Capitolo quarantotto: finché non ci rincontreremo

274 12 0
                                    

"And now, it's time to leave and turn to dust"

- canzone: To Build a Home di The Cinematic Orchestra

-----------------------------------------------------------

Draco era andato nella Stanza delle Necessità per cercare e affrontare Harry Potter: quando il Golden Trio era stato alla Malfoy Manor, Harry gli aveva rubato la bacchetta.
Anche se la sua piccola missione non era andata come sperava. Draco aveva fatto l'errore di portare con sé Goyle e Blaise.
Il Golden Trio e i Serpeverde si erano messi in una situazione piuttosto complicata. Avevano cominciato a lanciarsi maledizioni ma Goyle aveva perso il controllo. Harry aveva scelto di salvare lui e Blaise, facendoli tutti uscire sani e salvi dalla Stanza delle Necessità. Fortunatamente, nel mentre Harry aveva trovato il Diadema perduto e lo aveva distrutto. Sfortunatamente, il fuoco aveva causato l'esplosione di un muro.

Draco tossì mentre cercava di rialzarsi: aveva il respiro affannato ma riuscì a sporgersi in avanti, mettendosi le mani sulle ginocchia. Un sorriso gli spuntò sulle labbra, ricordando di aver detto a Ophelia di incontrarlo.
Si passò le dita tra i capelli mentre zoppicava verso l'angolo del corridoio.
Aspettava, aspettava e aspettava...
Ma non era venuta.
Aggrottò le sopracciglia mentre si guardava intorno allarmato. "Ophelia?" Gridò il suo nome, sapendo bene che ormai sarebbe già dovuta arrivare: "Ophelia?"
Un lungo sospiro gli scivolò dalle labbra mentre qualcuno gli afferrò il polso.
Si voltò, assottigliando lo sguardo: "Cosa vuoi Nott?"
Theodore gli rivolse un'espressione seria ma sconvolta: "Devi andare nella Sala Grande. Ora".
Mentre Nott stava camminando per il corridoio poco prima, Macy, Lillian e i gemelli Weasley erano tutti rannicchiati intorno ad un corpo. Avvicinandosi lentamente aveva capito di chi si trattasse, e aveva subito detto loro di portarla nella Grande Sala, dove andavano tutti quelli che erano stati feriti. "Lei non sta bene, Malfoy".
Draco lo guardò confuso: "Cosa?" chiese, realizzando solo dopo ciò che stava accadendo. "Ma non mi lasciano mai entrare nella Sala Grande senza urlarmi contro..."
"Draco" lo avvertì Theo. "Vai".

-

Draco non aveva mai corso così tanto velocemente in tutta la sua vita, spingendo chiunque per farsi strada mentre correva giù per le scale e arrivava nella stanza affollata.
Ignorò completamente tutte le urla e gli sguardi disgustati che riceveva. Non gli importava. Aveva bisogno di vedere Ophelia.
Si fermò non appena vide Luna, Macy, Lillian, Fred, George e altri tutti accovacciati intorno a qualcuno. Sentì le ginocchia indebolirsi, le labbra leggermente aperte mentre sentiva il suo cuore andare in frantumi. Sapeva già per chi stavano piangendo.
Sorpassò tutte le persone che si trovavano sulla sua strada.
"No, no, no..." mormorò.
Si fece subito spazio tra il gruppo, scambiandosi gomitate con i gemelli mentre si avvicinava a loro: "Come sta?" sospirò angosciato mentre i suoi occhi risalivano a Macy, che era seduta accanto a Ophelia.
Le ciocche dei suoi capelli erano distese contro il tappetino malconcio. Il suo corpo sembrava quasi completamente privo di vita, gli occhi un tempo blu oceano erano spenti, aperti ma spenti. Il suo corpo era ferito e mutilato. Era viva a malapena.

Il respiro di Draco si bloccò nella sua gola non appena vide il sangue rosso scuro secco sui suoi vestiti. Non credeva che stesse così male... quando Nott gli aveva detto che era stata ferita, credeva che fosse niente di grave. Ma si sbagliava davvero.

Macy lo guardò con grandi occhi tristi. Si alzò lentamente, sapendo che avrebbe voluto prendere il suo posto. Si sistemò al fianco di Ophelia e le accarezzò la guancia con la mano: "Chi ti ha fatto questo?" La sua voce era intrisa di panico e preoccupazione. "Cosa è successo?"
Lei gli rivolse un piccolo, triste sorriso: "Avery..." tossì e la sua faccia divenne rossa, "ma poi un muro..." la sua voce era bassa e rauca.
Si sentì come se qualcuno gli avesse strappato il cuore dal petto. Sapeva che il suo tempo era quasi finito.
Guardò gli occhi di Ophelia cercando di sopprimere le forti emozioni. Le lacrime gli riempivano gli occhi: "No" mormorò, il cuore che gli batteva forte nel petto, "no, non ancora".
"Draco... mi dispiace" la sua pelle era pallida. "Tu non meriti questo..."
Scosse la testa e le sfiorò la guancia con il pollice: "Non dirlo. Hai ancora tempo... Ci deve essere qualcosa che possiamo fare" farfugliò, guardando gli altri.
"Abbiamo già chiesto" borbottò Lillian mentre il suo labbro inferiore tremava. "Ha perso troppo sangue, hanno detto che non c'è niente per aiutarla, nessuna pozione o..." non riuscì a finire la frase.

A Draco girava la testa, stava succedendo tutto troppo in fretta. Non era pronto a lasciarla andare.
Non era ancora pronto.
Non poteva accadere. Perché solo un'ora prima stava bene. Non riusciva a capire come la sua Ophelia potesse morire. Era tutto per lui.
Lei lo faceva sentire felice. Amato. Curato. Completo.
Lei era la sua casa.

"Ci deve essere qualcosa" guardò Ophelia, "non preoccuparti, andrà tutto bene. Andrà tutto bene amore".
Lei gli rivolse un sorriso malinconico: "No... fa male" il suo tono era appena sopra un sussurro, "non posso restare" tossì e il suo respiro si fece pesante. "Non voglio più. Fa troppo male... sono così fottutamente stanca, di tutto".

Un singhiozzo uscì dal fondo della gola di Draco, perché sapeva cosa intendeva. Non era stanca per essere stata ferita o per il fatto che stesse morendo. Era stanca di essere a pezzi. Aveva vissuto la sua vita con sorrisi impressi sul suo volto, ma quello non significava che fosse sempre veramente felice. Era stanca della sua vita. Era stanca di vivere.
Ma se lei era pronta a rinunciare non significava che lo fosse anche lui.
"Non puoi andartene" lottò per trovare le parole giuste, "non puoi lasciarmi Ophelia, non riesco a pensare a cosa farei senza di te... Io..."
"Shhhh" sussurrò Ophelia, "starai bene". Le sue palpebre lottavano per rimanere aperte. "Draco. Tienimi la mano, per favore".
La guardò mentre le lacrime gli uscivano dagli occhi. Le prese dolcemente la mano destra. Lei gli diede debolmente una stretta rassicurante.
"Je t'aime. Jusqu'à ce que nous nous revoyions..."
Sebbene la sua voce fosse quasi impercettibile, Draco sapeva quello che aveva detto. Erano due frasi che lei gli aveva ripetuto per quasi un anno: 'Ti amo, finché non ci rincontreremo'. Aveva subito riconosciuto le parole francesi non appena avevano lasciato le sue labbra pallide.
Il corpo di Draco si indebolì mentre guardava Ophelia chiudere gli occhi. Arrendersi.
Poi il suo corpo si rilassò.

Lillian si aggrappò al corpo di Macy mentre anche lei iniziava a piangere. Conoscevano Ophelia sin da quando erano salite a bordo dell'Hogwarts Express quando avevano 11 anni. Ophelia era sempre stata lì per loro.
Quando i genitori di Lillian avevano divorziato durante il primo anno, quando Macy era stata bullizzata per essere una nata babbana, il momento durante il quarto anno quando l'accompagnatore di Lillian l'aveva abbandonata al Ballo del Ceppo, quando Macy aveva il cuore spezzato... Era sempre lì per loro. E da quel momento non ci sarebbe più stata.
Se n'era andata.

"No" Draco guardò Ophelia. "No, smettila. Non puoi farmi questo" scosse il suo corpo, come a volerla risvegliare. "Ophelia no!"
Sentì il suo corpo iniziare a tremare e a sgretolarsi. "Ti amo, ti prego svegliati..." la sua voce era bassa, quasi troppo silenziosa per essere sentita.

Draco sussultò quando si sentì una mano sulla spalla. Sollevò la testa e vide Luna, che si inginocchiò accanto al corpo senza vita di Ophelia.
"Ora è in un posto migliore" disse a Draco, che aveva gli occhi arrossati e pieni di lacrime, "dovremmo lasciarla riposare".
Luna si guardò indietro e si alzò, facendo un cenno agli altri che si allontanarono lentamente, lasciando Draco da solo con la sua principessa Tassorosso.
Avrebbe voluto urlare.
Avevano passato di tutto insieme. Baciarsi e ballare sotto la pioggia, ascoltare la sua musica con il suo Walkman seduti in riva al lago, i litigi, le notti insonni a pensare a quanto la amasse, quella notte nella Stanza delle Necessità leggendo Amleto insieme. Lei rapita e rinchiusa nel suo seminterrato... rivide tutto quanto nella sua mente, come un film.

Lui la guardò, qualcosa attirò la sua attenzione. La collana d'oro che le aveva regalato durante il quinto anno. Premette delicatamente la mano contro il suo cuore, dove riposava il gioiello. Urlò di dolore mentre si rendeva conto che non c'era battito, nessun suono. Niente. Se n'era davvero andata.
Draco si asciugò le lacrime. Spostò la mano e le prese il viso. Si chinò e le premette un bacio sulla fronte.

"Je t'aime. Jusqu'à ce que nous nous revoyions".

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Where stories live. Discover now