28. Vivo o morto?

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Harry's POV

Era qualche giorno che un piccolo pensiero vagava nella mia testa.

Un pensiero quasi irrilevante, al quale non avrei dato alcun peso, almeno fin quando avrei avuto prove concrete.

Le quali forse c'erano, ma forse non volevo vederle.

Non dovevo.

E poi ce n'era un altro, il mio gps non rispondeva più, da qualche giorno.

Nessun segnale, nemmeno un minimo rumore, niente.

Eravamo di nuovo punto e a capo, o almeno così sembrava.

Il figlio di Irina Moore non c'era praticamente mai in casa, e da qualche giorno era come svanito nel nulla.

Ma la sua auto, quella che segnava il mio gps, era sempre lì, parcheggiata fuori casa.

Forse sua madre gli aveva detto qualcosa, forse sapeva del nostro arrivo, forse era corso dal padre.

Speravo con tutto me stesso che non fosse andata in quel modo, altrimenti avremmo fallito, avremmo dovuto seguirlo e invece lo avevamo lasciato scappare.

Intanto andavamo avanti con le nostre missioni, ma Carter era un punto fermo, fisso lì nella mia mente, non riusciva ad andare via, nemmeno un secondo.

Per quel motivo riuscivo a concentrarmi ben poco, e ciò destava sospetti in mio padre.

"Allora? Come è andata oggi?" Mi chiese Louis, alzai lo sguardo dalle mie mani guardandolo curioso, quando mi accorsi del suo sguardo malizioso mi ricordai del nostro patto.

Alzai tre dita della mano, e lui rise.

"Le fai cadere del tutto ai tuoi piedi a quanto vedo", ammiccò.

Sorrisi, un sorriso falso, non partecipe, poi riabbassai la testa sulle mie mani, pensieroso.

Non vedevo più quella ragazza in giro, da qualche giorno.

Era come svanita nel nulla, anche lei.

Era strano, di solito era sempre lì, ovunque mi girassi, ero persino tornato in biblioteca, ma nulla.

Mi incuriosiva, amavamo lo stesso libro, per entrambi un pezzo di cuore, un porta fortuna.

"Che succede qui? Louis smettila di distrarlo", arrivò Sean, seguito da Drake.

Cominciarono a dialogare tra di loro, dei discorsi che non seguii più dopo qualche secondo, anzi le loro voci cominciarono ad infastidire i miei pensieri.

Pensieri che quella volta si fermarono su Zayn e ricordai che quella ragazza l'avevo vista qualche volta in sua compagnia.

Non ci volle molto, mi venne una folle idea.

Un'idea che doveva essere esaudita subito, o altrimenti me ne sarei pentito.

Mi alzai dirigendomi in camera mia, sotto gli sguardi confusi dei ragazzi, chiusi la porta alle mie spalle e presi il cellulare dalla scrivania, il cellulare fantasma, così lo chiamavamo noi.

Tutti ne avevamo uno, impossibile da rintracciare, persino per i servizi segreti più sofisticati, già perché noi ne avevamo altrettanti più all'avanguardia.

Digitai il numero di quel ragazzo che continuava a perseguitarmi, reperito qualche giorno prima in modo molto semplice, e mi sedetti ai piedi del letto, togliendo il microfono nel caso qualcuno avesse bussato alla porta infastidendomi, avrei dovuto recepire ogni messaggio, anche una piccola voce in sottofondo e mi ci voleva il silenzio più tombale.

Neurotic 2 Begins (One direction, Zayn Malik, Harry Styles)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora