20| Ah, si?

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scusa
/scù·ṣa/
Espressione di rincrescimento, per un fallo
o una mancanza commessa nei confronti di qualcuno.

                              🌶🌶🌶🌶/5                                                     𝙳𝚊𝚖𝚒𝚎𝚗 𝙻𝚊𝚗𝚍𝚠𝚊𝚢

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🌶🌶🌶🌶/5
                          
𝙳𝚊𝚖𝚒𝚎𝚗 𝙻𝚊𝚗𝚍𝚠𝚊𝚢

L'acqua fresca scorreva fra i miei palmi ed il rubinetto aperto mi ghiacciava la pelle.
Ero giunto nel bagno di casa McDavis e mi stavo lavando le mani sfregando i polpastrelli fra di loro.

Un tumulto scompigliato d'informazioni ed avvenimenti non conclusi mi riempivano la testa appesantendomela, e la situazione sessuale di Travis si posizionava sicuramente all'ultimo posto delle cose a cui stavo pensando.

La sua interruzione con Victoria non fu spiacevole, mi stava chiedendo di aiutare suo fratello più piccolo ad Economia visto che ero bravo. Ma il fatto che mi avesse interrotto consolidò la rabbia che già provavo nei suoi confronti seguita dal silenzio costante e minatorio in macchina.

Dopo aver visto lui ed Ailis uscire dallo sgabuzzino quella mattina, mi sarei immediatamente aspettato una spiegazione dal mio migliore amico. Mi aveva persino parlato prima Ailis rispetto a lui.
McDavis aveva tentato di dirmi che non era successo niente, ma non le avrei mai creduto comunque.

L'innocenza e la combattività che avevo visto in lei mentre mi parlava dandomi spiegazioni,  erano un mix di maturità non indifferente che mi stupì. Non si era fatta problemi a mostrare il suo disprezzo verso ciò che pensavo avessero compiuto, come se si fosse offesa per il fatto che io avessi potuto crederla anche solo capace di una cosa del genere.

Non mi aveva, almeno quella volta, fatto incazzare lei...ma il giramento di palle che avevo mi costrinse automaticamente a trattare di merda chiunque avessi intorno, ed Ailis, si era trovata nel centro del raggio d'azione del mio malumore.

Mi aveva chiamato mia madre per sapere come stavo ed io detestavo quando lo faceva. Quando si ricordava di avere un figlio e aveva quei dieci minuti in cui l'istinto materno si ravvivava.

Chiusi gli occhi prendendo un grande respiro ed appoggiai le mani gocciolanti ai lati del lavabo.

Sospirai.

Gli esseri femminili erano tutti racchiusi nella mia costruzione architettonica mentale avente le sembianze di un cerchio. Una per una; con capelli chiari, scuri o rossi, con la tonalità di pelle chiara, scura o mulatta, tutte le donne appartenevano ostili a questo corrotto cerchio.

Ailis McDavis però, era stata l'unica a darmi spiegazioni. Entrava ed usciva in quel cerchio come un cazzo di canguro australiano, saltellando dentro e fuori a suo piacimento non facendomi capire niente di lei.

Ero frustato dal fatto che credevo fosse andata a letto col mio migliore amico, aspetto che in primis, la catapultava nell'orbita delle creature irrispettose e volgari che sono le donne.

The Rose sensationWhere stories live. Discover now