Logan

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Ero seduto al tavolo della cucina, ripassando mentalmente il percorso che avremmo fatto qualche giorno dopo per entrare a casa le Blanc, quando la pioggia iniziò a battere così forte dal farmi temere che avrebbe spaccato il vetro.

-Mike e gli altri si staranno fracicando. – Kat, l'unica a farmi compagnia quel pomeriggio, era seduta a gambe incrociate sulla sedia.

Mi guardò con quello sguardo carico di preoccupazione che mi si strinse il cuore. – Sono sicuro che si siano riparati dentro qualche negozio. – la rassicurai.

Lei si morse il labbro, non convinta. – Dici? –

Kat era ancora una ragazzina, anche se odiava essere definita così, e si preoccupava per nulla.

Alzai le spalle. – Un po' di pioggia non può di certo ucciderli. –

Non l'avessi mai detto.

Se Kat si rilassò un po', io stavo per affrontare qualcosa alla quale non ero pronto.

Mentre percorrevo con il dito il tragitto disegnato sul foglio, suonarono alla porta. – Vado io. – dissi a Kat.

Il suono incessante del campanello mi stava dando l'urto. – Ma chi cazzo è che suona cos... - mi congelai quando aprii. Non ricordo neanche se stavo respirando o no, immobile, come se mi avessero buttato addosso un secchio di cubetti di ghiaccio, guardavo l'amico di Arya che, zuppo dalla testa ai piedi, la teneva tra le braccia.

la testa contro il suo petto e il braccio a penzoloni. Le labbra erano quasi bianche e la pelle senza colore. Il petto che non si alzava e abbassava.

Il panico mi assalì.

Prima ancora che potessi dire una parola, sempre se ci sarei riuscito, Misha mi precedette.

-Ha detto di portarla da te. – stava tremando. – Non so che sia successo... stava bene prima e poi è... è... - era in panico anche lui.

-Dalla a me. – dissi stupendomi del tono deciso della mia voce.

Lui me la fece scivolare tra le braccia, era gelida. Merda.

-Kat! – gridai. Lei corse subito all'ingresso.

-Che c... - sgranò gli occhi quando vide la scena. – Cosa... -

Non stavo più ascoltando, corsi verso le scale, ma prima le dissi: - Occupati di lui, e non far salire nessuno di sopra! –

Non esisteva più nessuno, solo Arya. – Non provare a morire. – le dissi.

Spalancai la porta della stanza, la depositai sul letto, che subito si bagnò.

Corsi verso la borsa dove teneva le "medicine", presi una siringa e tentai di riempirla ma le mani mi tremavano troppo. "Calmati, Log. Respira"

E così feci un bel respiro.

La riempii fin dove mi aveva detto Arya e tornai dal lei.

Tentai di alzarle la manica, ma la tuta si era appiccicata alla pelle con l'acqua. Ci provai in tutti i modi ma non volle saperne.

"Calmo." Mi dissi. "E' una cosa che avete provato e riprovato, ce la farai"

Lo speravo perché se così non fosse, il suo fantasma mi avrebbe preso a calci in culo per l'eternità.

E, se da viva era una rompi scatole, non osavo immaginare da fantasmino incazzato.

Presi il coltello che nascondeva sotto il cuscino e, attento a non tagliarle la pelle, strappai la manica.

academy of murderersWhere stories live. Discover now