Capitolo 46.

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Dopo aver parlato e chiarito quanto ci fosse tra loro, il nostro guardone e l'altro ragazzo decisero di andare al bar, ma per poter immediatamente saltare all'occhio del designer, il quale erano certi fosse ancora al locale, si misero uno vicino all'altro col braccio sulla spalla del ricciolino ed intorno alla vita del ragazzo biondo scuro.
Ci fu però un piccolo colpo di scena: il ragazzo dagli occhi azzurri era dietro il bancone, con il grembiulino nero, con su scritto "The Accident Bar", in alto a destra. 
Vedendo tutto ciò quindi i due ragazzi si avvicinarono al bancone ed il nuovo, apparentemente, cameriere gli sorrise.

-Posso offrirvi qualcosa coppietta felice? O dovete andare al vostro appuntamento?

-Abbiamo deciso di passare qui il nostro appuntamento.

-Oh quindi Har-

-No, io ho deciso di rimanere qui e lui ha accettato volentieri. Non sapevamo lavorassi qui.

-Ma questo non ci interessa, per me un blue angel.

-Sono nuovo, che ti credi che lo prepari io?

Risero tutti e tre, intanto l'irlandese preparava il cocktail richiesto dal riccioluto, il quale di tanto in tanto rivolgeva il proprio sguardo al ragazzo di fronte a sé, che trovava seriamente bellissimo. Non sapeva in realtà che anche il designer posava, più che spesso, il proprio sguardo su di lui e fremeva dentro per far togliere quel braccio enorme e muscoloso dalla sua spalla. Doveva decisamente esserci il proprio, non quello di quel tipo, che per di più iniziava veramente a stargli antipatico, specialmente nel momento in cui lo vide andarsene, insieme al più piccolo, il quale nel frattempo beveva l'alcolico che aveva ordinato.
Aveva paura che quella persona potesse approfittarsene del piccolo, del suo piccolo, soprattutto per il fatto che lui non avesse chiesto nulla da bere.
Certamente però non poteva andare da loro, avvicinarsi e pretendere che si separassero a causa della sua immensa gelosia, quindi lasciò scorrere.
Passò così la prima ora, in cui il nostro guardone era leggermente brillo, non tanto perché effettivamente non aveva bevuto tanto e quindi non era completamente andato. Il fatto però, fu che iniziò a sentirsi veramente male in mezzo a tutta quella massa di gente che si muoveva, uno attaccato all'altro e non importava che non si conoscessero, si muovevano a ritmo sui corpi, con l'unico scopo di scappare dalla realtà e perdersi in quel modo pieno di allegria.
Dovette allontanarsi di corsa, andando nei bagni, però il suo accompagnatore non lo seguì, sapeva lo avrebbe fatto qualcun altro.
Colpì pienamente il centro, dato che il ragazzo dagli occhi azzurri, appena vide il suo piccolo riccioluto scappare, lo raggiunse velocemente.

-Haz? Haz, amore, stai bene?

L'altro non riusciva a spaccicare una singola parola, però in risposta scosse molto velocemente la testa. Il più grande, a quel segnale, lo strinse e gli fece poggiare il viso sul proprio petto, accarezzando delicatamente i suoi capelli e portando le dita tra i suoi ricci. Sentì la propria felpa bagnarsi, quindi questo stava a significare che stesse piangendo.

-Amore... perché piangi? Non ti piace qui? Vogliamo andare via? Che ne dici, uh?

-Andiamo via. Ti prego.

-Subito, ora lo diciamo a Zayn e ce ne andiamo.

-Lou, mi porti... lì? Per favore.

-Va bene, piccoletto. Ora andiamo ovunque tu voglia, okay?

-Grazie Lou, grazie mille.

-Shh, ora andiamo.

Il designer strinse la mano del riccioluto, tenendoselo stretto a sé, mentre si diresse velocemente all'interno dell'ufficio del titolare. Una volta al suo interno spiegò che il nostro guardone non si stesse sentendo bene e, senza che neanche completasse la frase, il ragazzo dai capelli corvini gli disse di andare a casa tranquillamente.
A quelle parole quindi, salutarono velocemente l'irlandese ed il ragazzo dagli occhi castani, per poi andare in auto.
Una volta a bordo di essa, il ragazzo dagli occhi verdi si tranquillizzò un po' rispetto a prima, quindi vedendolo così, l'altro prese un sospiro di sollievo, poggiando la propria mano sulla sua gamba, mentre si dirigeva nella postazione da gioco del nostro guardone.
Quando arrivarono, scesero dall'auto e furtivamente si nascosero dietro il cespuglio in cui il più piccolo della coppia stava sempre. Silenziosamente, per il primo quarto d'ora, osservarono quello spazio di natura, che effettivamente era molto bello, specialmente col chiaro di luna, dopo un po' però, il più grande volle parlare.

-Come mai vieni qui?

-Lou, me lo hai già chiesto.

-E non mi hai mai risposto...

-Okay, lo farò. Vengo qui perché vedendo le altre persone tranquille, mi sento tranquillo anche io, nonostante non faccia parte della loro realtà. Ho sempre avuto bisogno di animare la mia vita, perché non facevo parte di un gruppo, o comunque mi mancavano degli affetti. Venire qui mi fa sentire un po' parte delle loro storie ed improvvisamente mi sento meno solo... è come se io fossi qualcuno, perché ascolto, vedo e so, come se facessi parte di quella vita, di quella storia.

-Ma tu ora hai Niall, Liam e Zayn, per quanto tu li conosca da poco io sono certo, al cento per cento, che ti siano sempre stati vicini, che ti abbiano sempre dato supporto e compagnia ogni volta tu ne abbia avuto bisogno. Di questo gli sono grato e credo dovrei ringraziarli... so che ti ho fatto del male scappando, ma hai sempre avuto loro al tuo fianco e non capisco perché tu comunque volessi rifugiarti qui, non ne capisco il motivo... Inoltre hai anche conosciuto Brian! Che comunque potrebbe iniziare a darti qualcosa di differente.

-Ma nessuno di loro è te.

-Che vuoi...

-Voglio dire che per quanto loro siano stati presenti nella mia vita, non hanno potuto prendere il tuo posto, solo tu sei stato e sarai sempre la persona capace di darmi questo tipo di emozione che... che adesso, in questo momento, mi porta a non voler essere più qui, in questo spazio, ma a casa mia o tua, sotto le coperte, insieme a parlare per ore ed ore e non fare nessuna battuta!

-Ma come nessuna battuta! Mi viene spontaneo da chiederti se sotto le coperte con me ci parleresti solamente!

-Dio mio Louis! Hai rovinato il mio discorso dolce.

-L'ho percepito lo stesso, piccoletto. Che dici, vogliamo andarcene da qui?

-Sì, per favore.

-Andiamo da me, mh? A quanto pare in due mesi ancora devi comprare un materasso nuovo.

-L'ho tenuto con la scusa che quando vieni da me possiamo dormire più vicini...

-Io voglio starti vicino sempre, non solo a causa di un materasso singolo troppo piccolo per entrambi.

Così si alzarono, andarono a casa del designer e si misero sotto le coperte insieme, com'era giusto che fosse.

Mini angolo autrice.
Buon San Valentino! Anche se odio questa festa, perché sono sedici anni che la passo da sola, vi auguro una buona giornata! Spero il capitolo vi piaccia, fatemelo sapere con un voto o un commento!
Bacini. ^3^
-Id.

Watcher||Larry StylinsonWhere stories live. Discover now