Capitolo 4.

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La serata trascorsa in quello spazio di natura fu molto noiosa, cosa che non era mai accaduta ad Harry, dato che di solito qualunque cosa o chiunque era sempre interessante, sempre oggetto della sua attenzione.
Inoltre nella sua mente non faceva altro che ronzare un unico e principale pensiero: perché al signor Malik serviva qualcuno che li spiasse?
Dopo arrivarono anche altre domande subordinanti, come ad esempio la motivazione per cui fosse lì, o anche la sola consapevolezza dei progetti che aveva in mente quello che, per il nostro guardone, era un completo sconosciuto.
Non aveva ancora risposte a questa domanda, ma ciò che appariva come certo era che il riccioluto non presto sarebbe uscito da quella situazione, anzi, sapeva si sarebbe trovato pienamente in essa.

Con questa consapevolezza, tornò a casa alle sole due e mezza del mattino, -cosa mai fatta prima- e sempre con quella stessa consapevolezza si coricò.

La mattina seguente la sveglia suonò all'orario di tutti i giorni, questa volta Harry era davvero molto più rilassato: quelle due orette in più di sonno sembravano già dare i loro effetti. Dopo essersi lavato e vestito, prese le proprie cose e si diresse a lavoro.
Si sentì così rilassato al punto da vedere anche Zayn da un diverso punto di vista, come quello di una persona dolce e carina, tutta da coccolare.
Ad essere sinceri, raccontandola così, potrebbe quasi sembrare fosse sotto effetti di stupefacenti, ma in realtà era solo una piccola parte di tutto lo stress accumulato in quegli anni a lasciare il suo corpo. Una cosa assolutamente nuova.

Tralasciò però questa sua nuova sensazione qualche istante dopo, perché?
Ricordò la telefonata della sera prima, quindi capì di dover dare attenzione e calibrare perfettamente il peso delle proprie parole da quel momento in poi.
La cosa gli metteva un po' di disagio, oltre che leggera angoscia, perché di solito lui diceva tante cose che lasciavano molto intendere sulla sua vita privata ed in quel momento non poteva parlare più con la stessa libertà di prima.

Ovunque si vada, si sa che quando si parla del diavolo, ecco che ne spuntano le corna: fece il proprio ingresso un ragazzo dai capelli evidentemente tinti di biondo, data la leggera ricrescita di quello che comunque sembrava un castano chiaro, delle labbra fini ed evidentemente delicate, un naso un po' a schiacciato e dei bei occhi azzurri, differenti però da quelli che vide la sera del falò nella periferia e da cui praticamente era ossessionato.
Nonostante questo particolare, avrebbe volentieri chiesto agli amici del signor Malik ed a lui stesso il numero di cellulare: di quelle due persone viste in quei giorni non poteva dire che ci fosse qualcuno brutto! Sarebbe finito con l'avere mille cotte al secondo se ne avesse chiamato ed assunto un altro ancora.

-Buongiorno Zack!

-Irlandese smettila. Ti strappo la tintura.

Disse sotto voce, avvicinandosi alla nuova figura nella stanza, il nuovo titolare. Harry immediatamente ritirò il proprio pensiero fatto la mattina, appena aperto il locale.

-Okay, va bene. Comunque sono qui per fare il lavapiatti, abbiamo fatto il colloquio ieri e per quanto ti dispiaccia non poter conversare troppo con me, sh so che ti dispiace, inizierò al più presto il mio lavoro.

Se il nostro guardone non avesse saputo della conversazione che ebbe con Zayn al telefono la sera precedente, lo avrebbe assolutamente trovato uno svitato. Invece era stato molto furbo, si era già messo in una situazione di simpatia nei confronti di Jacob e Michael e questo, naturalmente, gli avrebbe giovato.
Proprio ai due si avvicinò poco dopo il biondino, presentandosi.

-Piacere, sono Niall, ma potete chiamarmi con qualsiasi nomignolo vi passi per la testa!

-Oh bene! Piacere, io sono Jacob.

-Ed io Michael.

-Tu invece? Ricciolo.

-Mh? Io? Harry, piacere.

Rispose il cameriere, inizialmente leggermente distratto dai propri pensieri, porse la mano e dopo essersi presentato mostrò al nuovo arrivato lo spazio in cui avrebbe lavorato. Gli indicò le varie forniture, gli accessori da dover indossare, spiegò successivamente come funzionasse la lavastoviglie ed anche gli unici casi in cui avrebbe dovuto usarla, aggiunse inoltre che si sarebbe trovato molto in contatto con i camerieri, perché ci sarebbe stato un continuo via vai nella cucina. Ovviamente questo punto lo disse propositamente e riuscì a centrare il proprio intento:

-Oh perfetto, mi farà molto piacere stare in contatto con voi, vi vedo abbastanza simpatici.

-Grazie, ma suppongo cambierai idea conoscendoci.

Risero entrambi, forse in una maniera poco spontanea. In un modo o nell'altro, anche se non pienamente consapevoli, avevano capito a che gioco stessero giocando: Harry sapeva cosa avrebbe fatto Niall, ma non il perché di quel suo incarico e quest'ultimo invece non aveva proprio la lontana idea che il nostro guardone sapesse qualcosa.

-Bene, allora questi sono i primi piatti, ti auguro un buon lavoro!

-Grazie Har, posso chiamarti così?

-Certo, mi piace.

-Bene, allora buon lavoro Har.

-Grazie.

Dopo esser uscito dalla cucina, il riccioluto riprese il proprio lavoro, ascoltando le conversazioni di Jacob, Michael ed il nuovo arrivato, non proferendo parola quasi su nulla, tranne ovviamente quando lo coinvolgevano esplicitamente.
Fu attento ai comportamenti, allo sguardo del biondo, che velocemente guizzava da una figura all'altra, il modo in cui si prestava ad ascoltare.

Se solo Zayn avesse conosciuto prima Harry, avrebbe decisamente dato a lui quel compito, ne era sicurissimo. 

Durante tutto il giorno, proprio tra il titolare ed il nuovo lavapiatti ci furono moltissimi sguardi di intesa, soprattutto nel momento in cui, al secondo dei due, arrivò una telefonata. Si diressero entrambi, prima uno e dopo l'altro, verso il retro del bar, con la scusa di dover discutere sui vari orari ed istruzioni generali.

-Tomlinson dimmi. 

-Niall, allora? Come stanno andando le cose?

-Jacob e Michael sembrano disponibili, il riccio no.

-Fammi sapere di più, qualunque cosa sui loro comportamenti, sai già che fare. Ci sentiamo.

L'irlandese non ebbe modo di poter rispondere, gli venne attaccato il cellulare in faccia. Intanto Harry iniziava sempre di più a voler sapere chi diavolo fosse questo Tomlinson.

Watcher||Larry StylinsonOù les histoires vivent. Découvrez maintenant