29. Nessuno deve farsi male.

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"E' lui!" Sbottai facendo un passo avanti, ma qualcuno mi fermò.

"Metti via la pistola", mi ordinò Louis.

"E' lui! Diavolo è lui, dobbiamo andare!" 

"Puoi mettere da parte per un momento questa rabbia che ti opprime? Dobbiamo..-"

"In quella casa si trova il figlio di puttana che ha ucciso mia madre, come credi che riesca a starmene qui tranquillo mentre voi pensate ad un piano per farvelo scappare via?!"

"Non eravamo preparati a questo. Non possiamo avvicinarci, se ci fossero le telecamere, se Carter avesse qualche guardia lì nei paraggi? Dobbiamo prima pensare...-"

"Non me ne frega un cazzo!"

"Non dovevi occuparti tu di questo piano, sei troppo coinvolto."

"Meglio!" Risposi camminando verso quell'abitazione sotto le continue imprecazioni dei ragazzi, i quali restarono lì a guardare.

Strinsi i pugni non riuscendo più a controllarmi, sentivo che lì di a poco avrei perso il controllo, era più forte di me.

Mi aveva portato via un pezzo fondamentale, ad un'età troppo matura, ero stato costretto a crescere troppo in fretta, a rinunciare ad un'infanzia felice insieme alla mia famiglia, invece l'aveva distrutta.

Mi alzai sulle punte osservando dalla finestra, era proprio lui mentre se ne stava lì tranquillo ad abbracciare sua moglie, strinsi i denti incazzato più che mai.

Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe sentendo gli occhi bruciarmi, la ferita ancora aperta stava per mettermi ko, quel punto debole stava per stendermi dritto sul pavimento e non dovevo lasciarglielo fare.

Quando rialzai la testa a fissarli, lui non c'era più.

Mentre lo cercavo invano con lo sguardo, udii la porta d'ingresso chiudersi.

Mi voltai trovandomi faccia a faccia con lui e spalancai gli occhi a quella scena, aveva deciso di affrontarmi, ed io ero pronto a tutto.

"Non mi dire", pronunciò. "Che diavolo ci fai qui?" Come faceva a conoscermi?

Aprii la bocca per rispondegli, ma le parole mi morirono in gola.

"Ho sentito parlare tanto di te, Harry Styles, non capisco come tu sia venuto proprio qui stasera."

"Non capisci?", risi nervoso. "Io credo che tu lo sappia invece", stranamente ero calmo, non avevo alcuna intenzione di fare cazzate, non ancora.

"Sai, tuo padre...-"

"Non me ne frega un cazzo di mio padre!" Urlai cacciando la pistola puntandogliela contro.

"Adesso calmati", alzò lentamente le mani, le mie stringevano salde la mia arma, le parole di mio padre mi rimbombavano nella testa, non lo avrei lasciato scappare.

"Hai portato via una parte di me!" Continuai, i miei occhi erano pieni di lacrime. "Ero solo un bambino!" 

"John!" Lo richiamò sua moglie uscendo dalla porta di casa.

"Va dentro, Irina!" Continuava a guardarmi con un'espressione indifferente, non riuscendo a comprendere tutto il male che mi aveva fatto.

"Adesso sai perché sono qui!" Mi asciugai velocemente gli occhi.

"Possiamo parlarne con...-"

"No! Tu meriti di fare la stessa fine che hai deciso per lei!" Il mio dito era poggiato sul grilletto, le mie mani tremavano, avrei voluto sparare ma dall'altro lato volevo risposte.

Neurotic 2 Begins (One direction, Zayn Malik, Harry Styles)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora