Prologo

5.8K 242 32
                                    

«Uhm, vediamo... devi andare da James Longbridge e dirgli che è carino», esitai, dubbiosa, vedendo Rowin scoppiare a ridere appena pronunciate quelle parole.

«Andiamo Dani, un po' di creatività!», sbottò lei, facendo finta di asciugarsi le lacrime talmente le sembrasse divertente il pegno che le avevo imposto, «So che la creatività non è una delle tue qualità migliori, ma per favore, mio cugino di due anni se ne uscirebbe con pegni migliori».

A quelle parole sbuffai esasperata, afferrando una patatina dal pacchetto aperto avanti a me e mangiandola, sentendo il mio stomaco ringraziarmi visto che non mettevo qualcosa sotto i denti dalla colazione. «Va bene, allora ti sfido a baciare James Longbridge. Con la lingua. E non puoi ritirarti se lui dovesse toccarti o altro», sbottai, sorridendo fiera di me stessa.

La cosa aveva inorridito Rowin abbastanza, che adesso mi fissava sconcertata, la bocca e gli occhi entrambi spalancati. «Non starai dicendo sul serio».

«Hai detto che dovevo essere più creativa», cantilenai, facendole un occhiolino, «Ora va e fa quello che devi fare».

Rowin mi guardò sconfitta mentre si alzava dallo sgabello, diretta al tavolo dove James Longbridge se ne stava seduto in completa solitudine; la guardai mentre afferrava il viso del povero ragazzo, stampando le sue labbra sulle sue. Quando la vidi sedersi sulle cosce del ragazzo distolsi lo sguardo, tornando ai compiti di matematica che stavo cercando di fare prima che Rowin arrivasse con la sua nuova idea per passare il tempo. Alzai lo sguardo quando sentii il campanello della porta suonare, solo per essere travolta da un'invasione di farfalle nello stomaco. Osservai Calum Hood camminare sicuro verso il tavolo dove i suoi amici stavano seduti, scoccando un'occhiata veloce al tavolo di James Longbridge, inarcando un sopracciglio quando vide Rowin completamente spalmata su di lui. L'espressione che assunse il suo viso mi fece tremare lo stomaco, oltre a strapparmi un sorriso. All'improvviso il suo sguardo scuro si incastrò nel mio; arrossii e distolsi lo sguardo, desiderando di sprofondare mentre sentivo dei passi verso il bancone. Alzai lo sguardo, tirando un sospiro di sollievo quando scorsi la figura di Michael; il ragazzo dai capelli verdi mi guardava speranzoso, facendo passare il suo sguardo da me all'espositore delle sigarette dietro al bancone.

Roteai gli occhi. «Mi sono stufata di darti pacchetti di sigarette gratis», mi lamentai, prendendo un pacchetto e porgendoglielo; ottenni un sorriso vittorioso dal mio migliore amico, che prese il pacchetto di sigarette e se lo mise in tasca.

«I vantaggi di avere un'amica che lavora nel bar di suo padre», ridacchiò, «Dai che le divido con te».

«Non fumo, Clifford. Lo sai», gli ricordai, mentre porgevo il resto ad un cliente.

«Se i miei avessero un bar non sarei mai a corto di sigarette», sospirò Michael, voltandosi verso il tavolo che ormai attirava le attenzioni di tutti, «Perché Ro sta baciando James Longbridge?», mi chiese, rivolgendomi un'un'occhiata confusa.

«L'ho sfidata a baciarlo», ammisi facendo spallucce, «Beh, in teoria avrebbe dovuto essere solo un bacetto».

«Tra poco scopano», notò Michael, quasi ridendo.

Scossi la testa. «Sei sempre il solito pervertito», gli dissi, beccandomi una linguaccia.

«Hood ti ha guardata prima», attaccò all'improvviso, prendendo un pacchetto di mentos e aprendolo.

Gli sfilai le caramelle da mano, prendendone una. «Lo so», sospirai, «È stato imbarazzante».

«È stato imbarazzante solo perché hai distolto lo sguardo come una cogliona», disse con sufficienza, «Ai ragazzi piacciono le ragazze che sostengono gli sguardi, Dani».

«Io non sono una che sostiene gli sguardi», ribattei incrociando le braccia al petto.

Michael roteò gli occhi. «Allora non lamentarti che nessuno ti fila, verginella».

Arrossii alle parole del mio migliore amico, quasi strozzandomi con la caramella che avevo in bocca. «Io non mi lamento che nessuno mi fila».

Intanto, Rowin si era unita a noi, visibilmente soddisfatta. «Di cosa parlate?», chiese, cercando di sistemare i capelli biondi meglio che poteva.

«Di Calum Hood», rispose Michael, guardandomi malizioso per un attimo prima di guardare di nuovo Rowin, «Bella pomiciata».

Ro si scostò i capelli dalle spalle, sorridendo soddisfatta. «A quanto pare James è un gran baciatore, e non si è fatto il minimo problema a infilarmi la lingua in gola», mugugnò sorridente, «Ma devo ringraziare Dani».

«Lieta di esserti stata d'aiuto».

Il sorriso di Rowin divenne all'improvviso malizioso. «Però, adesso devo fartela pagare. E so già cosa fare».

Qualcosa dentro di me già sapeva quello che avrebbe detto, e già sapevo che non mi sarebbe piaciuto per niente. Così, appena lei pronunciò «devi baciare Calum Hood» non mi stupii più di tanto.

«Mai», sbottai, puntando i pugni sul bancone.

«Io ho baciato James Longbridge, ora tu baci Calum Hood».

«N-non posso», balbettai, sentendo le ginocchia molli.

Non sono il tipo che face le cose impulsivamente, come Rowin; infatti, se mai Ro mi sfidasse a fare una cosa del genere (cosa che adesso ha fatto), rifiuterei subito. Senza contare che ho una cotta per Calum da quando avevo il pannolino, e che lui non sa neanche come mi chiamo, per il semplice motivo che lui è Calum Hood, uno dei ragazzi più conosciuti e popolari del James Cook High, ed io sono Danielle Mardsen, una ragazza anonima di cui veramente poche persone ricordano il nome. Io e lui staremmo bene insieme così come il gelato sta bene sulla pizza (ciò non mi impedisce, tuttavia, di immaginare come sarebbe la mia vita se stessi con lui).

«Invece sì che puoi», ribatté Rowin, sporgendosi sul bancone, «Facciamo così allora: entro un mese, tu bacerai Calum Hood».

Roteai gli occhi, accettando mio malgrado. «Va bene», sbuffai, facendola ridere divertita.

Sapevamo tutti che non ci sarei mai riuscita... o forse no?

***

[A/N] Buon pomeriggio!

Allora... non so che dire. Come al solito. Uhm, potrei cominciare dicendo che è la prima het che scrivo sui 5sos (guarda caso, proprio su Calum). È un tantino cliché come prologo, lo so, ma credo che andando più avanti diventi più interessante (o almeno, lo spero)... perché scrivere il primo author's note di una storia è sempre così frustrante? Ahah
Ho già 11 capitoli pronti e dovrei postare regolarmente ogni giovedì, ovviamente dipende da come va... spero che questa storia vi piaccia :)
A giovedì (se non decido di cancellarla prima, ahah)

Never been kissed || Calum HoodWhere stories live. Discover now