"Gente come noi"

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"È così difficile perdonare
Chi ti ha fatto piangere e stare male
Ma c'è una vita sola e la vorrei con te
Con tutti i suoi problemi, tutto quel che c'è"

(Gente come Noi - Ivana Spagna)


I due ragazzi erano seduti in uno degli angoli più appartati del giardino della facoltà di ingegneria. Tesi e rigidi, l'uno di fronte all'altro senza trovare il coraggio di guardarsi negli occhi. Non non aveva parlato, dopo essersi trovato a pochi passi da P' Chad, aveva semplicemente annuito lasciando che il più grande lo guidasse fino a quel tavolino, come se dopo tanto tempo, avesse trovato la sua stella pronta per indicargli la via del ritorno. E mentre si trovava lì, in attesa che il più grande parlasse, mille emozioni diverse lo attraversavano di continuo impedendogli di riuscire a decifrare che cosa realmente stesse provando in quel momento.

Chad dal canto suo, stava cercando le parole giuste, dopo aver ripetuto mille volte quel dialogo nella sua mente, giorno dopo giorno, come un monologo da imparare a memoria, trovandosi davanti al più piccolo, con il cuore in subbuglio e, con il desiderio pungente di stringerlo a sé per spazzare via tutto il dolore e la sofferenza di entrambi, ogni parola pensata e scelta con cura per chiedere perdono gli sembrava davvero troppo superficiale.

"Io... io avrei una lezione fra mezz'ora. Non posso permettermi di saltarla" Non si fece coraggio rompendo quel silenzio, apparendo brusco e distaccato per difendersi da sé stesso e dalle sue emozioni incontrollabili. Il desiderio di toccare il P' e di sentire il suo tocco su di lui era così forte da spaventarlo e renderlo troppo vulnerabile.

Lo odiava così tanto per quello che gli aveva fatto, per tutto il dolore che gli aveva causato e, nonostante tutto, sentiva di amarlo ancora come prima, senza che quell'odio avesse intaccato il suo amore per lui.

Possibile che ciò fosse potesse accadere davvero?

Chad alzò lo sguardo verso il piccolo. Il Nong era pallido, con le occhiaie ed il volto stanco e vedendolo in quello stato, il P', si sentì ancora più responsabile attribuendosi tutto quel malessere.

"Sai..." iniziò Chad abbassando lo sguardo incapace di sopportare oltre quella visione di puro dolore riflessa sul volto del più piccolo "E' da quando... è da quel giorno che sei scappato via che penso a quali siano le parole giuste da dirti, che mi ripeto dialoghi e dialoghi a senso unico nella mia mente cercando di elaborare la formula corretta per ferirti il meno possibile e far si che la speranza continui a vivere anche nel tuo di cuore. Mi sono raccontato talmente tante cose, che quello che ho fatto era giusto, che dovevo proteggerti e che l'ho fatto solo per te. Volevo così disperatamente far si che tu ci credessi, che tu lo accettassi che, quel giorno in università ti ho aggredito. Tu mi hai picchiato, ma sono io quello che ti ha fatto più male. Mi sono difeso dalla verità che mi hai sbattuto in faccia e che non volevo accettare. Hai ragione Non, l'hai sempre avuta. Quando ho iniziato quel gioco crudele ed ho scoperto che dietro a tutto c'era lei, Uma, mi sono concentrato sul pensiero di colpirla, di farle del male. Volevo giustizia, volevo vendetta, ma non per te, solo per me stesso. Sono stato un egoista. Tu piano piano sei sparito, lasciato sullo sfondo di quel disegno dove il suo volto primeggiava su tutti gli altri. Ho continuato a dirmi che lo facevo per te, quando invece sapevo che mi stavo solo illudendo. Hai ragione ad odiarmi per questo, hai tutto il diritto di non volerti più fidare di me, di volermi cancellare dalla tua vita per sempre. Io lo capisco, lo posso accettare e, lo farò se tu mi dirai di andarmene. Vorrei chiedere il tuo perdono, ma so di non esserne degno di riceverlo. Ma voglio che tu sappia che tutto ciò che c'è stato fra noi, che ogni singolo minuto, ogni singola parola ed ogni singola emozione provata con te per me è stata totalmente reale. Io ti amo, di questo devi essere certo. Credo..." sorrise Chad ripensando a quel momento "Credo di averti amato sin da quando mi hai dato quel pugno il giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta. Ti ho amato quando mi hai dato quel bacio pieno di emozioni così diverse durante quel ritiro, quando mi permesso di curare le tue ferite quella notte, quando hai lasciato che ti toccassi per la prima volta e lo hai fatto tu stesso. Ti ho amato sempre, ogni istante con te è stato un istante d'amore. Lo so, non sono stato in grado di riconoscere questo sentimento per molto tempo, anche in questo caso tu sei sempre stato più saggio e capace di me. Voglio solo che tu sappia che ti amo anche adesso, che ti amerò domani e, che lo farò finché quest'amore mi farà provare piacere oltre che dolore. Già, perché da egoista quale solo, voglio continuare a vivere di questo amore che provo per te, anche se tu non sei disposto a perdonarmi e a ricambiarmi. Io ho bisogno di questo Non, ho bisogno di amarti, ti prego concedimi almeno questo. Permettimi di farlo, di ricordare, di non lasciarmi tutto alle spalle. Non obbligarmi a cancellarti dalla mia mente, non sono così forte e non lo sarò mai. Come vedi sono io quello debole fra noi, sono io il vigliacco" il violinista sospirò alzando lo sguardo velato di lacrime sul più piccolo che ascoltava in silenzio senza proferire parola. "Non non sei tu il codardo, sei quello coraggioso. Hai affrontato tutto questo periodo con forza e determinazione e, ne sei uscito a testa alta. Hai combattuto contro i tuoi demoni ed hai vinto. Io, sono solo stato in grado di nascondermi, per tutto questo tempo. Quando tua madre mi ha chiesto di stare al mio posto, avrei dovuto gridare, impormi e continuare a chiederti perdono, invece sono fuggito. Colpevole del mio reato mi sono nascosto dietro a quello come un vigliacco fino a ora. Non ti dirò che sono ad accettare un tuo rifiuto, ma tu hai il diritto di impormelo ed io ho dovere di accettarlo..."

CHADWhere stories live. Discover now