"Limbo"

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"Quando siamo illusi c'è un mondo da fuggire. Quando siamo consapevoli non c'è niente da cui fuggire"

(Bodhidharma)


Non, dopo aver lasciato la casa di suo padre, essersi sfogato contro il genitore ed averlo accusato di avergli permesso di continuare a vivere, si era allontanato dalla città senza pensare minimamente a cosa ne sarebbe stato di lui da quel momento in poi. Come P' Chad gli aveva raccontato, anch'egli aveva semplicemente iniziato a camminare senza una meta, spinto solo dall'istino e dal suo corpo che, come una macchina, lo aveva portato lontano sempre di più.

La città con le sue luci, i suoi colori e la presenza della gente, passo dopo passo, si era fatta sempre più silenziosa, o forse erano stati la sua mente ed il suo cuore a chiudere tutto il resto del mondo al di fuori di quella bolla silenziosa che si era creato e, nella quale desiderava restare rintanato per sempre.

Non si sentiva totalmente devastato.

Non solo per il dolore causato dagli avvenimenti intercorsi con il P', ma per tutto quello che si era sommato in seguito a quell'evento scatenante. Vagava per le vie sempre, più buie e vuote della città, accusandosi di tutto quello che aveva sofferto nell'ultimo anno. Voleva solo sparire, andare lontano, il più distante possibile da tutte quelle persone che gli avevano causato dolore e, alle quali lui aveva risposto con la stessa moneta. Suo padre e P' Chad erano stati crudeli con lui, tanto quanto lui, a causa della sua codardia e della sua stupidità, lo era stato per loro. Fuggire da tutta quella disperazione era l'unica cosa che potesse fare per non cedere al desiderio sempre più imminente di sparire e basta.

Spostandosi come un'ombra fra i vicoli illuminati dalla luce fredda dei lampioni, non si era nemmeno accorto di essere arrivato in quella particolare zona della città dove forse, sarebbe riuscito a ritrovare un po' di tranquillità. Il suo corpo era stremato, aveva camminato per ore, senza mangiare ne bere, portandosi dietro la fatica ed il sonno della giornata precedente. Non aveva nulla con sé in quel momento se non lo zaino con il quale quella mattina era uscito di casa, contenente due libri, l'astuccio e la sua borsa degli attrezzi per l'intaglio. La frescura della sera aveva portato con sé la pioggia, lasciandolo, bagnato ed infreddolito, raggomitolato sotto un portico a pochi passi dalla stazione degli autobus.

Aggrappandosi a quel briciolo di lucidità che ancora gli era rimasta, aveva comprato un biglietto di sola andata per quell'unico luogo di pace che ancora poteva considera sicuro e accogliente. Non disponeva di molto denaro, quel poco che aveva gli era bastato giusto per l'acquisto del documento di viaggio, il suo cellulare era scarico e, nelle condizioni un cui si trovava, zuppo di pioggia, con il volto ricoperto di dolore e le occhiaie ben visibili, era stato difficile anche il solo convincere l'autista del mezzo a lasciarlo salire, senza considerarlo un semplice vagabondo, potenzialmente pericoloso e con il solo scopo di creare problemi.

"Per favore. Voglio solo tornare a casa" erano state le parole supplicanti pronunciate in direzione del guidatore quando, dopo aver lanciato un'occhiata severa al ragazzo, l'uomo gli aveva detto che non poteva salire in quelle condizioni.

"E va bene, mettiti nei sedili in fondo e vedi di non dare fastidio agli altri passeggeri. Se sento anche una sola persona lamentarsi della tua presenza, ti faccio scendere all'istante. Non mi importa dove ci troveremo, che sia l'autostrada o l'aperta campagna, al primo lamento sarà mia premura liberarmi di te" le parole taglienti dell'uomo non avevano minimamente turbato il ragazzo, nulla di più di quello che aveva vissuto quel giorno avrebbe potuto farlo. Ringraziando l'autista per la sua comprensione e unendo le mani con il capo chino, si era seduto in uno degli ultimi sedili in fondo, infilando lo zaino nello spazio libero ai suoi piedi e, rannicchiandosi nella maglietta a maniche corte umida che come gli altri vestiti indossati, gli stava provocando dei piccoli brividi di freddo lungo tutto il corpo, costringendolo a serrare i denti battenti per la paura. Non voleva certo rischiare che, i pochi passeggeri a bordo riuscissero a percepire la sua presenza disturbante, dando così il pretesto all'uomo, che si trovava alla giuda, di sbarazzarsi di lui.

CHADWhere stories live. Discover now