8| Un'anima rotta resta spezzata

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paura
/pa·ù·ra/
Stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo

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𝙰𝚒𝚕𝚒𝚜 𝙼𝚌𝙳𝚊𝚟𝚒𝚜

«La composizione del bilancio d'esercizio è un insieme unitario e inscindibile di documenti. È composto dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal rendiconto finanziario e dalla nota integrati-...»

«Perché queste due ore sembrano durare due secoli?» Raissa, con le braccia spalmate sul banco e la testa spiaccicata sul quaderno, commentó devastata il quarantacinquesimo minuto delle due ore di lezione di Economia.

Guardavo ossessivamente l'orologio di metallo al di sopra della lavagna sperando che fissando le lancette il tempo scorresse più velocemente.

«Se ripete un'altra volta la fottuta composizione di bilancio giuro che mi taglio le orecchie.» sussurró ancora con la testa sul tavolo Rais.

Il professor Chomsky era un buon docente; esaustivo nelle spiegazioni, paziente nel ripetere i concetti, lento nel parlare e spigliato con gli studenti. La veneranda età dei suoi sessant'anni però, restringeva quella che un tempo ero sicura fosse stata una memoria d'oro. Non confondeva gli articoli, gli esercizi o i titoli, ma finiva per ripetere il medesimo argomento anche sei volte senza accorgersene. Pilastro dell'Università di Fort Myers, nessuno, studente o professore, aveva mai accennato a farglielo notare negli ultimi anni.

«Non lo fa di proposito dai.» commentai a bassa voce, prima di sentire una mano picchiettarmi sulla spalla.

Mi voltai indietro e mi ritrovai faccia a faccia con Travis.

Sussultai e mi spostai automaticamente un po' indietro.

«Ciao Ailis.» accennai un lieve sorriso rimanendo in silenzio. Perché mi aveva chiamata? Perché era lì? Lui non frequentava questo corso. «Mi chiameresti Raissa un attimo, per favore?» spostai un braccio sulla nuca della mia amica facendole segno di alzare la testa.

«Dopo non possiamo vederci, mi hanno anticipato gli allenamenti. Ho il telefono scarico morto quindi sono venuto a dirtelo di persona.» sussurrò abbassandosi alla nostra altezza per far in modo che il professore non notasse la sua presenza.

«Va bene tranquillo, nessun problema.» annuì prima che O'Connell percorresse la scalinata ed uscisse dall'aula.

Tutta la tranquillità e la noia della lezione furono spodestate da sensazioni opposte grazie a quell'interazione di trenta secondi. Fra me e la mia migliore amica, per la prima volta dopo anni, caló il gelo.

Non aprii bocca, non sapevo neanche cosa dire o da dove cominciare. Raissa si continuava a vedere con lui?

«Mi dispiace Lis, a-avrei voluto parlartene prima ma, non sapevo come fare.» non ero il fidanzato geloso di Raissa, non m'interessava essere un manichino tossico. Il mio disappunto era solo la facciata che mostravo per celare il reale sentimento di tristezza che provavo. Sconforto causato dal fatto che non me ne avesse parlato, non tanto per la cosa in sé; avrei reagito allo stesso modo se non mi avesse detto di qualsiasi altro ragazzo.

The Rose sensationWhere stories live. Discover now