Aeroporti

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"Vieni qui scemo"


Sofia's p.o.v.

Paulo si è addormentato insieme ad Edin e anche Nina sta dormendo tranquillamente.

Decido di preparare la valigia di Paulo, doveva farla ma la stanchezza lo ha superato. Alle undici suona il campanello, sono Miralem e Giorgio. Giorgio prende in braccio Nina e se ne va subito, invece Miralem mi dice: "Ma Paulo ti ha già abbandonata?" "No, si è addormentato mentre raccontava una favola a tuo figlio, seguimi." Lo porto nella camera da letto e sveglio Paulo "Paulo, c'è qui Miralem, ti sei addormentato insieme ad Edin" "Io, scusa Sofia, non volevo lasciarti sola" "Tranquillo, ti ho preparato la valigia, torna a dormire, adesso arrivo anche io". Accompagno Miralem alla porta e lo saluto, Edin, in dormiveglia, saluta il bambino che c'è nella mia pancia e poi se ne vanno.

Torno a letto con Paulo e mi metto subito a dormire. La mattina mi sveglio con un po' di nausea, ma ormai ci sono abituata. Paulo è già sveglio ma ancora nel letto e mi sta osservando. "Ho la nausea, e mal di testa" "Oddio, dobbiamo andare in ospedale? Cosa devo fare? Chiamo un'ambulanza?" "Paulo, calmati, è normale" "Per fortuna, stavo già andando nel panico".

"Dai Paulo, alziamoci, dobbiamo andare in aeroporto" "Agli ordini mami" "come mi hai chiamata?" chiedo ridendo, lui in risposta alza le spalle e sorride. Poi Paulo chiama un taxi e andiamo in aeroporto. Passiamo i controlli senza problemi e ogni tanto qualche fan riconosce Paulo e chiede una foto, lui non rifiuta nessuno. "Sofi, posso scrivere su insta che, ecco, noi avremo un figlio? Ormai la pancia si vede e preferisco dare io la notizia che ascoltare gossip inutili" "Sì, certo Paulo". Prende il telefono e posta una nostra vecchia foto, nella descrizione scrive: "Lei è Sofia, volevo presentarvela. È la mia ragazza e aspettiamo un bambino insieme, vi prego di non giudicarci, noi siamo felici così. Il bambino sta benissimo e quando torneremo dall'Argentina avremo la visita per scoprire se è un maschietto o una femminuccia. Spero che nella vostra vita riusciate a trovare una persona come Sofia. Siamo felicissimi e non vedo di conoscere il/la mio/a piccino/a, ma allo stesso tempo spero non ci faccia scherzi strani. Vi voglio bene!"

I commenti sono praticamente tutti positivi e anche io commento "– 6 mesi, Paulito".

Dopo un po' saliamo sull'aereo e arriviamo a Francoforte, dove facciamo scalo. Ancora un altro aereo e poi basta, Paulo ha preso in business anche se io gli ho detto che non era necessario. Testardo.

Appena l'aereo decolla mi addormento, sono stanchissima. Qualche ora dopo Paulo mi sveglia per mangiare e mi metto a guardare un film. Poi, finalmente, arriviamo a Buenos Aires.


Paulo's p.o.v.

Siamo in taxi per andare in hotel e Sofia mi fa una domanda: "Paulo, ma tu, il tango, lo sai ballare?" "Per l'amor del cielo no, mi ricordo che alle elementari avevano provato a farmelo ballare ma io mi sono rifiutato, mi ero pure preso una nota, mia mamma si era arrabbiata tantissimo" le dico ridendo. "Spero solo che mio figlio non sia come te." "Ehi, guarda che mi offendo" lei si mette a ridere. Arriviamo in hotel e andiamo nella nostra camera, che in realtà è la suite più bella dell'hotel, mi viene da fare una domanda a Sofia "Sofia, io al bambino potrò parlare in Spagnolo, vero?" "Ovvio che gli parlerai in Spagnolo, io penso che invece gli parlerò in Italiano."

"Certo, io domani ho gli allenamenti, quindi se vuoi puoi stare qui in hotel, o fare un giro della citta" "Penso che andrò all'Agenzia Consolare per capire come funziona il fatto della cittadinanza" "Sì, scusa ma non ci avevo pensato. Sarà italiano, no?" "In realtà volevo che avesse anche la cittadinanza argentina, così non gli serviranno particolari permessi se vorrà venire qui" "Seriamente? Grazie Sofia, io pensavo volessi solo la cittadinanza Italiana, e ci tengo molto alle mie origini" "Sì Paulo, seriamente, tu sei argentino, io italiana, è giusto così. Adesso però, ti prego, andiamo a dormire, sembro uno zombie" "Ok piccola zombie" "Ti odio" mi dice "E invece io ti amo, che bel casino" "Vieni qui scemo" mi avvicino e mi dà un bacio. Poi ci addormentiamo.

Sento che Sofia si alza dal letto, in dormiveglia le chiedo: "Ma è già mattina? Io voglio dormire ancora, adoro questo letto" "Paulo, sono le 9, hai gli allenamenti tra un'ora, quindi ti conviene darti una mossa, a meno che tu non voglia vedere il tuo caro amico Lionel Messi incazzato perché sei in ritardo" "Okayyy" dico sbuffando.

Mi vesto e poi mangio qualcosa per colazione. Saluto Sofia e le spiego che sarò di ritorno per pranzo e poi prendo un taxi per arrivare al centro d'allenamento. Scendo dal taxi davanti all'entrata ci sono Messi e Correa. Mi salutano e mi incominciano a prendere in giro scherzosamente: "Paulo, al tuo compleanno ti regalo un ciuccio, e un corso per padri separati, Sofia non sopporterà le tue mille paranoie" "Siete due bastardi, soprattutto tu, Correa, che un figlio non ce l'hai ancora. Beh, tu Lionel, ci sei passato tre volte, e sei ancora vivo." Ridiamo tutti e tre. Poi vado a cambiarmi, l'allenamento va benissimo e il mister mi dice che oggi ho giocato veramente bene e per questo mi dice che posso anche non fare gli allenamenti dei prossimi giorni.

Quindi prenoto un volo per stasera per Cordoba, e poi chiamo Sofia e glielo dico, è molto contenta. La raggiungo, mangiamo un panino e poi andiamo in aeroporto. Saliamo sull'aereo e dopo circa un'ora atterriamo. Usciamo dall'aeroporto e troviamo mia mamma che corre da Sofia e la abbraccia, io faccio il finto geloso: "non mi saluti? Io cambio mamma" le due si mettono a ridere e poi mia mamma viene a salutare anche a me. Saliamo in macchina e un'ora dopo siamo davanti a casa mia. È la prima ragazza seria che viene qui, in casa mia. È da tanto che non tornavo qui, e ora sono molto felice. Prendo la mano di Sofia e varco la porta d'ingresso, è rimasto tutto uguale, ci sono foto mie e dei miei fratelli appese al muro, arriva Lautaro, mio nipote: "Paulo, ti sei rincoglionito?" io scuoto velocemente la testa e gli presento Sofia. Poi prendo la sua mano e la porto al piano superiore, nella mia camera da letto.

colpo di fulmine, colpa della neve |paulo dybala|Where stories live. Discover now