Capitolo sette: non come lei

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"Be a part of the love club
Everything will glow for you
You'll get punched for the love club
For the love club"
- canzone: The Love Club di Lorde

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"Lavorare sodo è importante" disse Harry, mentre camminava per la stanza correggendo la posizione delle bacchette dei suoi compagni, "ma c'è una cosa che conta molto di più: credere in voi stessi". Fece un sorriso a Ophelia dato che aveva finalmente lanciato correttamente un incantesimo e riprese il suo discorso: "Vedetela in questo modo, tutti i grandi maghi della storia hanno iniziato non essendo niente di più di quello che siamo noi ora... studenti!" si fermò guardandosi intorno. "Se loro ce l'hanno fatta, perché noi no?"

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Ophelia si diresse lentamente verso l'aula di Incantesimi. Per qualche ragione sconosciuta non riusciva a dormire bene da qualche giorno, aveva presupposto che fosse lo stress per la scuola e gli incontri dell'E.S. Inoltre il fatto che avesse una forte emicrania non la aiutava per niente, in realtà non voleva nemmeno andare a lezione quel giorno. Il cielo era piuttosto scuro e nuvoloso, si trattava di uno di quei giorni in cui si poteva dire che sarebbe andato male.

Si sedette nel suo banco e appoggiò il mento sul palmo della mano mentre sbadigliava.
"Hai un aspetto di merda Woodlock" affermò Draco mentre si sedeva sulla sedia accanto a lei.
"Non c'è bisogno di ricordarmelo" replicò sarcasticamente Ophelia, non guardando nella direzione del ragazzo. Anche se in effetti, pensandoci, non aveva un bell'aspetto: l'ultima settimana di non-sonno stava cominciando a manifestarsi, aveva le borse sotto gli occhi ed era piuttosto pallida.
I suoi occhi color oceano fissavano intensamente la scrivania di legno graffiata. Cominciò ad appisolarsi, non prestando alcuna attenzione al professor Flitwick mentre parlava.

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Non si rese nemmeno conto che la classe aveva iniziato a praticare un tipo di incantesimo levitante. Ophelia strofinò la sua tempia con la mano destra mentre un sospiro le lasciò le labbra. Si guardò intorno alla stanza e si morse il labbro.
"Aspetta... cosa dobbiamo fare?" chiese a Draco, mentre si sistemava gli occhiali.
"Non stavi prestando attenzione?" le disse lui in modo astioso, chiaramente non dell'umore giusto per parlare. Ophelia sentì il suo viso arrossire.
"No, non stavo prestando attenzione, a che pagina è l'incantesimo?" La sua voce stava lottando per rimanere calma.
"Pagina 124" rispose Malfoy aggressivamente. Sembrava che nessuno stesse passando una bella giornata.
"Grazie" mormorò.

I suoi occhi scrutarono la pagina. Batté le dita sul banco con impazienza quando si rese conto che non capiva come eseguire l'incantesimo. Un sospiro tremante le sfuggì dalla bocca. "Come diavolo si fa?" sbottò sottovoce corrugando le sopracciglia.
"Quanto sei stupida Woodlock? Non riesci nemmeno a fare un semplice incantesimo" ridacchiò e scosse la testa.
Ophelia strinse subito i denti. Di solito era facile per lei nascondere il fatto che fosse arrabbiata, ma quel giorno proprio non ci riusciva.
"Non capisco cosa stiamo facendo".
Draco poteva dire che era frustrata ma non aveva intenzione di fare assolutamente nulla per farla sentire meglio, dopotutto perché avrebbe dovuto?
"Sei patetica, è facile. Sembri essere l'unica persona a non averlo capito quattr'occhi" guardò la ragazza, "eppure non sono sorpreso, sei sempre stata incompetente in queste cose".
Ophelia guardò il biondo. "Per favore, taci e basta" disse allungando il collo di lato e raddrizzando la schiena. Stava cercando con tutta se stessa di lottare per mantenere la calma. "O almeno aiutami".
Draco rise al suo commento. "Ok va bene. Il tuo comportamento è molto diverso oggi, hai fallito un altro test? Oppure hai problemi familiari a casa?" le disse con una leggera risata. Chiaramente Draco lo intendeva come uno scherzo, ma aveva completamente dimenticato che sua madre era morta. Il Serpeverde volle immediatamente rimangiarsi ciò che aveva detto appena vide Ophelia infilare aggressivamente i suoi libri nella borsa e alzarsi in piedi anche se la lezione non era affatto finita.
"Ophelia aspetta, non intendevo dire..."
Uscì dall'aula prima che potesse finire, ignorando tutti gli sguardi e le chiamate del professor Flitwick.

Ophelia trattenne le lacrime mentre camminava lungo il corridoio cercando di tornare alla sala comune di Tassorosso senza essere scoperta da un insegnante. Non piangeva spesso e di sicuro non avrebbe voluto sprecare le sue lacrime per Draco Malfoy o in generale solo per aver passato una brutta giornata, anche se in quel momento le veniva davvero difficile. Si sentì subito in colpa per aver fatto una scenata e lasciato la lezione, voleva tornare indietro e scusarsi con il suo professore ma sarebbe stato ancora più umiliante. Questo non era proprio da lei, di solito riusciva a nascondere i suoi sentimenti.
I suoi pensieri vennero interrotti improvvisamente da una familiare vocetta acuta: "Signorina Woodlock, che ci fa fuori dalla classe?" chiese la Umbitch alla Tassorosso in difficoltà.
Ophelia non riuscì a pensare ad una risposta prima che la Umbridge pronunciasse le parole che temeva di più, anche se sapeva che alla fine sarebbe successo.
"In punizione, venga nel mio ufficio dopo che le lezioni di oggi saranno finite".
'Fantastico, la mia giornata non potrebbe fare altro che migliorare'.



yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora