Capitolo 27.

53 8 8
                                    

I due passarono la serata insieme, parlando di tutto e di più, a partire da argomenti seri fino a quelli stupidi, ma anche viceversa.
Appena si fecero però le undici circa, vennero interrotti da una telefonata fatta ad un vecchio cellulare di Harry, un modello di Nokia risalente circa alla fine degli anni novanta. Il nostro guardone lo prese e mostrò a Louis che quello fosse il mezzo usato per comunicare con il padre, senza che nessuno lo scoprisse, inoltre sempre al di fuori dell'abitazione a causa delle cimici, dopodiché rispose.

-Papà? Sono con Louis.

-Oh, quindi hai saputo già cos'è successo.

-Sì, lo so...

-Ho un piano, ma dovrete mantenere assoluto silenzio. Non dovrete veramente parlarne con nessuno, neanche per sbaglio.

-Certo, non si preoccupi.

-Louis dammi del tu, dopotutto credo avrai a che fare con noi per un bel po', non solo per questa questione.

Alle parole del padre del nostro guardone, il ragazzo dagli occhi azzurri sentì le proprie guance accaldarsi e colorarsi leggermente di rosa. Questo fece sorridere entrambi, dato che tra i due era l'altro ad arrossire di solito.
Nonostante questo, ascoltarono attentamente il piano di Robin, prendendo anche nota di alcuni particolari da dover necessariamente ricordare.
Finita la conversazione, il riccioluto posò, nascondendolo con attenzione, il vecchio cellulare.

Si misero seduti uno accanto all'altro, iniziando a darsi tante attenzioni, che portarono a creare una particolare atmosfera.
Tra loro c'era sempre stata una forte tensione, sin da subito, ma in quel momento ancora di più, specialmente a causa dei baci, che poco alla volta divennero sempre più spinti, soprattutto quando Harry si sistemò sulle gambe di Louis, che accarezzava lentamente i fianchi del primo, portando delicatamente le mani sotto la leggera canotta gialla dei Los Angeles Lakers.
I loro petti sempre più vicini, mentre i loro visi completamente accaldati, un po' come la situazione creatasi in quel momento. La mano destra del più piccolo avvolse delicatamente il collo del designer, mentre le sue labbra iniziarono a dare dei baci non più alla bocca fine e rosea di quest'ultimo, bensì alla sua mandibola. Vi furono innumerevoli sospiri di piacere ad ogni gesto, anche al minimo movimento, dell'uno e dell'altro.
Era tutto così perfetto, ci mancò poco che il nostro guardone chiedesse seriamente al ragazzo dagli occhi azzurri di mostrarsi completamente.
Esatto, ci mancò poco, perché vennero nuovamente interrotti da una telefonata, quindi a causa di essa si staccarono, entrambi, mettendosi seduti nella posizione iniziale.

-Pronto?

-Louis! Come stai? Non credevo mi avresti risposto...

-Liam hey, sto meglio... tu? Come va con il lavoro al bar?

-Mi dispiace tantissimo, sul serio, ho cercato nel migliore dei modi di fermare Marcus, credimi mi sento in colpa per questo e non dormo da quando Harry mi ha dato la notizia. Vorrei sul serio poter fare qualcosa per essere di aiuto almeno tra voi due e... non ce la faccio più, i sensi di colpa mi stanno uccidendo.

-Da dove mi stai telefonando?

-Da un telefono pubblico, ho rotto il mio.

-So com'è Marcus e credo che a prescindere dai tuoi tentativi lo avrebbe comunque fatto... possiamo però cambiare le cose, ribaltare tutto. Ci vediamo domani sera, fuori al bar, io tu ed Harry.

-Sei da lui?

-No! Cioè, sì. Sono da lui, ma gli ho chiesto io di non dire nulla, non prendertela, ma avevo sul serio bisogno di stare un po' tra noi due, soli.

-Tomlinson sei diventato vomitevole. Almeno usate i preservativi.

-Se tu non avessi chiamato, forse avremmo avuto modo di usarli.

Watcher||Larry StylinsonWhere stories live. Discover now