"Paure"

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In my solitude
I'm praying
Dear Lord above
Send back my love

(Solitude - Billie Holiday)

"Castiel? C... Cosa ci fai qui?" Non si avvicinò all'uomo davanti a sé con uno sguardo curioso e perplesso. Il marito di sua madre spiccava fra la folla di studenti destando una certa curiosità sia per la sua natura straniera, sia per l'abbigliamento piuttosto originale che, sfoggiava senza dimostrare alcun interesse agli sguardi attoniti che lo osservavano con insistenza. L'uomo indossava un paio di pantaloncini al ginocchio larghi e strappati su entrambe le gambe di una stoffa molto simile al jeans ma, al tatto, decisamente più leggera e traspirante. Una maglietta nera con raffigurata la copertina di una qualche rock band americana degli anni Settanta, al ragazzino sconosciuta, il tutto contornato dai capelli biondi e lunghi legati da coda bassa, e per finire, una barba di una tonalità leggermente più scura incolta.

"Oh! Ciao ragazzino, eccoti qua! Finalmente ti ho trovato" esclamò con un sorriso caloroso, avvicinandosi al giovane e stringendolo in un abbraccio. "E' più di mezz'ora che mi aggiro come uno sprovveduto fra questi edifici tutti uguali alla ricerca della tua facoltà. Prima di approdare alla destinazione, mi sono imbattuto in ben tre sedi differenti. Musica, Arti Cinematografiche, credo biologia" continuò l'uomo entusiasta, stringendo o meglio, stritolando, il piccolo a sé, come se non lo vedesse da anni. "Fortunatamente, due simpatiche ragazze del terzo anno di ingegneria mi hanno guidato fino alla meta" concluse con una sonora pacca sulla schiena del piccolo.

Un paio di studenti, a pochi passi da loro si fermarono per alcuni istanti ad osservare la scena, per poi, dopo essersi scambiati uno sguardo d'intesa divertito, scoppiare in una risatina velata e proseguire per la loro strada. Non era certo uno spettacolo comune vedere due persone, fra i quali uno straniero e, sicuramente quello che doveva essere un suo Nong, in un atteggiamento così intimo in pubblico, scambiarsi delle effusioni così dirette.

Non si sentì morire d'imbarazzo. Potette percepire gli sguardi di mezza facoltà, fra qui quello dello stesso P' One che, dopo un primo momento di smarrimento, si stava apprestando a raggiungerlo, osservarli divertititi e ridenti. Invano cercò di divincolarsi da quella stretta, cercando di spingere l'uomo a ritrovare il contegno necessario.

"Ehi, Ehi, ma che fai? A... Anche io sono davvero felice di vederti ma, per favore puoi lasciarmi andare? Non sono più un bambino e... tutto questo è davvero imbarazzante. Ci stanno guardando tutti" supplicò verde per la vergogna.

"Oh già... hai ragione. Che sciocco che sono..." lo lasciò andare l'uomo, portandosi una mano dietro alla testa e sogghignando "Nonostante io viva qui da quasi di vent'anni, non riesco ancora ad abituarmi alle vostre usanze così contenute. Perdonami, non volevo metterti in imbarazzo" si scusò con un sorriso.

Castiel era sempre stato un eccentrico, fuori dagli schemi e, soprattutto, una persona di natura assai estroversa. Amava la Thailandia, doveva davvero molto a quel paese straniero che, fra alti e bassi, lo aveva salvato da un destino piuttosto triste, sconsolato e monotono. Quando ci era approdato, diversi anni prima, era solo un artista fresco di Accademia che viveva alla giornata e che, fino a quel momento, si era trascinato fra uno stato americano e l'altro in cerca di fortuna, con l'intento di costruirsi una sua propria identità. Aveva mantenuto pochissimi contatti con i suoi genitori e, non aveva legami significativi nella sua patria. Povero, sprovveduto e senza un tetto sulla testa, si era trasferito in quel paese straniero accettando la proposta di un amico che, avendo bisogno di un factotum per aiutarlo nel mandare a avanti un locale di cucina tradizionale messicana, sua terra natia appena aperto, in cambio di vitto e alloggio si era offerto di aiutarlo a cambiare vita. Desideroso d'avventura e curioso di scoprire quel nuovo mondo così distante dal suo, un giovane Castiel, senza pensarci troppo, aveva accettato l'invito con entusiasmo, ignaro di quale sarebbe stato il suo reale destino. Il locale del suo amico era fallito nel tempo d'un battito d'ali e, il giovane, sconsolato e deluso da un tale risultato, se ne era ritornato in America mentre, quell'artista sognatore e visionario, che sperava di poter perlomeno riuscire a sopravvivere in uno stato diverso dal suo, era rimasto. Castiel non si era mai dato per vinto, non aveva mai gettato la spugna e, nei suoi primi anni nella capitale thailandese, si era arrangiato come meglio aveva potuto, fra un lavoretto e l'altro, continuando sempre a mantenere viva e attiva la sua creatività. Certo, all'epoca non avrebbe mai immaginato di diventare un artista acclamato e ricercato non solo in Thailandia ma anche nel resto del mondo, non aveva mai creduto possibile che sarebbe riuscito a vivere solo di quel lavoro, senza essere costretto a relegare nella sua vita di cittadino medio, i suoi utensili e le sue sculture visionarie a semplici strumenti e prodotti di un passatempo del weekend. Riuscire a sposare la donna più bella di tutto il cosmo, generare le due piccole pesti più adorabili dell'universo, e, ultimo ma non per importanza, avere come figlioccio un giovane promettente come Non, infine, era stato un sogno ad occhi aperti trasformatosi, con sacrificio, dedizione ed un briciolo di follia, in una solida realtà.

CHADWhere stories live. Discover now