28| Distruzione di massa

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lacerare
/la·ce·rà·re/
Strappare in modo violento o produrre una rottura traumatica di tessuti organici.

lacerare/la·ce·rà·re/Strappare in modo violento o produrre una rottura traumatica di tessuti organici

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   𝙳𝚊𝚖𝚒𝚎𝚗  𝙻𝚊𝚗𝚍𝚠𝚊𝚢

Lo squillare di un telefono mi stordì l'udito ed i sensi tanto che dormivo profondamente.

Non era il mio cellulare, la suoneria non era né la mia né quella di Trav.

Il suono era lontano, ovattato ma chiassoso, decisamente fastidioso. Inspirai profondamente mantenendo gli occhi chiusi.

«McDavis, potresti rispondere al tuo cazzo di telefono prima che lo lanci contro il muro?» mugolai sbadigliando ancora navigando stordito nella semilucidità del sonno.

Non ricevetti alcuna risposta.

A palpebre chiuse, passai quindi un braccio sul materasso a fianco a me per scoprirlo freddo e vuoto. Mi misi a sedere in un istante aprendo gli occhi e guardandomi intorno.

McDavis non era in camera mia, ed a giudicare dalle non più tiepide coperte, doveva essersi alzata da parecchio. Forse persino da ore.

Pensai che potesse trovarsi in cucina, già ce la vedevo ad impiastricciarsi le dita con formaggio e gelato. Gusti discutibili i suoi. Alle sue papille gustative associavo solo immagini alimentari bizzarre e sconclusionate.

Mi stiracchiai annichilito e presi un grande respiro...un secondo prima di notare che la borsa ed i vestiti di Ailis non erano più in camera.

Mi catapultai giù dal letto ed aprii la porta per raggiungere il salotto e la cucina. Avevo la bocca impastata dal sonno, ma le labbra non ebbero alcun problema a socchiudersi scocciate quando arrivai in procinto dei fornelli e notai Travis col cartone di latte in mano ed Asher intento a parlare con qualcuno al telefono.

La suoneria non era di Ailis. Era di Asher.

E lei non c'era.

«Scusa se ti abbiamo svegliato Damie-...» la tazza fumante del mio migliore amico si bloccó a mezz'aria quando io interruppi la sua frase.

«Dov'è Ailis?»

Trav prese un biscotto e si accigliò, «Perchè dovrei saperlo? Starà dormendo a casa sua?»

«No. Lei ha passato la notte qui, mi sono svegliato e non c'era.»

Il biscotto friabile gli cadde nella tazza e ne conseguì un'imprecazione, «Sei sicuro di non aver sognato tutto? Io e Ash siamo rientrati un paio d'ore fa ma lei non c'era.»

Rise, ed io analizzai seriamente la possibilità che mi fossi immaginato tutto. Capitava che facessi sogni che confondevo con la realtà, a volte cadevo così aggressivamente nel mondo dei sogni da non riuscire bene a distinguere e capire se ció che stanziava nella mia memoria fosse un ricordo o un sogno.

The Rose sensationWhere stories live. Discover now