Capitolo quattordici: pensieri

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"So I drown it out like I always do
Dancing through our house
With the ghost of you"
- canzone: Ghost Of You dei 5 Seconds of Summer

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"Stupeficium!" urlò Ophelia puntando la bacchetta contro Hermione, la quale volò nello spazio vuoto dietro di lei.
"Perfetto Ophelia!" Harry le sorrise facendole un cenno col capo.
Ophelia sapeva di star cercando di dare il massimo per lanciare gli incantesimi con precisione, ma la sua mente era in un posto completamente diverso.
"Ottimo lavoro, finalmente l'hai lanciato correttamente!" disse Hermione alzandosi e pulendosi la gonna.
Ophelia si grattò la nuca. "Ti sei fatta male? Mi dispiace..."
"No, stai tranquilla" le disse Hermione con una leggera risatina, "non devi scusarti così tanto, e inoltre lo scopo di tutto questo è proprio quello di migliorare gli incantesimi, quindi non scusarti ogni cinque minuti". La Grifondoro emise un sospiro prima di avvicinarsi a Ron.
Ophelia si morse la guancia. "Giusto" borbottò. Poteva sempre contare su Hermione perché le dicesse la verità.
"Stai facendo davvero un bel lavoro Ophelia" disse Harry camminando verso la Tassorosso, "ma penso che sia necessario concentrarsi di più. Lavoreremo sull'incanto Patronus tra circa uno o due mesi, quindi dovrai essere estremamente concentrata. Ma non ho alcun dubbio che sarai in grado di eseguirlo".
Lei gli annuì. "Sì, mi dispiace essermi distratta così facilmente. Ci proverò di più".
Harry le sorrise prima che la sua attenzione andasse su Ron e Hermione.

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Notti come quelle erano in assoluto le peggiori. Il continuo rigirarsi nel letto, cercando di trovare la posizione più comoda... la sua mente era ovunque. Un minuto prima pensava all'esercito di Silente, quello dopo si chiedeva di Draco.
Poi un pensiero la colpì improvvisamente. Un pensiero che ultimamente non stava nella sua mente. Sua madre.
Il cuore di Ophelia soffriva al pensiero. Se sua madre non fosse morta quella notte, la sua vita familiare sarebbe stata diversa. Suo padre non sarebbe un vecchio depresso, solitario e maniaco del lavoro, e probabilmente andrebbe d'accordo con la sorella. La sua mamma era la colla della famiglia Woodlock e, quando se n'era andata, era caduta a pezzi in un istante.

Gli occhi di Ophelia si aprirono. Non avrebbe dormito, soprattutto con il fatto che stesse pensando alla sua famiglia.
Emise un sospiro tremante e si strofinò la tempia per un breve momento. Non le piaceva pensare a quello che succedeva in casa Woodlock.
Sua madre era una strega nata babbana, anche lei brillante. Non le importava se veniva chiamata Mezzosangue o se veniva paragonata ad una Purosangue.
Lei era diversa, molto simile a Ophelia. Le mostrava tantissime cose del mondo Babbano, regalandole gli oggetti più bizzarri ma pur sempre affascinanti. Inoltre non le importava che la loro famiglia venisse spesso chiamata 'traditrice del proprio sangue' in quanto il padre di Ophelia era un Purosangue.
Erano tutti così felici prima che se ne andasse.

Suo padre invece ora si annegava nel suo lavoro al Ministero, senza mai prestare attenzione a Ophelia, senza mai prendersi il tempo di scriverle una lettera per farle sapere come stesse o cosa stesse succedendo. In realtà non era nemmeno tornata a casa per le vacanze invernali. Era rimasta a Hogwarts.
Alexandra, sua sorella, aveva 21 anni. Viveva con il suo ragazzo, che a Ophelia non era mai piaciuto, in una piccola città in Inghilterra. Le due sorelle non si vedevano mai, a meno che non venissero obbligate, anche se Alexandra a volte scriveva alla giovane Woodlock, solo per assicurarsi che stesse bene.
Quelle erano le uniche lettere che Ophelia riceveva e le davano sempre un po' di speranza. Come se alla fine tutto sarebbe andato bene.

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"Questa lezione segnerà la mia fine" disse Ophelia disperatamente, abbandonandosi sulla sua sedia.
"Onestamente, se devo sentire questo rospo rosa parlare ancora una volta, credo che impazzirò" si lamentò Macy prendendo il suo posto accanto ad Ophelia.
"Ehi quattr'occhi". Si voltò verso destra per vedere Draco prendere il suo posto nel banco accanto alle ragazze.
"Malfoy". Lo salutò mentre la sua faccia iniziava a diventare rossa.
"Aprite i vostri libri di testo a pagina 282 e iniziate a leggere. Non fiatate" ordinò la Umbridge alla classe. Ophelia alzò gli occhi al cielo mentre sfogliava il suo libro.
Non c'era dubbio che Harry fosse 100 volte più bravo a insegnare rispetto alla Umbridge.
Ophelia si spostò gli occhiali sul naso e cominciò a "leggere" la pagina del libro, sebbene tutte quelle informazioni non le assimilava.

Ophelia si sentì degli occhi addosso. Guardò il banco di Parkinson e Draco e vide che lui la stava fissando. Invece di distogliere lo sguardo, come faceva di solito quando lo trovava a fissarla, le fece un sorrisetto.
Si sentì le farfalle volare nello stomaco appena stabilì il contatto visivo con il biondo.
Lui la osservò mentre arrossiva e questo fece aumentare il suo battito cardiaco.
Lui la voleva. E un Malfoy otteneva sempre ciò che voleva.

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Cosa pensate fino ad ora di questa storia? Scrivete sempre se trovate errori di qualsiasi tipo!

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Where stories live. Discover now