Inganni sospetti

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Le gambe con il loro tremore ,mostravano il nervoso e l'agitazione, che vorticavano ,in tutto il corpo della giovane Marinette... Erano ormai quaranta minuti esatti ,che il direttore ,si faceva attendere ,e l'attesa stava diventando snervante...l'unica cosa positiva ,era la frescura dell'aria condizionata, che dava un po di sollievo, dal caldo straziante, che si respirava in quei giorni, a Parigi.
L'orologio a pendolo alla parete, scandiva il tempo dell'attesa ,incrementando l'ansia delle giovani.
Tutto era in subbuio,all'interno dello stomaco della giovane Marinette, e l'attesa estenuante, non faceva che peggiorare ,l'inquietudine che accresceva ogni minuto di più ,in lei.
Cominciò a prendere dei lunghi respiri,e a mandarli fuori rumorosamente...sembrava che sarebbe andata sul paribolo a breve ,ma questa tensione era dovuta al fatto ,che ancora una volta ,avrebbe dovuto raccontare la sua storia ,che avrebbe dovuto imporsi, per far credere alla veridicità, delle sue parole,o almeno ,era quello che credeva lei.
Finalmente la porta si spalancò, ed in , tutta fretta ,entrò un uomo ,che trasudava durezza da ogni poro della sua pelle ,che emanava gelo ,ad ogni sguardo  ,e a Marinette ,crebbe il nodo in gola ,che sembrava non volesse lasciarla respirare  .
Il signor Petit ,poteva avere anche un cognome che significasse "piccolo" ,ma di piccolo in realtà, non aveva propio niente :la sua altezza arrivava almeno ad un metro e novanta ,le sue spalle forti e robuste ,e le braccia muscolose ,erano in perfetta contraddizione, con il suo nome ,e quell'espressione dura  ,non prometteva niente di buono, per le giovani.
Marinette fece per parlare, ma il braccio dell'uomo si tese ,per bloccarla ,e invitarla a restare in silenzio.
-"Mademoiselle Dupain-Cheng ,non sono qui per fare conversazione con lei ,e come credo che abbia capito, non ho molto tempo da dedicarle..."
-"Volevo solo...",ma ancora una volta, fu zittita dall'uomo ,e dal segno della sua mano.
-"Volevo solo metterla a conoscenza, della situazione odierna...Il detenuto Agreste ,ha confessato tutto ,dell'omicidio della signorina Cesaire ,di aver mandato lui ,il suo carceriere ,a rapirla e drogarla...."
-"Ma ,ma ,è impossibile ,lui..."ancora una volta l'uomo la ignoro',e proseggui:
-"Inoltre ,la sua situazione si è aggravata ,quando all'interno dell'edificio andato a fuoco ,sono stati ritrovati ,i resti di altre due persone, suo padre Gabriel Agreste,e la sua guardia del corpo...faceva tutto parte ,del suo spregevole piano,al fine di liberarsi in un colpo solo ,delle persone ,che lo avevano fatto soffrire..."
Con la bocca aperta per lo stupore ,i pugni serrati ,e le lacrime,che scendevano copiose ,Marinette tremava con un misto di emozioni, che le attanagliavano il cuore, che  andavano dal rancore allo sconcerto.
Aveva lottato davvero per una persona ,capace di commettere tutti quegli atti ignobili ,aveva davvero sbagliato nel giudicare quel gesto ,che le era sembrato appartenesse si, ad una persona forse dall'animo tormentato ,ma allo stesso tempo con il cuore buono....?!Aveva sbagliato ancora una volta ,propio come diceva suo padre in TV ,a fidarsi di quel ragazzo biondo ,a donargli la sua piena fiducia ,sebbene lui non le avesse chiesto niente ,sicura ,senza nessuna remora ,dell'innocenza di quello sconosciuto,diventato nella sua mente,il suo eroe irraggiungibile. ?!
Cosa aveva fatto, per meritare un trattamento del genere, per essersi guadagnata una tale crudeltà...
Il signor Petite ,la guardò con aria di sufficienza, e con un incurvatura delle labbra, come se faticasse a trattenere ,un sorriso soddisfatto ,come se provasse godimento, a vederla affranta,continuò:
-'Con tutti questi reati commessi ,nel processo ,verrebbe senz'altro, condannato all'ergastolo ,ma visto che ha confessato ",di sua spontanea volontà", ci sarà il patteggiamento, e quindi uno sconto della pena .Mi sorprende come lei ,stia lottando per la sua libertà, e non perché muoia in carcere, come dovrebbe essere...tutte le persone sane di mente ,avrebbero chiesto il massimo della pena ,ma lei invece...forse è proprio per questo, che vorrebbero mandarla ad una clinica psichiatrica...sa ,dovrebbe farlo ,li l'aiuterebbero molto..."
A quel punto ,Marinette non ci vide più dalla rabbia ,e anche se sentiva che quella non era stata la sua vera natura ,che l'agire con impulsività, non era nel suo modo di fare ,prese la lampada riposta sulla scrivania,e la scagliò contro il muro ,riducendola in mille pezzi ,lanciò in aria, i molteplici documenti  presenti, ridendo a denti stretti,
-"Vi state divertendo vero ,a farmi passare per pazza ,a far credere al mondo intero,che le mie affermazioni, siano frutto, di una mente malata ,ma sarò io a ridere per ultima ,quando vi smascherero' ,e scoprirò l'inganno ,che state macchinario contro di me",rispose  la giovane donna .
" Ricordo adesso, della presenza di quelle persone che mi volevano morta ,all'interno della clinica ,e ricordo anche del ticchettio che proveniva dal mio comodino...in un primo momento, non ho dato molto peso a ciò che avevo visto,ma so ,che quell'esplosivo ,era lì per me ,per mettere fine alla mia vita...che quei due uomini fossero li ,è stato solo un caso, e quell'uomo, dagli occhi di ghiaccio, era venuto lì, propio a cercare suo figlio scomparso da tempo" ,disse tutto di un fiato,con gli occhi rossi ,e la gola che quasi le faceva male ,per aver urlato con troppa forza.
-"Per un attimo ,avevo creduto a quello che mi aveva detto ,e forse non ci crederà ma, una persona che ha violentato e ucciso una ragazza ,non può redimersi dalle sue colpe , un attimo dopo ,salvando la vita di un'altra persona...è, è una follia vera e propia".
Il direttore Petite, non si aspettava una grinta del genere ,da una donnina piccola come lei, all'apparenza così fragile ,denutrita e gracile, che invece nascondeva una grande forza d'animo.
Quello che c'era in gioco però, non gli permetteva di tenere la guardia abbassata...non poteva permettere che si confrontasse con il giovane Agreste ,così prese la palla al balzo.
-"Il suo comportamento, è degno di un attacco di isterismo ,non può incontrare il  detenuto ,non dopo  quanto accaduto ,e dopo la quasi aggressione ricevuta -"disse con tono perentorio.
"Lei,mi sta nascondendo la verità, c'è un motivo per cui non volete farmi incontrare Adrien...e questa ora è solo
un modo ,per tergiversare il vero motivo, per cui non mi è permesso incontrarlo."
Il tic dell'occhio dell'uomo ,non sfuggì alla mora ,che ora più che mai ,era sicura di star subendo, non solo una vera e propia ingiustizia,ma anche che quest'ultima, fosse frutto di una rabbia repressa ,di qualcuno che lei aveva conosciuto in passato  ,di qualcuno che adesso non conosceva più.
L'uomo era diventato all'improvviso molto serio ,perdendo quella sicurezza sfrontata ,quando la giovane lo  aveva  accusato di complotto, indirettamente, e di colpevolezza...
L'uomo allora ,cercò di camuffare il suo nervosismo ,cercando una scusa plausibile, al suo indiscutibile rifiuto, nel fare incontrate,per quanto strano possa essere ,la vittima e,il suo carnefice ...almeno stando a quello che diceva lui...
Questa volta, fu il turno di Zoe a parlare...
-"Mi scusi direttore, ma lei,aveva dato la sua parola al mio patrigno  ,il signor Bourgeois ,che avrebbe permesso alla signorina Dupain-Cheng, di incontrare il detenuto Agreste...vuole che lo chiami qui in sua presenza?
Colpito ancora pesantemente, l'uomo lasciò andare un profondo sospiro di frustazione ,e con un espressione tirata ,come di qualcuno che stesse facendo consapevolmente ,qualcosa che lo avrebbe messo nei casini ,si sedette sulla sua poltrona ,sollevò la cornetta dell'interfono ,ed ordinò:
-"Portate le signorine ,in sala interrogatori...prelevate il detenuto Agreste e conducetelo nella stessa sala per un colloquio."
Finalmente un sorriso soddisfatto, apparve sulle labbra delle due donne all'altro lato della scrivania ,mentre l'uomo si rodeva lo stomaco ,per quelle che sarebbero potute essere le conseguenze, di quell'imminente incontro.

La forza del perdonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora