32.

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Quella notte dormì di nuovo nella Cabina di Ade.
Hazel e Frank sarebbero partiti il giorno dopo e anche Nico aveva rinunciato ad andare da Will per un'ultima sera tra fratelli.

Tara si era addormentata da poco ma si risvegliò nella stessa stanza di tutti i suoi sogni.
Tre figure avvolte nel fumo erano distinguibili attorno a lei.
<<È arrivato il momento Tara>>
<<Il tuo cuore>> un alito di vento gelido le sfiorò il viso e la voce risuonò più vicina <<io lo sento>>.

Un brivido la scosse e si guardò attorno alla ricerca di una via d'uscita.
<<Cosa volete da me? Che cosa sta succedendo?>>
<<Ti avevamo avvertita>>
Le tre voci risero.
<<Tara, ti sei innamorata, la profezia è compiuta>>
Poi si svegliò.

Era mattina, non aveva urlato, Hazel e Nico dormivano ancora.
Si sentiva stranamente bene, come se fosse risposata e leggera.
Le voci del sogno risuonarono come un eco nella sua testa e una realizzazione la colpì come un pugno nello stomaco.

Ripensò al bacio nel campo di fragole, a quella sensazione che qualcosa non fosse al posto giusto, quella voglia di tirare un pugno a Percy tanto era frustrata.
Lei si era innamorata di Percy Jackson.

Saltò in piedi, mentre l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che doveva dirglielo, che doveva farlo sapere anche a lui.
Non si preoccupò neanche di cambiarsi, uscendo con i pantaloni della tuta e la maglia nera in cui dormiva, infilandosi solo le scarpe.

Corse fuori dalla Cabina 13, sicura di volersi dirigere a quella di Poseidone.
<<Ehi, dove diavolo stai andando?>> Will Solace la bloccò, studiandola allarmato.
<<Non ho tempo Will>> Tara si divincolò dalla presa del ragazzo <<anzi, hai visto Percy?>>.

Will continuò a essere confuso ma annuì <<all'arena>> disse.
Tara gli urlò un vago grazie correndo via.

Entrò nell'arena praticamente ancora deserta: Percy era a qualche passo da lei e faceva roteare Vortice davanti a sé, con un'espressione corrucciata.
Tara si fermò riprendendo fiato, sentendo improvvisamene le gambe molli.

Percy alzò lo sguardo accorgendosi di lei e abbassò la spada.
<<Tara>> accennò un sorriso <<che succede?>> notando l'espressione sconvolta sul viso della ragazza si fece preoccupato e le si avvicinò.

<<Ehi, stai bene?>> inarcò le sopracciglia, squadrandola dalla testa ai piedi.
<<Io->> Tara si accorse di non riuscire a parlare, di riuscire solo a continuare a guardare il viso di Percy.

<<Io devo dirti una cosa>> disse poi con il respiro corto.
Percy la guardava interrogativo <<dimmi>> annuì <<sicura di stare bene?>> chiese di nuovo.
<<Si, cioè no>> Tara rise, si sistemò i capelli dietro le orecchie con un movimento nervoso e fissò il suo sguardo in quello del ragazzo.
<<Io sono->>

Una serie di grida e rumori metallici interruppero le sue parole e si voltò di scatto.
<<Cosa succede?>> chiese allarmata.
Sentì Percy afferrarle la mano e trascinarla con sè verso il luogo da cui provenivano le urla.
Arrivarono al limitare le bosco, dove una folla di semidei, alcuni di essi ancora in pigiama, osservava un punto tra gli alberi.

Percy e Tara si fecero strada tra i ragazzi e davanti a loro si stagliò la figura di un uomo.
Aveva una folta barba rossiccia e i capelli ricci, in mano aveva un lungo bastone di legno e uno sguardo così chiaro da gelare il sangue.

<<Oh, vedo che sono arrivati i nostri ospiti speciali>> la voce era nasale e Tara sussultò.
Quella voce l'aveva già sentita, nel suo sogno, quando la ragazza scappava.
<<Mi riconosci?>> l'uomo rise, guardandola dritta in viso e due api spuntate da chissà dove gli ronzarono attorno.
Lui le scacciò con un movimento secco.

<<Tara?>> Percy la guardò, la mano ancora stretta con la sua, il corpo teso e pronto, la spada ancora sguainata.
<<Perseus Jackson>> l'uomo spostò la sua attenzione su di lui <<se volessi toglierti di mezzo, sono venuto a reclamare ciò che è mio>>

Tara si senti gelare e Percy le lasciò la mano, avanzando di un passo <<chi diavolo dovresti essere tu>> ringhiò.
<<Aristeo>> Annabeth era comparsa lì accanto, gli occhi ridotti a due fessure <<ha ucciso Euridice>>.

<<Oh ma come siamo informati...>> Aristeo rise <<...come siamo informati male>> continuò <<io non ho ucciso Euridice, il suo rifiuto l'ha uccisa>>.
<<Beh non ce ne frega un accidente, puoi anche andartene adesso>> aveva parlato Leo, in piedi accanto ad Annabeth e Percy insieme agli altri.

Nel frattempo un gigantesco campanello d'allarme stava risuonando in Tara, che si sentiva sul punto di scoppiare.
<<Ora, come ho gia detto, levatevi tutti di mezzo, e lasciatemi il mio premio>> e gli occhi maligni di Aristeo tornarono a posarsi su di lei.

Come Orfeo e la sua Euridice || Percy Jackson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora