Capitolo trentuno: perché le lacrime?

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"What am I now?
What if I'm someone I don't want around?
I'm fallin' again
I'm fallin' again
I'm fallin"
- canzone: Falling di Harry Styles

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Per la prima volta Ophelia sentiva di avere il bisogno di piangere. Il che era strano, perché le succedeva molto raramente.
Si morse esageratamente forte il labbro, mentre camminava avanti e indietro in un corridoio vuoto. Si sarebbe dovuta trovare in classe, per affrontare la prima lezione di quel giorno, Trasfigurazione, ma la sua mente era da tutt'altra parte e aveva bisogno di schiarirla.
Avanti e indietro. Avanti e indietro. Avanti e indietro...
Strinse gli occhi e scosse la testa aggressivamente, cercando il più possibile di trattenere le lacrime. Smise di camminare, si chinò in avanti e si mise le mani sulle cosce. 'Tutto questo è patetico' pensò tra sé e sé, sentendo le calde lacrime scorrerle sulle guance, 'sto esagerando di nuovo, non dovrei piangere'. Soffocò un singhiozzo.
Erano passati esattamente 5 anni dalla morte di sua madre e normalmente non avrebbe mai pianto, se non fosse stato per il fatto che durante la colazione di quella mattina aveva sorprendentemente ricevuto una lettera da parte di suo padre, rendendola ancora più emotiva di quanto non lo fosse già, dal momento che non aveva più ricevuto sue notizie da quando era iniziato l'anno scolastico. E ciò che le faceva ancora più male al cuore era il contenuto del biglietto: suo padre aveva trovato una foto insieme a sua madre e aveva deciso di inviargliela.
Non era l'unico motivo per cui si sentiva così ansiosa. Era sopraffatta dalla scuola, anche se era solo la terza settimana, e, poiché in qualche modo era riuscita a superare gli esami, frequentava i corsi delle nuove materie per affrontare i M.A.G.O., di cui non riusciva a capire molti argomenti.

Inoltre, il modo in cui si stava comportando Draco non le era affatto d'aiuto. Anche se si era "scusato" per aver reagito male, continuava ad avere un atteggiamento inverosimile. Non la trattava in modo equo e la stava solo rendendo insicura su come si stesse comportando nei suoi confronti o comunque in generale. Si sentiva come se fosse lei il problema, come se fosse giusto che lui si arrabbiasse solo perché lei era appiccicosa e fastidiosa.
Appiccicosa e fastidiosa.
Quelle erano le parole che la rendevano consapevole di come si sarebbe dovuta comportare in sua presenza, o di cosa avrebbe dovuto dire. Lo odiava. Odiava il fatto che la facesse sentire come se fosse lei la cattiva.

Il suo respiro si bloccò non appena sentì dei passi provenire dal fondo del corridoio.
'Merda, merda, merda'. Andò in panico, pensando a cosa fare. Stava per scappare, pensando che i passi pesanti appartenessero ad un insegnante, ma avrebbe voluto piangere ancora di più non appena vide chi avesse girato l'angolo. Si voltò verso l'altra direzione cominciando ad allontanarsi, pensando di poter scappare.
"Woodlock?"
Non si voltò, smise di camminare e si mise la testa tra le mani. Sentiva di non riuscire a respirare. 'Fai respiri profondi' si impose per cercare di calmarsi.
Respira. Inspira ed espira. Inspira ed espira...
"Ophelia". Poteva dire che la stava raggiungendo dal modo in cui la sua voce diventava sempre più chiara: "Non dovresti essere fuori dalla classe adesso. E perché sei al settimo piano?" Si fermò proprio dietro di lei: "Stai piangendo?"

Draco non l'aveva mai vista piangere prima di quel momento, e non aveva idea di come comportarsi. Le mise delicatamente una mano sulla spalla, facendola trasalire al tocco.
"Ehi" mormorò, girandola verso di lui, "cos'è successo?" Le tolse dolcemente le mani dal viso, notando che i suoi occhi erano gonfi e tristi, e le lacrime scorrevano incessanti lungo le guance arrossate.
Non lo guardò, non voleva farlo, così si limitò a guardarsi le scarpe. Lui la strinse esitante in un abbraccio e, per quanto non volesse, lo abbracciò a sua volta, scoppiando immediatamente a piangere ancora di più. "Mi manca" singhiozzò, affondando la testa nella sua uniforme.
"Chi?"
"Mia mamma". I suoi singhiozzi crescevano, provando a pronunciare le parole: "Mi manca così tanto. Fa così male..." Lo abbracciò più forte. "Perché fa così male?" Ansimava, cercando di respirare meglio. Non piangeva così tanto da molto tempo.
"Shh" le sussurrò Draco, accarezzandole dolcemente da testa. "Andrà tutto bene".
"No, non è vero" disse con un tono quasi arrabbiato, "perché ha dovuto ucciderla?" Non sapeva neanche lei cosa stesse dicendo.
Le sopracciglia di Draco si corrugarono, non sapeva che qualcuno avesse effettivamente ucciso sua madre. "Cosa? Chi?" Le parole gli uscirono dalla bocca prima che potesse fermarle.
"Un cazzo di Mangiamorte, un certo Avery, o un nome del genere" la sua voce era ovattata contro la sua divisa, "non ne sono sicura". Lo sapeva eccome, ma non si sentiva di dirglielo.
Draco si irrigidì. Tutto il suo corpo si congelò. Rimase lì impalato, con gli occhi sgranati e non sapendo cosa dire o fare. Aveva la bocca asciutta.
Si allontanò leggermente da lui e tirò su col naso. Si asciugò le lacrime con la manica: "E comunque perché anche tu sei fuori dalla classe?".
Draco non riusciva a guardarla. Si schiarì la gola: "Nessun motivo" mentì.
Soffocò un singhiozzo: "Odio quando fai così".
Draco non disse niente, non pensava di poterlo fare. Si allontanò da lei e si schiarì nuovamente la gola: "Ehm... Lascia che ti accompagni nella tua Sala comune, hai bisogno di dormire".
Ophelia annuì.
Si maledisse, non voleva lasciarla sola in un tale stato, ma aveva bisogno di un po' di spazio per pensare.

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Draco strinse la mascella mentre la osservava entrare nella Sala comune di Tassorosso. Odiava se stesso. Gli aveva chiesto di stare con lei, e aveva puntualmente rifiutato. Sarebbe voluto rimanere, ma gli sembrava sbagliato. Era ancora più convinto del fatto che non avrebbe potuto dirle assolutamente il suo segreto. Lo avrebbe sicuramente odiato.

Draco era stato costretto a far parte dei seguaci di Voldemort durante l'estate, più comunemente conosciuti come Mangiamorte. Non aveva potuto rifiutarsi, il Signore Oscuro aveva minacciato lui e la sua famiglia, così che non aveva avuto scelta.
Conosceva benissimo Avery, anche se gli non era mai piaciuto così tanto, e ora lo odiava ancora di più per aver ucciso la madre di Ophelia.
Sapeva che se Ophelia avesse scoperto che era un Mangiamorte, lo avrebbe detestato. Non doveva saperlo in alcun modo, lui non lo avrebbe mai permesso.
Odiava il modo in cui la trattava. Sapeva che era sbagliato, e che meritava di meglio. Ma non poteva perderla. Non ancora, almeno.
Era talmente stressato per tutta la merda che il Signore Oscuro gli stava imponendo di fare, che aveva riversato tutta quella rabbia su Ophelia.

Si passò la mano tra i capelli e tornò indietro fino al settimo piano. Più specificamente verso la Stanza delle Necessità. 

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Where stories live. Discover now