Genetica

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Clarke
Sono abbastanza contenta della reazione di Lexa, sinceramente mi aspettavo che andasse direttamente da Bellamy e lo pestasse a sangue ma non l'ha fatto, o forse sta pianificando di farlo..?
Non avevo voglia di tornare in camera, Raven e Octavia mi avrebbero tempestato di domande e non avevo voglia di ripensare a ciò che era successo qualche ora fa.
Erano più o meno le 3.30, ero ancora in biblioteca, ero stesa sul divano letto rosso e stavo fissando un punto a caso, non avevo sonno.
L'unica cosa che volevo era chiamarti, parlarti, averti vicino anche se eri arrabbiata, la tua presenza mi tranquillizza anche se è una tortura non poterti neanche sfiorare certe volte.
Stiamo insieme da quasi un mese ma nonostante questo sono poche le persone che lo sanno, la scelta di tenerlo nascosto è stata tua, sapevo che avresti voluto gridarlo al mondo, ma non volevi 'rovinarmi la reputazione' con i professori e con i compagni. Il perché non l'ho capito, certo, devo ancora abituarmi al essere fidanzata con una ragazza, ma forse temi che possa sentirmi in imbarazzo o cose così.. in effetti un po' di riservatezza è sempre gradita.
Feci un respiro profondo e presi il telefono, cercai il tuo numero e premetti sulla cornetta. Dopo un paio di squilli a vuoto sentii una voce maschile rispondermi
"Pronto?"
"Pronto, scusa stavo cercando Lexa ma forse ho sbagliato numero"
Non sapevo di chi fosse quella voce, da quanto ho intuito è di un ragazzo, non è troppo grande, forse ha la mia età
"No no è il numero giusto" rispose la voce, di sottofondo c'era una persona che gridava divertita ma non capivo cosa diceva
"Potresti passarmela allora?"
"Te sei Clarke giusto?"
"Si..?"
"Io sono William, Willy, sono qui con Lexa, le ho preso il telefono e ora mi sta inseguendo, parliamo un po' io e te ti va?"
"In realtà dovrei parlare con lei.."
"Andiamo Clarke, lei è noiosa"
"Cosa?? Io non sono noiosa sgorbietto"
Era la tua voce. Era ancora un po' lontana e ovatta, per cui ho dovuto sforzarmi per capire le parole che dicevi
"Grazie stronzo"
"Prego lesbica futurista"
Mi scappò una risata sentendo i vostri nomignoli
"Pronto, Clarke?" la tua voce era rilassata e non più nervosa
"Ehy, volevo finire il discorso su..."
"Clarke io mi fido di te"
"Cos.. Quindi non è un problema?"
"Si beh mi infastidisce un po' ma tanto è una cosa passeggera... che ne dici di venire a fare un giro? Ti presento una persona"
Poco dopo ero fuori dal college con te e William, camminavamo come fossero le 4 del pomeriggio e non le 3.15 di notte, io e te mano nella mano mentre Willy spiegava i vari metodi per rimorchiare o approcciarsi alle persone.
Passammo il tempo andando a locali, nel parco, in stradine a fare graffiti, a divertirci insomma. Qualche volta mentre ci spostavamo mi tiravi dentro un dislivello di un muro o dietro qualche via per rubarmi un paio di baci, mi eri mancata. Ci salutammo che erano le 6.30 di mattina, Willy ritornò nel suo hotel mentre io e te ritornammo al parco. Ci sedemmo in una panchina di fronte ad un laghetto, le prime luci dell'alba rendevano tutto spettacolare. Non c'era un cane in giro, forse perché faceva un freddo assurdo o forse perché si stavano godendo l'ultimo giorno di riposo.
Iniziamo a parlare un po' come la prima volta nella tua stanza, la mia gamba sopra la tua e la tua mano che mi accarezzava l'interno coscia.
A volte ci baciavamo, ci abbracciavamo, ci coccolavamo e ritornavamo a baciarci. Nonostante fosse davvero freddo, quando ero vicino a te e quando le mie labbra toccavano le tue, un fuoco dentro di me si accendeva e mi riscaldava. Succede anche a te?
Tornammo al college circa una mezz'oretta dopo, eravamo stanche ed infreddolite ma comunque felici.
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Le lezioni sono iniziate da un mesetto e con loro anche le ripetizioni di matematica. L'esame sarà a fine Marzo quindi avevo ancora un mesetto e mezzo abbondante per capirci qualcosa in mezzo a tutti quei numeri.
Con te andava tutto bene nonostante fossi ancora un po' tanto gelosa di Bellamy.
Avevo appena finito le lezioni pomeridiane così, come ogni pomeriggio, andai nella stanza del mio tutor. Con Bellamy il rapporto era cambiato un sacco, ci siamo legati molto e devo dire che la cosa non mi dispiace, è davvero una brava persona; ammetto che l'ho sorpreso un paio di volte a fissarmi il seno o il culo ma come dargli torto, il mio corpo è uno schianto.
Questo non lo dissi a Lexa, se lo fosse venuto a sapere non mi immagino neanche cosa avrebbe fatto.
Ammetto anche che lui ci provava spudoratamente con me, non penso sappia della mia relazione con te ma comunque non erano affari suoi.
Tutto andava bene, o almeno tutto era andato bene per settimane, fino a quel giorno. Come ho già detto mi recai da lui per le lezioni di matematica, come sempre mi aprii la porta, come sempre mi ospitò in camera e come sempre era a petto nudo, ma io ormai non ci facevo più caso.
Iniziammo la lezione, partimmo con il ripasso di quelle precedenti e della correzione dei mini compiti che mi aveva dato
"Allora Clarke, dimmi qual'è la radice quadrata di 2"
"4"
"Di 1?"
"1"
"Di 11"
"121"
"E di 125?"
"5"
"Sicura?"
"No"
Scoppiai a ridere mentre Bellamy si mise una mano sulla fronte in segno di resa
"Ma te come fai ad avere tutte queste lentiggini?" Gli chiesi, io di lentiggini non ne avevo, giusto giusto quattro cinque sul naso d'estate, ma non di più
"Genetica"
"Octavia non ne ha"
"Io ho preso da mio padre e lei da mia madre.. ora ritorniamo alla matematica su"
"Ma dimmi un po', perché mi fai da tutor di matematica se te non la fai?" stavo tirando fuori argomenti a caso pur di perdere quell'ora
"L'anno scorso frequentavo matematica, ho preso 2 borse di studio ma non mi è mai piaciuta come facoltà" il suo tono era un po' come quello di un prof quando lo interrompi mentre spiega, ti dice le cose ma in fretta
"Ho malissimo alle cervicali, non dormo niente in questi giorni, al materasso di camera mia sono saltate tutte le molle" dissi facendo la voce dolorante e massaggiandomi le spalle. In realtà quelle molle sono saltate per un motivo che coinvolge te, ma questo l'ho tralasciato.
"Ti faccio un massaggio se vuoi"
"Sai fare massaggi?"
"Si, o almeno sono abituato a fare delle manovre tipo quella di Heimlich, ma non penso ci voglia una laurea per fare un massaggio"
Lo lascai fare, allora lui si mise con la sedia dietro di me e mi spostò i capelli da un lato per avere le spalle scoperte. Le sue mani erano morbide e delicate, il loro tocco mi rilassava così tanto che stavo per addormentarmi.
Mi misi a fare un problema di matematica, o geometria, vabbè un problema, mentre lui mi stava dietro
"Quindi devo fare: due sta a cento, come x s... come x sta a..."
Non riuscivo a parlare, le parole erano soffocate dai miei respiri profondi e i miei occhi erano socchiusi dal piacere mentre la lingua di Bellamy era sul mio collo. Lo baciava, lo leccava, ed io emettevo dei piccoli gemiti accompagnati da dei respiri sempre più affannati.
"Ehy ma cosa f.." chiesi girandomi, ma non feci a tempo a terminare la frase che le sue mani erano sulla mia faccia e la sua bocca sulla mia.
La sua lingua non chiese niente, solo si prese quello che voleva. Era un bacio vorace, insaziabile, un bacio che nascondeva attesa e necessità.
Misi le mani dietro il suo collo e ricambiai il bacio, non pensavo a niente, le nostre lingue giocavamo tra la mia e la sua bocca, le mie mani ad accarezzargli i capelli ricci e neri e le sue scesero sui miei fianchi fino ad alzarmi un po' la maglia.

Foreste nell'oceanoWhere stories live. Discover now