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(Anticipo che questo capitolo sarà più lungo del solito e ci saranno degli importanti cambiamenti... )

(Lo so che il 50 non si scrive così, ma mettere come titolo L non mi convinceva)


Gaia

Apro la porta di casa mia, come ogni mattina, per andare a scuola.

Il mio sorriso scompare, quando vedo che non c'è Leon.

Strano... di solito c'è sempre, anzi, spesso arriva in anticipo.

Lo aspetto un po', poi, dopo quasi una decina di minuti, mi rendo conto che rischio di arrivare in ritardo a scuola, quindi inizio a correre.

Arrivo a scuola pochi minuti prima dell'orario di ingresso, e cerco subito Leon.

Non c'è.

Mi avvicino ad Ale, che mi saluta con un sorriso.

- Come va?- mi chiede, con aria tranquilla.

- Dov'è Leon?- io non rispondo, preoccupata.

Duffy esita lievemente, titubante, poi mi risponde:

- E' ad una visita medica.- rivela.

- Sta male?- domando, strabuzzando gli occhi.

- No, no.- si affretta a dire Ale- E' dal dentista, un semplice controllo, solo che non c'erano altri orari disponibili.

- Ah, ok.- dico, tranquillizzata. Per un attimo mi ero preoccupata davvero.

- Ma non mi ha scritto niente.- realizzo poi, aggrottando la fronte.

- Se l'è ricordato verso le sei di stamattina, non voleva disturbarti, e mi ha detto di avvisarti... ma io mi sono dimenticato- mi spiega Duffy, con un sorriso imbarazzato.

La campanella suona, allora raggiungo Anna e il resto della mia classe, preparandomi per le lezioni.


Alla fine della giornata scolastica, vedo Duffy in corridoio, al telefono con qualcuno. Se lo beccassero rischierebbe la sospensione, eppure non si sta nascondendo. Rimango ferma, fra la massa di studenti che chiacchiera, e lui non mi nota.

Si sta passando una mano fra i capelli con nervosismo, una, due, tre, quattro volte. Respira piano, guardando il soffitto, come se fosse in attesa.

Improvvisamente, si irrigidisce.

- Oh, bro, com'è andata?- lo sento dire. Qualche istante di silenzio, poi vedo il colore sparire completamente dal volto di Ale.

Si appoggia al muro, lo vedo tremare.

E' in silenzio, apre la bocca come se volesse parlare, urlare, gridare, ma non ci riesce.

- No. No. No, cazzo, no. Vaffanculo il mondo, io non ci sto.- esclama, dopo pochi secondi.

- Non puoi farmi una cosa del genere... sai che non ce la farei. Sì, ok, ne parliamo dal vivo, come vuoi.- continua, per poi mettere giù.

Rimane fermo, immobile, fissando il vuoto; dopo più di un minuto, decido di avvicinarmi.

- Ale, tutto bene?- gli domando, preoccupata.

Lui sposta lo sguardo nella mia direzione, e per qualche istante mi guarda quasi confuso, come se non mi riconoscesse.

Le sue iridi sono lucide.

- Sì, va tutto bene.- risponde, con un tono privo di emozioni.

- Sicuro?- insisto, avvicinandomi ancora.

Leon Faun || Un tiro e passa tuttoWhere stories live. Discover now