettare che lui fosse pronto. Non poteva immaginare quali traumi avesse subito negli ultimi anni. "So che darei la vita per quel bambino, ma non so da dove iniziare a fare il padre." Abbassò il viso. "Forse perché nemmeno io ho avuto il migliore degli esempi, giusto?" Le chiese. Entrambi non erano stati fortunati con i loro rispettivi genitori, Michael soprattutto. Nonostante ciò, loro due erano perfetti per riparare a quegli errori. Nessuno dei due avrebbe mai permesso all'altro di ripetere quegli errori, loro sono erano decisi ad essere i genitori migliori possibili per Mike, dandogli tutto quello che loro non hanno mai avuto. Sara conviveva con la paura costante di morire giovane, come sua madre, e di lasciare Mike con un solo genitore. Michael pensava di aver abbandonato suo figlio esattamente come i suoi genitori hanno fatto con lui. E il senso di colpa lo mangiava vivo. Non li avrebbe mai lasciati volontariamente. Lo ha fatto solo per tenerli al sicuro.

"Non devi vederla così.." Sara non voleva che Michael si vedesse diversamente da come lo vedeva lei. Non poteva sopportarlo. "Nonostante tutto sei la ragione per cui Mike, ad oggi, è sano e salvo, ed è un bambino libero e felice da sette anni. Troverai piano piano il modo di avvicinarti a lui, ma non dare per scontato tutto quello che hai fatto fino ad ora." Gli prese il viso tra le mani, cercando il contatto con i suoi occhi. "È confuso anche lui, ma sa benissimo chi sei, e lo dimostra il fatto che si sia fiondato tra le tue braccia al minimo pericolo. Non ha bisogno di altro, credimi."

"Forse non è stata una buona idea venire qui." Disse, con le mani sui fianchi. "Jacob era comunque una persona alla quale voleva bene e di cui si fidava, non voglio che mi veda come l'uomo che ha fatto sparire improvvisamente uno dei suoi punti di riferimento." Disse, sospirando. Gli fece male ammetterlo, ma Sara e suo figlio venivano prima di tutto. Si sarebbe fatto nuovamente da parte solo se glielo avessero chiesto loro. Non aveva intenzione di sbagliare ancora.