45. Vita ideale

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Ti capita mai di pensare alla tua vita ideale?

Alla tua idea di vita perfetta?

Ai tuoi sogni?

Ai tuoi obiettivi a lungo termine?


A me sì, circa quasi ogni giorno.

Anche solo pochi secondi prima di addormentarmi, il pensiero si posa lì, qui, come ora, in questo preciso momento.


E più ci penso, più mi soffermo su ogni singolo dettaglio

più vedo quanto sia effettivamente fattibile,

realizzabile,

ma anche impossibile.


E mi blocco.


Ci sono giornate in cui il mio obiettivo diventa un passo più vicino

e sono felice del mio piccolo successo,

la speranza si riaccende, torno a credere, eppure,

il giorno dopo mi ricordo che un passo in più o in meno non fa differenza per così lunghe distanze.


E mi interrogo:

è sbagliato essere così ambiziosi?

Ho scelto un obiettivo troppo difficile?

Cos'ho in meno di altri?

Se un altro uomo c'è riuscito prima di me perché non posso farcela anch'io?


Il mio obiettivo non è qualcosa di astratto,

il mio obiettivo è concreto, tangibile, realizzabile.


E allora dove sbaglio?


Il tempo scorre,

se ne frega.

Passa.


E la mia possibilità di vivere la vita dei miei sogni

diventa sempre più ridotta.


No, non c'è un'alternativa,

devo fare i conti con quello che ho,

ora, in questo momento.


E no, non ho nemmeno intenzione

di chiedere aiuto a qualcuno.


E forse è qui che sbaglio.


Di sicuro rinunciare non avrebbe senso,

perseverare?


Sì, ne sono sicuro, è l'unica strada.


Dovranno proprio dire:

"era scemo, poverino, c'ha provato in tutti i modi e ha fallito".


Tutti i modi.


Tutti.


Ho solo una vita a disposizione,

se anche poi dovesse esserci qualcosa dopo

dovrei comunque ricominciare da capo,

un'altra volta,

no,

che stress.


Basterebbe così poco.


È impossibile, eppure ci credo.

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