XXXXXI

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Leon

Bene. Ero convinto di essere l'essere più felice del mondo, e in un giorno tutta la mia vita si è sgretolata.

Ottimo.

Gaia non risponde più ai miei messaggi.

Le ho chiesto scusa, l'ho implorata di perdonarmi, anche se in realtà non capisco cos'ho sbagliato, le ho spiegato le mie motivazioni, ogni cosa.

Ma mi ha puntualmente ignorato.


Passo la giornata sdraiato sul letto, senza alzarmi nemmeno per mangiare.

Sento mia madre che piange nella sua stanza.

Anche io vorrei farlo, ma non posso.

Non voglio arrendermi.

Anche se forse sarebbe la decisione migliore.


Qualcuno bussa alla porta, mia madre va ad aprire, sento la voce inconfondibile di Ale, che dopo pochi secondi è entrato nella mia stanza e si è chiuso la porta alle spalle.

-Ehy bro...- mi saluta, sedendosi sul mio letto e guardandomi negli occhi.

- Ciao- rispondo io, cercando di sorridere.

Inutile dire che non ci riesco, e quella che viene fuori è solo una smorfia strana.

Lui cerca di restare apparentemente allegro, ma dopo pochi istanti i suoi occhi diventano lucidi.

Io mi siedo, appoggiandomi allo schienale del letto.

Ci abbracciamo, senza dire niente.

-Come va?- mi chiede dopo un po'.

-Uno schifo- è la mia risposta.

Non ho l'energia necessaria per mentire.

-Ho come la sensazione di essere tornato single- aggiungo, tornando a guardare il soffitto.

-Cosa?!- Duffy si alza di scatto dal letto, guardandomi sconvolto- Ma come... non adesso... con tutti i momenti che avevate per litigare, avete scelto proprio questo?

-Io non ho fatto niente... ed è proprio questo il problema, Ale...- la mia voce è debole, sento che sto per piangere.

Non voglio farlo.

Piangere è da deboli.

Però è questo che sono.

Debole.

Leon Faun || Un tiro e passa tuttoOn viuen les histories. Descobreix ara