Capitolo trentasette: niente più segreti

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"She
She lives in daydreams with me"
- canzone: She di Harry Styles

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"La Stanza delle Necessità?" domandò Ophelia a Draco, che nel mentre la conduceva davanti ad una delle pareti in mattone del settimo piano. "Perché siamo qui?" lo guardò confusa.
"Non voglio più avere segreti con te" rispose prendendo fiato, sapendo che avrebbe dovuto dirgliela. Tutta la verità.
Ophelia lo osservò attentamente chiudere gli occhi e cominciare a camminare avanti e indietro tre volte. Draco aprì gli occhi quando apparve la porta familiare: le mise una mano nella parte bassa della schiena e la condusse lentamente nella stanza.
"Non vengo qui dall'anno scorso" borbottò Ophelia guardandosi intorno. "Perché hai pensato a questo posto? È un disastro". Oggetti casuali erano sparsi ovunque, come ad esempio un vecchio divano consumato spinto contro un muro o tappeti a motivi singolari gettati a terra."Quindi... perché siamo qui?"
Draco esalò un debole sospiro: "Non arrabbiarti". Sapeva che si sarebbe sconvolta, ma non poteva davvero biasimarla. Lui stesso si sarebbe arrabbiato.
Ophelia inclinò la testa: "Non lo farò".
Draco le prese la mano e la guidò ulteriormente all'interno dell'enorme stanza. Si fermò una volta che si ritrovarono di fronte ad un possente armadio misterioso. "Questo" iniziò mentre lasciava andare la sua mano, "è un Armadio Svanitore. L'ho riparato".
"Perché?"
Draco si fermò per un momento, distogliendo lo sguardo da lei: "Non riesco a dirtelo".

Ophelia osservò i suoi occhi tristi. Gli prese la mano destra e cominciò a giocherellare con l'anello con lo stemma di Serpeverde avvolto al suo anulare: "Lo sai che puoi. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno". La sua voce era calma, anche se sapeva che probabilmente non le sarebbe piaciuta la risposta.
Draco guardò i suoi occhi blu oceano attraverso i suoi occhiali, i nervi che si mostravano chiaramente sul suo volto. Ophelia indicò il divano incoraggiandolo a sedersi, gli afferrò entrambe le mani tremanti e lo condusse verso i cuscini malconci. Si sedettero, Draco continuava a tremare sempre di più.
Lo sapeva. Sapeva che avrebbe dovuto dirglielo.
Draco sentiva il calore di lei che lo circondava, rendendolo più sicuro. Si sentì finalmente pronto, pronto a rivelare tutta la verità e gli orrori delle sue intenzioni. Lei poteva vederlo nei suoi occhi. Stava per crollare.
"Lui mi ha dato un ultimatum. O uccido Silente o lui uccide me". Non riusciva a guardarla, temendo la sua reazione, la paura del rifiuto che gli faceva agitare lo stomaco.

Ophelia si fece avanti, accarezzandogli la guancia. I suoi occhi non si bagnarono d'odio. Più di preoccupazione e paura per il suo Serpeverde. Lei sapeva che non lo avrebbe fatto, sapeva che non ne avrebbe avuto la forza. Uccidere qualcuno? Stroncare una vita innocente? Solo un senza cuore avrebbe potuto farlo. Draco? No. Mai.
"Ok ammetto che è molto complicato..." Lei lo vide diventare più ansioso, le ginocchia che tremavano, la mascella che si contraeva, i muscoli che si irrigidivano.
Era davvero preoccupata, vederlo in quello stato... ovviamente l'aveva già visto preoccuparsi, ma riguardo a cose stupide come gli esami, gli amici, il Quidditch. Ma mai per qualcosa di così serio e grave. Gli altri lo vedevano come il solito ragazzo freddo, anaffettivo, dispettoso ed egoista, ma lei poteva vederlo per ciò che era realmente: si stava lentamente spezzando, il peso della vita che aveva vissuto lo schiacciava, lo soffocava. Era straziante sapere la verità.

"Mi dispiace, ora puoi andartene. Lo capisco se ti spavento ora, seriamente. Non mi arrabbierò se te ne andrai, avrebbe senso. Ophelia, ti meriti qualcuno che non sia destinato ad essere un assassino. Sono orribile, ti prego, vattene, non voglio farti del male..."
Draco fu però improvvisamente interrotto dalle morbide labbra di Ophelia. Inizialmente era teso ma lentamente la tensione svanì, lasciando che un sentimento sincero lo invadesse. Si allontanò, sorpreso.
"Sta zitto".
"Cosa?" domandò confuso e leggermente irritato per la mancanza di contatto fisico.
"Ho detto di stare zitto. Stavi divagando, ho dovuto farlo".
Un piccolo sorriso si formò sulle labbra di Draco. "Quindi non sei arrabbiata?" la guardò scioccato. 'Perché non è arrabbiata? Non lo sembra... o forse mi sta prendendo in giro? Forse non lo è davvero... Ma sembra quasi triste? Mi chiedo perché'. Venne strappato dai suoi pensieri dalla sua voce.
"Posso vedere dai tuoi occhi che ti stai chiedendo perché non sono arrabbiata Draco. Sei davvero facile da capire, a proposito". Continuò a guardarla, incuriosito. Lei rise.
"Ovviamente non sono entusiasta di questa situazione, ma non sei tu quello con cui sono arrabbiata. Lo sono con lui perché ti vuole far fare atrocità che nessuno dovrebbe mai fare, cose che ti faranno solo a pezzi". Era seria, ma stava usando un tono che riservava solo a Draco, che lo calmava e gli dava un senso di sicurezza. "Voglio solo che tu stia al sicuro. Non mi importa come deve accadere". Calde lacrime sgorgarono dagli occhi di Draco, si sentì amato e curato per la prima volta, qualcosa che non aveva mai provato a casa con la sua famiglia, a parte sua madre, o con i suoi "amici".
"Ne pleure pas mon amour" gli asciugò dolcemente le lacrime, i morbidi polpastrelli dei suoi pollici lasciarono tracce d'amore sulla sua pelle.

Lo attirò in un altro bacio, morbido e dolce. Le avvolse le braccia intorno alla vita, tirandola incredibilmente più vicino. Improvvisamente quel sentimento triste e ansioso che Draco provava si trasformò in euforia.
Lei sorrise. Le sue mani vagavano intorno al suo corpo, ogni centimetro che gli apparteneva. Ophelia gli mise le mani dietro il collo, giocando con i suoi capelli morbidi, e Draco le prese delicatamente l'orlo della camicia, aspettando il suo permesso. Lei annuì sorridendo, così Draco la tirò su leggermente e finì sulle assi rigide del pavimento in legno. Le sorrise, cogliendo la sua bellezza. Allungò le mani verso il viso, afferrando delicatamente i suoi occhiali, attento a non sporcare le lenti. "Non voglio che si rompano".
Ophelia gli sorrise ma il sorriso si trasformò in un'espressione di piacere. Morbidi sospiri le sfuggirono mentre le tenere labbra di Draco si muovevano con decisione e fermezza lungo il collo e le spalle. Si avvicinavano sempre di più, sentendo la necessità di colmare il distacco tra loro il più velocemente possibile. Le afferrò velocemente i fianchi, le mani scivolavano sempre più vicino all'interno coscia.
Lei gli afferrò le mani portandole dolcemente ai passanti dei jeans, lui li tirò giù abbassando prima la cerniera e Ophelia lo aiutò togliendoli definitivamente. Draco la fece sdraiare sul divano, si spogliò e tornò di nuovo su di lei.
"Ne sei sicura?" le mormorò all'orecchio prima di premerle un bacio sul suo collo esposto.
"Sì" rispose vagamente, non riuscendo a formulare frasi complete.
Draco e Ophelia. Solo loro due. Tutti gli indumenti erano sparsi intorno alla stanza scarsamente illuminata. Il respiro pesante, pelle contro pelle, i fianchi che si muovevano insieme ad un ritmo costante, le labbra rosse, intrise di dolci baci. Ophelia era tutto ciò di cui aveva bisogno.
La sua schiena si inarcò con piacere appena finì. Ophelia cercò di alzarsi ma non ce la fece: Draco le era caduto addosso, stanco e felice. Gi sollevò il mento e lo baciò dolcemente. Erano entrambi esausti ma contro la sua volontà Ophelia si alzò spingendo il ragazzo di lato e prese i loro vestiti. Si vestirono lentamente, scrutandosi incuriositi.

Completamente vestita gli si avvicinò, avvolgendogli le braccia tremanti intorno al collo e lui la strinse a sé. Si sentivano completi, la semplice presenza l'uno dell'altra li faceva stare bene. Era amore. Ed entrambi lo sapevano.

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Significato della frase in francese:
- Ne pleure pas mon amour significa "Non piangere amore mio". 

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora