Natura maligna

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"Un uomo normale davanti alla fotografia di un gruppo di alunne, se dovesse indicare la più bella, non è detto che sceglierebbe la ninfetta. Bisogna essere artisti, folli... bisogna essere pieni di vergogna, di malinconie, di disperazione per riconoscere in mezzo alle altre il micidiale demonietto. Spicca tra le ignare compagne, inconsapevole anche lei del proprio fantastico potere"

(Lolita - Vladimir Nabokov )



Thirasak spalancò di colpo la porta del negozio attirando tutta l'attenzione su di sé.

Meno di un'ora prima sua suocera lo aveva chiamato, piuttosto agitata informandolo che, sua moglie Chaylay doveva aver avuto dei problemi con la macchina e, che si era vista costretta a chiamare il soccorso stradale. Sebbene la ragazza non fosse stata intenzionata ad avvisare i parenti per non allarmarli inutilmente, ci aveva pensato uno degli assicuratori delle loro auto a chiamare la capo famiglia in persona per metterla a conoscenza del fatto avvenuto.

L'agente dall'altra parte del telefono non si era sbilanciato molto nei dettagli, comunicando alla donna che, quella mattina, una delle vetture a lei intestate, era stata rimossa dalla carreggiata a causa di un guasto al motore e che, urgeva la sua autorizzazione, in quanto proprietaria, per poter avviare le solite procedure di rito.

A quelle parole Uma si era allarmata. Conscia del fatto che alla guida della vettura ci fosse sua figlia che, oltretutto, era in uno stato avanzato di gravidanza, aveva subito domandato se vi fosse stato un incidente che avesse coinvolto la giovane. Dalle informazioni fornite dal suo interlocutore, non era stato segnalato nessuno stato d'allerta, non era avvenuto nessuno scontro o incidente di altro tipo che avesse richiesto l'arrivo di un'ambulanza sul posto quindi, si poteva dedurre, che la giovane fosse in salute e che, molto probabilmente, avesse continuato le attività giornaliere come da programma.

Terminata la chiamata e sospesa la riunione, Uma si era subito attaccata al telefono cercando di contattare Chaylay, purtroppo senza successo.

Figlia di una nuova generazione, ingenua e facilmente influenzabile dalle idee più strampalate in voga sul web, Chaylay, si era convinta che le radiazioni immesse dagli smartphone potessero nuocere gravemente al feto e, di conseguenza da un paio di mesi, aveva iniziato ad utilizzare sempre meno l'apparecchio, lasciandolo spesso e volentieri spento, per accenderlo solo quando strettamente necessario.

Alla donna non era restato altro da fare che avvisare suo genero dell'accaduto per spingerlo ad andare a controllare che la giovane fosse giunta a destinazione, sana, salva ed in perfetta salute.

"Mae, ti stai preoccupando troppo, Chaylay non è un'incosciente, se le fosse accaduto qualcosa di grave, ci avrebbe avvisati subito, vedrai che sarà andata al lavoro come previsto, magari con l'ausilio di un taxi" le aveva risposto Thirasak appresa la notizia.

"Io non sono tranquilla e, vista la situazione delicata che sta vivendo tua moglie, non dovresti esserlo nemmeno tu. Lo sai che questa riunione con le aziende estere è troppo importante per permettermi di assentarmi e raggiungerla, spetta a te farlo e controllare che stiano bene sia lei che il bambino. E' tua moglie ed è un tuo compito mettere il suo benessere al primo posto" la risposta autoritaria della donna non aveva esitato ad arrivare, irritando l'uomo dall'altro capo del telefono.

Se fosse stato per sua suocera, sua moglie, avrebbe dovuto essere controllata a vista ventiquattro ore su ventiquattro. Nonostante avesse già superato i trent'anni, Uma continuava a trattarla come se fosse una bambina ancora in fase di crescita, da accudire e svezzare. L'uomo era sempre più irritato da quel comportamento ma, come sempre, non aveva fatto altro se non abbassare la testa e acconsentire a quella richiesta, nascondendo la rabbia e l'irritazione per quella mancanza di rispetto.

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