Capter 16

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Quindi... É così? Siamo una coppia?” diceva il messaggio di Hazel. Frank lo fissò a lungo poi scrisse: “Vuoi la proposta formale?”.
Una serenata sotto la finestra non sarebbe male” il ragazzo trattenne una risata. Hazel gli mandò un altro messaggio “Mi accontento della proposta formale però”.
Hazel Levesque vuoi essere la mia ragazza?” scrisse con un piccolo sorriso divertito.
No” Frank sbiancò. Pochi secondi dopo però gli arrivò un secondo messaggio: “Immagino la tua faccia! AHAHAHAHAH! CERTO CHE SI!”.
Il ragazzo sospirò: quelli del Camp Half-Blood erano pazzi. Tutti pazzi.

Stronzetta mi era venuto un infarto” quasi si stupí quando scrisse una parolaccia senza esitazione. A parole le diceva velocemente in modo che non si capisse perfettamente perché si sentiva a disagio, ma certe volte ne sentiva anche la necessità. Aveva quasi trent'anni e si imbarazzava quando diceva le parolacce! Fantastico!
Immagino. Senti, domani devo incontrare un tizio importante anche se non ho ben capito capo di cosa. 'notte”.
'notte” Frank spense il cellulare e sistemò la testa sul cuscino.

Guardò il letto di Percy: vuoto. L'amico era convinto che nessuno lo sentisse quando se ne usciva la notte, ma né Frank né Nico avevano intenzione di chiedergli niente. Finché non finiva in galera poteva fare quello che voleva. Aveva superato i 16 anni quindi era maggiorenne e ciò significava che tecnicamente non aveva bisogno dei babysitter. Aveva superato anche i 21 e questo diceva che poteva pure bere. E questo però significava che aveva bisogno dei babysitter...

É di Percy Jackson che stiamo parlando: lui ha bisogno dei babysitter per non finire in galera.

Will alzò le mani «Sai che ti dico: non farò domande». Lasciò che Percy si prendesse l'alcolico che preferiva e si servisse da solo. Il moro lo apprezzò.
«Da quanto tempo vieni qui?» gli chiese. Will sospirò «É la terza sera consecutiva. Tu?».
«Anch'io... Però di solito vengo molto più tardi, tipo verso le due del mattino». Il biondo osservò il liquido nel bicchiere poi alzò lo sguardo «Direi che la giornata degli interrogatori non ha fatto scoprire niente di bello a nessuno dei due visto che ogni sera ci troviamo qui». Percy bevve tutto d'un fiato e annuì. Will lo imitò poi versò da bere a entrambi.

«Qualcuno sa il tuo motivo?» chiese l'agente del Campo.
«Frank» rispose Will. «É stato lui a dirmelo e gli ho fatto promettere di non dire niente a voi. A te invece chi lo sa?».
«Solo Giove. E Ares. E Ade. E probabilmente tutti i nostri bersagli» elencò Percy.
Will fischiò piano poi bevve in un sorso tutto il bicchiere. «Fantastico. E ora saremo costretti a dirci i segreti come fanno le bambine ai pigiama party?».
«Io mi faccio gli affari miei, tu ti fai gli affari tuoi» Percy si scolò un altro bicchiere.

Rimasero per un po' in silenzio, il tempo di bere un terzo bicchiere ciascuno.
«Conoscevo un Will praticamente astemio, beveva solo quando era costretto e l'unica volta che si é ubriacato é stato al college per merito mio» raccontò Percy. «E non si é ubriacato veramente».
«E io sai cosa ti dico? Al diavolo il fegato e tutte le sue funzioni: adesso io e te usciamo e andiamo a ubricarci in giro per New York City. Ci stai?» propose il medico.
Percy sorrise «Ci puoi giurare».

«No, non ci puoi giurare» intervenne la voce di Apollo mentre lui li raggiungeva sorridente. «Credevo di essere stato chiaro quando ho detto che non volevo che bevessi».
«Con tutto il rispetto, signore, ma lei non é nostro padre» rispose Percy. Nessuno notò Will irrigidirsi.
«Lo so ragazzo, ma siete molto giovani e non voglio che vi roviniate» Lester gli mise una mano sulla spalla. «E poi domani dovete lavorare».
«Il giovedì abbiamo insieme l'unico turno di pomeriggio alla reception. Non dovremo muoverci più di tanto» Will bevve un altro bicchiere.
«E poi» intervenne Percy «non diventeremo alcolizzati dopo solo tre sere che beviamo. Io non mi sono ancora ubriacato, tra l'altro».

Will annuí mentre gli versava da bere. Apollo alzò gli occhi al cielo «Posso almeno venire con voi così c'è un sobrio che vi riporta qui?».
Percy guardò Will poi scosse la testa «Stiamo bene cosí».
«Buona notte, signore» Will lavò i bicchieri mentre Apollo sospirava e se ne andava.

I due tornarono in camera solo per prendere delle felpe per non morire congelati, poi si fiondarono fuori dall'hotel pensando che non fosse il caso di prendere la macchina.
Pensavano di tornare la mattina dopo. Non lasciarono nessun biglietto per avvisare gli amici. Nessun messaggio.

Tant'è vero che il giorno dopo la preoccupazione si impossessò di tutti gli agenti segreti.

«Andiamo, Percy! Rispondi!» mormorò Jason mentre si dirigeva alla reception col cellulare attaccato al viso. Austin lo guardò preoccupato mentre si sedeva al centro di assistenza.
Frank continuava a chiamare Will senza molto successo mentre portava ai piani di sopra le valigie di alcuni clienti. Nico tartassava il biondo di messaggi, Calipso lo faceva con Percy.

Percy fu sul punto di gettare il cellulare nel cassonetto. Si mise seduto a terra con un mal di testa lancinante mentre cercava di leggere il display. Non sapeva se fosse possibile, ma forse i postumi della sbronza avevano momentaneamente annullato la sua dislessia perché riuscì a leggere il nome di Jason sullo schermo senza perdere un secondo.

Pigiò il tasto verde «Mmmh?».
«PERCY!» urlò Jason dall'altro capo del telefono.
«Piano» mugugnò il moro mentre Will sulla panchina a cui era appoggiato cominciava a svegliarsi.
«Piano un corno Jackson! Will é con te? Dove sei?». Percy si guardò intorno «Si, Will é con me. Siamo su una panchina davanti all'Empire State Building».
«Che diavolo ci fate a Manhattan alle 11 del mattino? Anzi che ci fate a Manhattan dalle 8 di stamattina? Sono tre ore che cerchiamo di contattarvi!» esclamò il biondo.
«Ci siamo un po' ubriacati ieri sera».

Percy si alzò lentamente «Jason, siamo nel posto giusto al momento giusto».
«CHE COSA?! PERCY TORNATE IMMEDIATAMENTE! SIAMO TUTTI PREOCCUPATISSIMI».

Will notò quello che aveva visto Percy e si alzò anche lui. «I bersagli stanno entrando tutti all'Empire o sto sognando?». Percy annuí e lo riferí a Jason.
«Percy, non muovetevi. Tornate a Long Island, smaltite la sbornia, poi indaghiamo».

Percy lo ignorò e attaccò la chiamata. Lui e Will presero velocemente una bottiglia d'acqua ciascuno e delle gomme alla menta, si specchiarono nella vetrina di un negozio poi si avviarono verso l'Empire State Building.

Ovviamente barcollando e con dei mal di testa lancinanti, ma almeno avevano quasi del tutto smaltito la sbornia.

Against OlympusWhere stories live. Discover now