Capitolo 41.

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Louis si trovò in una situazione mille volte più grande di lui, perché decisamente non sapeva come gestirla, ciò che fece però fu semplicemente lavorare sodo, accumulare la cifra necessaria per estinguere il debito, nella speranza che ci riuscisse e quindi non dovesse sposare nessuno. Per lui era anche ridicola la situazione, lo faceva arrabbiare e ridere allo stesso tempo. Non riuscì a capacitarsi di come si fosse fatto incastrare in quel modo, la parte che lo faceva ridere era praticamente per la seconda volta. Ridere in senso sarcastico, naturalmente, perché l'unica risata che sarebbe uscita dalle sue labbra sarebbe stata certamente isterica.
Passò una, poi due, tre, quattro e senza rendersene conto, arrivò a sei settimane senza avere notizie del suo amato riccioluto, il ragazzo a cui seriamente avrebbe dato tutto e per cui si sarebbe fatto anche uccidere, pur di farlo stare bene.
Era stanco, incredibilmente tanto e per la prima volta si rese conto che, i suoi amici, non fossero suoi amici, ma amici del nostro guardone, che stavano e parlavano con lui perché al ragazzo faceva piacere.
Aveva paura, terribilmente tanta, del fatto che potesse esser andato avanti, gli faceva male il petto ogni volta al sol pensiero, ma si ripeteva quanto in realtà tutto questo se lo fosse meritato.

Arrivò però il giorno in cui raggiunse la cifra necessaria e si liberò definitivamente dal debito, incastrando lui questa volta l'avvocato, che in quel momento non poté agire contro il designer.
Alla prima occasione, insieme a tutti i propri fratelli decise di trasferirsi e lo fece fatto al più presto. Ci volle una settimana e con quella arrivò a sette settimane, ovvero quasi due mesi, senza avere notizie o telefonate del nostro cameriere, era tristissimo, però il pensiero di rivederlo lo fece stare meglio, in qualsiasi momento.
Dopo una settimana quindi, si trasferirono, il ragazzo dagli occhi azzurri voleva comunque avere i propri spazi ed i fratelli ormai avevano come tutore la sorella, Lottie, maggiorenne da più di due anni, quindi prese due case separate e le fece sistemare.
Andò tutto per il meglio, specialmente la ristrutturazione.
All'interno della nuova casa, portò con sé tutti i ricordi che aveva col più piccolo, tutte le foto di nascosto, o le canotte dimenticate a casa propria, era praticamente inverno quindi certamente non ci sarebbe uscito, ma la notte le indossava per andare a dormire.

Se solo avesse saputo che anche il nostro guardone dormiva sempre con le sue magliette, probabilmente si sarebbe sentito un po' meglio.

Decise di uscire per la prima volta solo quando fu sicuro di aver sistemato sia la casa dei propri fratelli, sia la propria ed il suo pensiero immediato fu di andare al bar.
Sapeva che la sua presenza non sarebbe stata gradita lì, ma voleva rivederlo, anzi, voleva rivedere tutti, certo in particolare il suo piccoletto, ma comunque non gli dispiaceva affatto incontrare gli tutti coloro a cui voleva bene.
Lo fece, indossò un pantalone da tuta grigio, una felpa dell'adidas verde, la quale gli ricordava così tanto quel bellissimo verde che gli fece decisamente perdere la testa, mentre ai piedi portava delle vans.
Entrò nel locale a testa bassa, dopodiché si avvicinò al bancone e fu lì, esattamente seduto tra le tante persone, che risentì la sua voce e ne era così geloso, perché voleva essere l'unico a farlo e non condividere tutto ciò con altre tante persone che non conosceva affatto. 

-Cosa desidera signore?

Alzò lo sguardo e successe, i loro occhi si guardarono, analizzando i visi l'uno e dell'altro. Rimasero per un paio di secondi in silenzio, poi semplicemente il ragazzo riccioluto iniziò a preparare da bere ad un altro cliente.
Il designer fu completamente affascinato, gli erano cresciuti i capelli, che in quel momento aveva avvolto in una bandana, ma era certo che se li avesse sciolti sarebbero arrivati alla base del collo, molto più folti questa volta. Era bellissimo e vide dei nuovi tatuaggi, cosa che in realtà fece anche lui.
Sul proprio corpo segnò in modo permanente qualsiasi cosa gli ricordasse il più piccolo.

-Prendo un doppio espresso-

-Amaro senza zucchero, sì, già lo sto preparando, non si preoccupi. Cornetto o brioche?

-Oh... Brioche.

-Vegana, giusto?

-Sì, esattamente.

-Glielo porto subito.

Per quanto ricordasse tutto, rispondesse e completasse le proprie frasi, il ragazzo dagli occhi azzurri si rese conto che quello dagli occhi verdi era così tanto freddo con lui ed effettivamente non ebbe tutti i torti, non ricevette mezza telefonata, o messaggio in segreteria. In quel mese, anzi, in quasi due mesi non ebbe neanche una sola notizia e se non fosse stato per l'irlandese, il titolare ed il ragazzo dagli occhi castani, sarebbe sprofondato nella tristezza più totale, sarebbe finito col non uscire più e non dare alcun segno di vita.
Inizialmente non mangiava neanche, a lavoro a volte si presentava con delle occhiaie veramente marcate e delle volte era quasi sul punto di svenire, si erano entrambi ridotti male.
Lui fortunatamente ebbe al proprio fianco i suoi amici, che furono fondamentali per lui, specialmente quando si resero conto che fosse arrivato a toccare il fondo.

Quello è un ricordo che il riccioluto probabilmente non avrebbe mai dimenticato, era quasi la fine di settembre ed il ragazzo era a casa propria, da solo come al solito, guardando uno dei tanti programmi che passavano in TV. Decise di accendere una sigaretta, lo fece perché gli ricordava il ragazzo dagli occhi azzurri, non perché avesse effettivamente il vizio, ricordava come ogni volta avuta la possibilità, subito iniziasse a fumare. Iniziò a sentirsi davvero male, vomitò anche e più di una volta, motivo per cui decise di chiamare il biondo, che immediatamente lo raggiunse, senza neanche lasciargli la possibilità di spiegare completamente quanto fosse successo. Rimasero a parlare per tutta la notte ed in fine capì che effettivamente sarebbe dovuto andare avanti, che non poteva rimanere legato al ricordo di una persona che alla prima occasione lo aveva lasciato, senza neanche una vera e propria motivazione.

Ricordare tutto questo faceva male al nostro guardone, che in tanto in quei mesi aveva ripreso quel brutto vizio, quella sua ossessione di spiare le persone, ma questo è un altro punto da approfondire.

Finito di preparare il caffè, lo porse delicatamente al cliente, lasciando poi su un piattino di fianco la brioche.
Quando alzò lo sguardo però, si rese conto di quanto fosse pallido e velocemente uscì dal retro del bancone, avvicinandosi per soccorrerlo e fece bene, dato che neanche qualche minuto dopo perse completamente i sensi.
Fece velocemente cenno all'italiano di continuare a servire la clientela, mentre portò nella stanza privata il designer, che poco alla volta riprese colore ed anche i sensi. Si guardarono, rimanendo in silenzio, il più piccolo semplicemente porse un bicchiere con acqua e zucchero, il più grande invece, lo prese, bevve e dopo aver finito parlò.

-Non è che l'hai avvelenato?

-La tua simpatia mi era mancata.

-A me sei mancato tu...

-Non basta questo.

-Capisco... be', visto? Dopo tanto tempo, ci siamo scambiati i ruoli, io sono svenuto e tu mi hai aiutato.

Sorrisero entrambi, sapevano di avere molto da dover chiarire.

Watcher||Larry StylinsonWhere stories live. Discover now