La vita è bella

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Lexa
L'ora di cena era passata da un pezzo ed io ero ancora chiusa in camera. Avevo gli occhi rossi e delle occhiaie da far paura, in faccia i segni delle lacrime e il labbro tremolante. Nonostante ciò mi sentivo bene. Certo mentalmente, fisicamente uno schifo. Ogni volta che finivo di tagliarmi mi odiavo, odiavo il fatto di non essere riuscita a fermarmi prima, odiavo il fatto che mi facesse stare bene, mi odiavo. Fissavo un punto non preciso nel vuoto, il mio polso destro era solo carne viva e la mia mano sinistra teneva ancora salda la lametta inzuppata di sangue. Non pensavo a niente. Ero calma, arrabbiata, stanca, felice. Ero tutto ma non ero niente. Deprimente lo so. D'un tratto sentii qualcuno bussare alla porta, capii subito che era Aden
"Ehy Leashy, sono le 9 e non hai toccato cibo, magari non hai fame ma io ti ho aspettato lo stesso, in caso vuoi venirmi a fare compagnia mentre ceno?"
Aden era la persona più dolce del mondo a volte, ero davvero fiera di averlo cresciuto così. Nonostante questo, non ero in vena di parlare o di farmi vedere in quello stato da lui.
"Aden non è il momento" cercai di dire con una voce abbastanza decisa ma ancora tremolante.
'Non è il momento' è una frase che usiamo per indicare che non abbiamo voglia di parlare, quando uno dei due la dice capiamo che se arrivano insulti, questi non sono riferiti all'altro, sono solo rabbia mischiata a parole senza senso.
"Prendo il kit?"
Aspettai un attimo prima di rispondere, poi però dissi di sì.
Poco dopo sentii i suoi passi avvicinarsi nuovamente alla camera e la porta aprirsi, lui aveva una copia delle chiavi da usare in questi momenti.
Quando entrò io ero girata dall'altra parte, non volevo guardarlo, nonostante questo sentii i suoi occhi tristi e delusi su di me.
Si avvicinò con cautela prima di chiudere la porta ed estrasse il disinfettante e le bende.
Sono state Anya e Luna ad insegnargli cosa fare in questi casi, come disinfettare, bendare, cosa fare se le ferite erano troppo profonde e chi chiamare in caso fossi svenuta o avessi perso troppo sangue. Per lui fu difficile affrontare la cosa, è ancora molto piccolo ma è più maturo di qualsiasi persona che abbia mai conosciuto.
Disinfettò e bendò il mio povero polso con tutta la gentilezza del mondo, come faceva sempre e poi mi chiese
"Vuoi che ti cambio anche queste?" indicando le fasciature che mi avevi fatto te
"Le ho cambiate ieri e i tagli sono vecchi, tranquillo.." da quando hai scoperto che mi taglio, me le cambi sempre te.
Mentre Aden rimetteva tutto apposto mi scese una lacrimuccia, odiavo caricarlo di un tale peso, aveva solo 9 anni e doveva occuparsi di sua sorella di 18.
Lo abbracciai e lui ricambiò l'abbraccio, impappettai qualche parola come "scusa" "è più forte di me" "non odiarmi" mentre lui era in silenzio e mi accarezzava la schiena con le sue manine morbide.
Ci staccammo dopo poco e lui mi tolse con il pollice le lacrime
"È tutto ok, supereremo tutto" la sua voce era ferma e tranquilla.
Si rimise a mettere apposto le cose e pulì ed igienizzò la mia lametta, la rimise dentro il cassetto e chiuse il kit. Adoro il fatto che nonostante lui odi il mio autolesionismo comunque non cerchi di allontanarmi da esso in modo forzato.
"Ehi Aden, ti va se chiedo a Roan di andare a fare un giretto al lago, prendiamo delle pizze e stiamo lì fino a tardi, ti va di stare coi grandi?"
Lui amava uscire con noi 'grandi', come dice lui
"Ti prendo anche la coca cola e non diciamo niente alla nonna"
"Mmm... solo se andiamo anche a prendere il gelato"
"Vada per il gelato" dissi con tono di resa e lui iniziò a gasarsi tutto e a saltare in giro per la stanza
"Vai a vestirti, di ai nonni che abbiamo mangiato in camera, di che ti portiamo a fare un giro e che torniamo tardi"
Lui corse giù in cucina ed io, dopo essermi vestita e ripulita, andai da Roan.
Uscì dalla finestra e saltai sulla pompeiana che faceva il giro di 2/4 della casa, arrivai più o meno a metà e presi le scalette per arrivare al tetto. Arrivata su attraversai in diagonale il tetto e arrivai al balcone di casa Glaciers e ri-salii sul tetto, lo attraversai e finalmente arrivai alla sua finestra.
Lanciai un sassolino e poi entrai, lui si stava allenando
"Ehy macio man ti va di andare a mangiare delle pizze al lago con me e Aden?"
Si tirò su e prese un asciugamano mettendoselo sul collo.
"È successo di nuovo?" disse dopo avermi squadrato
"Si.." non ne andavo per niente fiera, ma sapevo che mentirgli sarebbe stato peggio
"Potevi chiamare me invece che il piccolo Aden, lo sai che non mi piace che lui ti veda così"
"Neanche a me piace, io avevo chiuso la porta a chiave è lui che si è offerto di pulirmi" ora iniziavo ad agitarmi.
Senza il suo permesso presi una sigaretta dalla sua scrivania e la accessi una volta vicino alla finestra
"Questo vizio mi è nuovo"
"Serve per calmare i nervi, ed è quello di cui ho bisogno"
"Che hai" disse avvicinandosi
"Niente" non ero convincente
"Che hai" si era avvicinato così tanto che potevo sentire il calore del suo corpo scolpito e sudato
"Ho detto niente"
"Alexandra che cazzo hai"
Odio quando le persone mi chiamano col mio nome intero e lui lo sa, lo fece per farmi arrabbiare, ma non ero in vena di litigare o alzare la voce
"È tutto il giorno che continuo a paragonare Clarke con Costia.." ammisi
Lui capì subito e fece qualche passo indietro, sapeva cos'era successo con Costia e sapeva che l'argomento era assai delicato
"Hai paura?" ora la sua voce rauca e profonda si era calmata
"No. Si. Non lo so. Forse. Probabile. Inevitabile... si che ho paura cazzo" ammisi alla fine.
Feci un tiro lungo e lascai che il fumo entrasse ed uscisse dai miei polmoni, Roan me la prese e fece anche lui qualche tiro.
"Lex, so che hai paura ok? Tutti infondo siamo dei cagasotto, ma"
Lo fermai prima che iniziasse un discorso strappalacrime o robe così
"Roan non voglio ascoltare un tuo discorso motivazionale o cose del genere, conserva il fiato e non sprecare ossigeno inutilmente" replicai prendendogli la sigaretta
"Lasciami finire" disse quasi urlando
"Costia non è Clarke. Sono due persone diverse che ragionano in modo differente. Lo capisci? Costia non ti ha mai guardato in quel modo, non ti ha mai fatto sorridere in quel modo, non ti ha mai visto triste o debole. Clarke si. Ti ha accettato, ti ha curato ed amato a differenza di Costia, che se sbagliavi a fare il caffè non ti parlava per giorni.
Costia voleva il sesso, provare esperienze nuove, era una bimba viziata che vedeva il mondo come una bimba viziata e lo affrontava come una bimba viziata. Clarke non la conosco, ma dalle tue chiamate, dai tuoi messaggi e dai tuoi racconti, mi sembra spettacolare. Hai paura che ti spezzi il cuore? La abbiamo tutti e piccolo spoiler, se non mettiamo da parte quella paura e ci buttiamo dalla scogliera, non avremmo mai un motivo per essere tristi, felici, incazzati o innamorati. Saremmo neutri, come le piante. Quindi Lex, goditi questa ragazza, non fartela scappare e vivi la vita. Fatti spezzare il cuore, lascia che una persona lo risistemi, spezzane anche te, urla, piangi, sorridi, baci, abbracci, impreca, fai l'amore, divertiti, la vita è lunga per soffrire ma è corta per godersela a pieno, quindi lascia stare i pensieri ed il passato, pensa al presente e al futuro. La vita è bella. Non lasciare che qualcuno te la rovini.."

Foreste nell'oceanoWhere stories live. Discover now