"Così carino che ti bacerei"

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"Mi spiace, non ho molto da offrire in questo momento. Ultimamente mi sono affidato al cibo d'asporto, avrei dovuto fare la spesa ma... non ne ho avuto il tempo"

Lhong porse una bottiglietta di mogu mogu al mango nelle mani del più piccolo che, seduto su una delle due sedie teneva lo sguardo basso.

Il musicista, meno di dieci minuti prima, si era ritrovato davanti alla porta della stanza, intento a bussare con un certa foga, Nong Non. Dopo un primo momento di sgomento, indeciso sul da farsi, recuperando un certo coraggio e spinto da un briciolo di curiosità, aveva invitato il piccolo ad entrare ed accomodarsi.

Lhong non era abituato ad avere gente, soprattutto sconosciuta, che gli girasse per la stanza. Pochi fra i suoi conoscenti avevano ottenuto, negli anni universitari quel privilegio. Kanya, James e ovviamente Kao, erano stati gli unici a poter affermare di aver visto l'abitazione del ragazzo. Nemmeno a Nong Chad era stato concesso quel dono, un po' per timore e un po' perché non ritenuto necessario da entrambi.

Il P' avrebbe potuto adottare quel comportamento anche con il Nong che stava seduto di fronte piuttosto imbarazzato ma, qualcosa nel suo sguardo lo aveva spinto a cedere. Non sembrava così spaesato e confuso che il musicista guardandolo dritto in volto non aveva avuto il cuore di mandarlo via.

"Grazie P' Lhong" sussurrò debolmente il piccolo, accettando la bevanda e poggiandola sul tavolo.

Fra tutte le persone che si era aspettato di trovare oltre quella soglia P' Lhong era senz'altro l'ultima con cui avrebbe voluto avere a che fare. Si sentiva sempre in soggezione di fronte al ragazzo, intimidito ed insicuro. Dopotutto, P' Lhong, era stato la grande debolezza di P' Chad, l'unico, a detta di P' Kiet che avesse fatto davvero battere il cuore del violinista. Agli occhi del Nong, quel P' così taciturno e misterioso, che amava stare in silenzio in disparte, aveva solo pochi amici e, in quel momento viveva un amore lontano e travagliato, era una figura affascinante e pericolosa allo stesso tempo.

"Cosa posso fare per te Nong Non?" Lhong era piuttosto stanco e provato.

Quella sera aveva provato a contattare Kao, desiderava più di ogni altra cosa sentire la sua voce, la sua risata per illudersi che il piccolo fosse a pochi chilometri da lui, steso nel letto della sua camera, con Na Mei e le due pesti al piano di sotto intente a contendersi chissà quale attenzione. Invece, Kao non c'era. Era lontano, chilometri e chilometri, in un'altra città, in un altro stato, accerchiato da persone nuove, interessanti e divertenti con le quali poteva immaginarlo parlare e ridere di gusto, forse, ancora di più di quando si trovavano in compagnia l'uno dell'altro. Quel pensiero negativo addizionato alla mancata risposta del ragazzo alla sua chiamata, aveva spinto Lhong sull'orlo dello sconforto. Poi, la musica ed il suo migliore amico il pianoforte lo avevano chiamato, confortandolo e spingendolo a riversare tutta quella malinconia su di loro, per liberarsene e lasciare spazio all'amore e alla serenità.

Il pianista era solito mettersi suonare in piena notte, approfittando del silenzio della città e della compagnia della luna.

"Scusami P' hai ragione. Ti starai chiedendo che cosa ci faccio qui, in piena notte, in camera tua ad invadere il tuo spazio personale" iniziò titubante il Nong prendendo un bel respiro "La verità è che...

Ti...ti ho sentito suonare. Non è la prima volta che succede, mi capita spesso quando mi fermo a dormire da P' Chad" continuò il ragazzo rendendosi conto solo dopo quell'affermazione di aver parlato troppo. "No... cioè... noi... stiamo...non stiamo..."

Lhong rimase in ascolto, per nulla turbato da quelle affermazioni, invogliando con lo sguardo il più piccolo a continuare. Che Non e Chad fossero uniti non era certo un mistero ai suoi occhi. Bastava osservarli con attenzione, soffermandosi sugli sguardi che si scambiavano ad ogni interazione per dedurre che fra loro vi fosse un legame speciale, di quale natura esso fosse e, quanto e cosa facessero i due quando stavano assieme, non era certo affare del P', Lhong aveva imparato a tenere a bada la sua natura curiosa con il tempo ed esercitando la sua discrezione.

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