Capter 23

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Quando l'ascensore si aprì si aspettavano di essere sparati a caso, non di ritrovarsi nel buio più totale. Quella erano l'opzione che avevano considerato meno di tutte. E ovviamente... Ma questo non significava che non fossero preparati.
Non esitarono quando uscirono dall'ascensore e non si spaventarono quando le porte si chiusero lasciandoli nell'oscurità ancora più totale.

Presero quelli che sembravano occhiali da sole ma in realtà il CSIS li usava per vedere al buio. Frank ne aveva fatto una bella scorpacciata. Videro la stanza tutta verde: era completamente vuota a parte qualche scatolone qua e là. Non avrebbero avuto posti dove nascondersi se non le quattro colonne che sostenevano il soffitto. Cosa che non aveva senso, ma preferirono ringraziare il cielo e stare zitti.
Silenziosamente estrassero le loro pistole e cominciarono a puntarle davanti a sé.

All'improvviso tutte le luci si accesero contemporaneamente, gli agenti segreti ne rimasero accecati e continuarono a puntare le pistole tenendo gli occhi chiusi mentre con una mano si toglievano gli occhiali.
Tenevano gli occhi chiusi con forza e non riuscivano neanche a tentare di aprirli.

Jason ricevette un pugno in faccia. Il ragazzo barcollò all'indietro e ne acchiappò un altro. Posò la pistola e prese un profondo respiro: era stato addestrato per una vita intera, era stato preparato per ogni eventualità e più volte l'avevano bendato per farlo combattere al buio.
Tutto rallentò.
Si concentrò sui tre sensi utili (il gusto in quel momento non gli serviva a granché, a meno che qualcuno non gli avesse chiesto di indovinare il cibo): avvertì un leggero spostamento d'aria sulla pelle, sentì in lontananza un profumo che diventava un po' più forte e ascoltò il leggero suono di un piede che si poggiava a terra.

Ares rimase di stucco quando il ragazzo si piegò sulle ginocchia per sfuggire al suo pugno. Avvertì a gesti Afrodite e lei gli diede il cambio mentre lui attaccava Frank. Il povero ragazzo si stava ancora abituando alla luce tenendo gli occhi socchiusi.

Percy fu il primo ad aprire completamente gli occhi. Si guardò intorno vedendo i suoi amici che le prendevano dai loro avversari. Efesto stava per buttarsi su Will che stava cercando di prendere a pugni Apollo con gli occhi ancora semiaperti.
Si gettò sull'inventore.

«Sono deluso, ragazzo...».
«STAI ZITTO!» Will riuscì a spalancare gli occhi tirando un pugno in faccia ad Apollo. L'uomo barcollò leggermente, parò un secondo pugno e girò il braccio del ragazzo. Il biondo ignorò il dolore e gli diede una testata. Mentre Apollo cadeva a terra a causa dello spintone che gli diede l'agente della CIA, Will si girò verso Percy «Grazie, fratello».
Il moro tirò un calcio nei gioielli a Efesto e gli sorrise «Di niente, fratello».

Al terzo pugno nello stomaco, quello che lo costrinse a inginocchiarsi, Nico si innervosì seriamente. Non aveva per niente apprezzato il trucchetto della luce, soprattutto quando Ade aveva cominciato a massacrarlo. Si rimise in piedi e sorprese l'uomo davanti a lui quando non barcollò.
«Ecco» disse. «Adesso sono veramente incazzato».

«Bah... Canada» disse Ares dopo aver letteralmente lanciato Frank a terra. Il ragazzo si rialzò, intontito dalla botta, barcollante e sanguinante, ancora disposto a combattere.
«Gli Stati Uniti hanno rotto il cazzo co' 'sta cosa» disse ansimante. Corse verso il suo nemico e spiccò un salto attorcigliandogli le gambe al collo e cominciando a prenderlo a pugni.

Giravano in senso orario guardandosi negli occhi da fin troppo tempo per i suoi gusti. «Non farò del male a una ragazza» disse infine Ermes fermandosi. Calipso sorrise malvagiamente «La ragazza ti farà tranquillamente del male». Partì all'attacco e poté giurare di aver sentito Ermes urlare in modo molto poco virile.

Afrodite sorrise indicando a Jason quella scena. «E tu? Tu farai del male a una donna?».
Il ragazzo deglutì e non rispose. Era la versione adulta di Piper. Non sarebbe mai riuscito a combatterla.
«Jason» la donna gli si avvicinò, lui fece dei passi indietro.
«Che c'è?».
«Hai tutte le capacità, lo sai? E io posso aiutarti! Vieni con me, andiamo al carcere e liberiamo la tua amata. Nessuno saprà che tutte le guardie sono morte a causa tua». Stavolta il ragazzo poté sentire l'effetto della piccola versione dell'Arma sulla sua mente.
La voce tremò leggermente quando disse: «Non penso sia il caso».

NO!” gli urlò una voce nella testa. “NON É DECISAMENTE IL CASO!”.
Jason rimase perplesso quando scoprì che la voce non era frutto della sua fantasia. “Si, esatto. Ho hackerato il tuo auricolare e mi puoi sentire solo tu” gli disse Leo.
Se non l'avesse distratto da Afrodite, Jason gli avrebbe veramente tirato un pugno appena l'avrebbe rivisto. Si concentrò sulla voce di Leo che sparava minchiate tipo “C'ho fame, come ti va la vita?, dopo ti porto a pranzo, ti va il Mc?, uh c'è un gattino!” e corse ad aiutare i suoi amici, rifiutandosi di fare del male ad Afrodite. Anche volendo, non ci sarebbe riuscito: si era sempre rifiutato di andare in missione contro una donna. Quello che aveva fatto suo padre a sua madre gli era bastato come violenza.

La donna non la prese per niente bene: gli sparò al polpaccio facendolo gridare e cadere. Il dolore era così forte che la vista gli si annebbiò praticamente subito. Cercò con tutto se stesso di spingerlo nella parte più profonda della mente per potersi concentrare. Non fu facile ma ci riuscì.
Tutti i rumori e le chiacchierate cariche di frecciatine cessarono. In una frazione di secondo tutti avevano le loro pistole in mano.
Ognuno la puntava su un nemico diverso, ma non c'era nessuno che non fosse sotto tiro.
Poi la sparatoria cominciò e fortunatamente non ci fu nessuna reazione a catena.

Percy fu colpito da Ares al ginocchio e andò a nascondersi dietro una delle colonne. Jason corse dietro uno scatolone consapevole del fatto che come rifugio era totalmente inutile.
Anche Apollo fu colpito e si accasciò a terra per poi strusciare verso il muro.

Il mondo di Will si fermò.
Era sempre stato cresciuto con l'idea che i suoi genitori fossero morti quindi non era stato traumatico scoprirlo. Ma sapeva che non avrebbe mai sopportato di vedere uno dei suoi, suo padre, morire sotto i suoi occhi. Urlò per la disperazione e non si accorse di star per correre da lui finché Nico non lo bloccò e lo costrinse a sedersi con le spalle al muro mentre le lacrime rigavano il viso del biondo.
«Non adesso, Will! Ti prometto che lo salveremo, che guarirà, che sarai tu a guarirlo. Ma ora mi servi qui e non mi serve Will Solace, l'amichevole dottore di quartiere, ma William Solace, il miglior agente della CIA. Ti prego Will!»
Seppur singhiozzando Will annuí e tornò al lavoro.

Frank si accorse di avere una ferita al braccio solo quando Jason gli chiese se stesse bene. Talmente era l'adrenalina che non sentiva il minimo dolore. Eppure aveva un proiettile nel braccio!
Continuò a sparare nascondendosi dietro una colonna. Riuscì a colpire Ermes che, saggiamente, si ritirò.

Un proiettile colpì Calipso proprio sul ventre. Percy la tirò a sé vedendo che non riusciva quasi ad alzarsi. «Resisti» le sussurrò. «Andrà tutto bene».
Lei annuì, ma il ragazzo vedeva la paura nei suoi occhi. «Fateli quasi morire tutti» disse con un piccolo sorriso.
Percy annuí accarezzandole il viso «Però tu resisti, okay? Non é l'ultima volta che stiamo insieme, ce l'hai promesso».

L'urlo di Nico risuonò per la stanza: un proiettile nella gamba. Fin troppo vicino all'arteria femorale per i gusti di Will. Si guardò intorno: Frank era ferito e stava cominciando a risentire della perdita di sangue dal braccio, Jason era quasi completamente esposto ma non riusciva a scappare per la ferita al polpaccio, Percy non poteva sparare perché stava cercando di fermare il sangue di Calipso mentre anche la ferita al ginocchio ne perdeva molto, Nico era a terra ed era più pallido del solito. Tutti erano fin troppo pallidi per le perdite di sangue.

Guardò i suoi nemici: Apollo era in fin di vita, Ermes ed Efesto si erano arresi, Ade era ferito e sparava un paio di colpi a caso ogni tanto finché non rinunciò. Ares e Afrodite erano ancora carichi di energia.
A Will non stava affatto bene. Riuscì a farsi passare la pistola di Calipso e uscì allo scoperto.
il miglior agente della CIA” aveva detto Nico.

Gli agenti segreti si guardarono tra di loro: Talia gli aveva raccontato che Will, in versione miglior-agente-della-CIA, faceva quasi paura. Non sbagliava un colpo, niente lo feriva. Era quasi spietato. Quasi.
In pochi minuti infatti, Ares e Afrodite erano a terra a guardarlo quasi imploranti. Lo sguardo del dottore era di fuoco. Frank e Jason ne approfittarono per scovare il piccolo nascondiglio dell'Arma e distruggerla staccando fili e pezzi di metallo. Poi trovarono in una piccola botola tutti i progetti e gli diedero fuoco.
A lavoro concluso, senza dire una parola, si avviarono tutti verso l'uscita per aspettare le rispettive agenzie segrete.

Quando meno se l'aspettava, quando era girato di spalle, Will fu colpito da un proiettile.

Against OlympusWhere stories live. Discover now