Ancora una volta

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Il vento di maestrale aveva portato il gelo a Parigi, e Marinette non metteva il piede fuori dal suo mini appartamento, ormai da due giorni.
Era lì, di domenica mattina, che guardava fuori dal suo terrazzino ,con una tazza di cioccolata fumante in mano...
La città era nella morsa del gelo ,il vento spazzava via quelle nuvole che imperterrite troneggiavano sulla citta da giorni ma non riuscivano a spazzare  via la nostalgia di una famiglia che non l'aveva ancora cercata ,la nostalgia di un'amica ,che era stata importante per lei ,ma di cui non ricordava assolutamente nulla...la nostalgia di un'amore  che non rammentava ,ma sapeva fosse stato travolgente.
Cercava di negarlo a sé stessa ,ma la preoccupazione la stava divorando, il non saper nulla di lui, la stava travolgendo.
Decise fosse  arrivato il momento di lasciare quelle mura,e inbaccuccata come nessuno, uscì cercando di liberarsi da quel malumore che le attanagliava il cuore.
Prese uno dei pochi autobus in circolazione quel giorno, e dopo un lungo giro per le strade della sua città, arrivò finalmente a destinazione.
Entrò in uno dei chioschetti  che le si parevano davanti,e vi comprò dei girasoli meravigliosi .
Ormai alle porte di quel posto sacro ,che nascondeva il dolore di tanti ,fece dei respiri profondi e infondendosi coraggio da sola ,varco' quel maestoso cancello, che delimitava il confine di quella che era la città dei defunti...
Si sentiva un pochino turbata ...non credeva sarebbe riuscita a fare quel passo ,che la intimoriva tanto...come una sciocca bambina, quel posto le infondeva inquietudine ,e guardandosi intorno con circospezione, cercava quale fosse la via giusta da percorrere.
Riuscì per fortuna, ad avere delle indicazioni, su dove fossero seppellite le persone decedute da poco,sebbene Alya, fosse morta già da diversi mesi.
Con passo felpato, continuò la sua marcia ...il silenzio che regnava in quel posto avrebbe dovuto incuderle tranquillità e solennità, ma invece era ansia e tensione quella che sentiva scorrere nelle vene.
Ancora alla ricerca della lapide giusta ,si guardava intorno, con i sensi in allarme...forse aveva sbagliato ad andarci da sola ,ma aveva sentito che quella era la cosa giusta da fare ,dedicare qualche attimo del suo tempo, alla persona che era stata per anni ,la sua confidente assoluta ,l'amica  preziosa a cui tanti aspirano ,e forse chissà, avrebbe potuto raccontarle di come si sentiva, del caos che regnava nella sua mente ,senza lasciare in disparte ,la tempesta che stava attanagliando il suo cuore...magari chissà, sarebbe stato bello provare a sentirla più vicina ...
All'improvviso però fu ridestata dai suoi pensieri, dei passi dietro di lei l'avevano quasi spaventata,il rumore dei sassolini calpestati ,richiamò la sua attenzione, e allora si fermò. Rimase immobile ,quando qualcuno l'affianco'...ma non aveva bisogno di voltarsi a guardare chi fosse ,la sua aura lo precedette...
Marinette, allora lo segui' ,e con il cuore che batteva a mille ,raggiunse finalmente la lapide di Alya.
Avrebbe voluto parlarle ad alta voce , propio come se fosse lì, ma che senso avrebbe avuto?!
Le lacrime cominciano a scendere silenziose, e mentre si affrettava a sistemare quei fiori ,che altro non rappresentavano, che la gioa di vivere della sua amica ...l'ammirazione ,il rispetto e la gratitudine che sentiva nel profondo, verso quella persona che coraggiosamente, aveva perso la vita ,nel tentativo di salvarne un'altra...che si era sacrificata ,per aiutare delle persone a lei care.
Quando ebbe ,finito ,le mani tremavano così tanto, che decise di andar via ,non riusciva a combattere la tormenta che nel cuore, soffiava imperterrita,e con i singhiozzi che da silenziosi, si stavano impadronendo del suo corpo.
Una mano allora ,timidamente si avvicinò alla sua ,l'accarezzo' dolcemente, fin quando non si intreccio' con quella di lei...era gelida ,ma nonostante tutto, così piena di dolcezza nel suo modo di avvolgere la sua...
Solo allora ,con il viso stravolto ,i capelli disastrati dal vento, ed il cuore in tumulto, si voltò ad osservare il giovane di fianco a lei...
Aveva pianto anche lui ,sebbene non si fosse lasciato travolgere ,dalla sua emotività...
I suoi occhi,erano uno spettacolo meraviglioso, da cui era difficile scostare lo sguardo, così bisognosi d'amore...
Sembrava che l'emozione ,avesse preso il posto di quella freddezza che lì  contrastinguieva,che il bisogno d'amore avesse trasformato la sua strafottenza, e lei sarebbe stata lì a contemplarli per ore ,senza pronunciare parole ...,ma invece sciolse quell'intreccio che le aveva scombussolato l'anima ,e a piccoli passi cominciò ad allontanarsi ad occhi bassi , fino a quando non si scontro' con qualcuno...
Gli occhi scuri ,che si posarono su di lei ,trasmettevano dolore puro ,e
il viso di quel giovane ,che si scanso', da quel contatto inaspettato, si contrasse in una smorfia di disappunto...
-"Cosa fa credere, a Marinette Dupain-Cheng, di avere il diritto, di venire a trovare ormai la mia defunta ragazza? Con quale coraggio vieni qui  ,come se niente fosse ,come se tu non fossi la causa di quel che l'e' successo?!"- disse con i denti digrignati, ed un evidente stato di agitazione...
Gli occhi della ragazza, si spalancarono...lei non ricordava neanche chi fosse ,ma capi' dal suo discorso ,che doveva essere Nino ,anche lui ,un suo vecchio caro amico...
-"Io non..."-Ma le fu impedito di rispondere, quando Adrien le si paro' davanti ,proteggendola dalla furia  incessante del ragazzo, che aveva preso a spintonarla ,per cacciarla via.
-"Se c'è qualcuno su cui scontare la tua ira ,sono io...sono qui...fa di me quello che vuoi ,ma lascia andate Marinette, lei è stata vittima dello stesso carnefice di della tua ragazza..."-disse con il groppo in gola un Adrien, che stava lottando con sé stesso ,per non cedere alla voglia di correre dietro alla corvina ,che con passo elevato, stava andando via...ancora una volta.
Marinette, si voltò un paio di volte ,guardando quella scena che avrebbe commosso tutti...
Uno stupido ,che aveva accettato di lasciarsi picchiare con la speranza, che quel senso di colpa sarebbe scivolato via ,come le lacrime che avevano ripreso a solcargli il viso prepotentemente, e l'altro che cercava di affogare quel dolore che lo stava piegando a metà, ferendo fisicamente, emotivamente  una persona debole e bisognosa di amore anch'essi.
Un sorriso, spuntò timido sul viso della giovane ,quando i due ormai devastati ,dalle emozioni discordanti, che alternavano nei loro cuori ,si strinsero in un forte abbraccio ,uno di quelli che trasmette il bisogno d'amore,dell'affetto reciproco ,e della necessità di ritrovare un amico perduto.
Il passo, divenne più calmo ,con la tranquillità nel petto, che due amici ,si erano finalmente ritrovati...sobbalzo'piu forte del dovuto ,quando ,una mano l'afferro',propio un attimo prima della chiusura delle porte dell'autobus .
Due occhi color smeraldo ,la stavano scrutando attentamente, come a porle una tacita richiesta di scendere...
Marinette però, si divincolo' da quella presa,e con gli occhi bassi, sussurrò poche parole ,che rese la situazione quasi glaciale:
-"Mi dispiace, ma credo che noi, non abbiamo niente da dirci...non cercarmi più ti prego ".
Ancora una volta ,il magone tornò a farsi sentire prepotentemente, togliendo il posto  a quell'accenno di gioia ,provata pochi istanti prima.
Era davvero felice per Adrien  ...sapeva avesse bisogno di qualcuno, a cui affidarsi e appoggiarsi, e sperava che il legame con il suo amico, l'avrebbe aiutato a risollevarsi...
Forse qualcuno l'avrebbe definita codarda ,una bugiarda patentata ,perché ancora una volta stava mentendo a sé stessa ,imponendo alla sua mente di dover recidere quel legame platonico ,con il biondo che occupava il suo cuore per completo...ma era così tanta la paura di farlo soffrire, di soffrire anche lei ,che non poteva permettersi il lusso di lasciarsi andare ancora una volta, ad un sentimento, che più volte ,le aveva bucato l'anima.

La forza del perdonoWhere stories live. Discover now