Cosa saremo?

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[CAPITOLO CINQUANTOTTO]

~Cosa saremo?~

-che cazzo stai dicendo? Urlò Harry.

Rabbrividii osservando la sua faccia corrugata e gli occhi sempre più scuri.

-è stata mia madre a..a chiedermelo. Balbettai.

-ma ti rendi conto di quello che sarebbe potuto succedere? Cazzo, Isabel!

Si portò una mano sulla fronte.

-proprio non ti rendi conto. Continuò, lasciando che la sua mano dalla fronte passasse ai capelli.

Rimasi zitta guardando in basso.

-perché sei così ingenua? Eh, Isabel? Perché? Chiese venendo più vicino al mio volto.

La sua mano si chiuse in un pugno che subito sbatté sul tavolo.
Sussultai per il fastidioso rumore.

-Harry, ti prego. Sussurrai.

-ti sarebbe potuto succedere di tutto, poi come se non bastasse sei anche salita sulla ruota. Ma che cervello hai Isabel?!

-è mio cugino, Harry! Alzai la voce anch'io cercando di trattenere le lacrime.

-ma ti senti?! Prima vieni da me a piangere, poi lo difendi. Ma da che parte stai? Urlò.

-da nessuna parte, avete sbagliato entrambi.

Scosse la testa passandosi, per l'ennesima volta, una mano tra i capelli.

-sai che c'è? Se pensi che io abbia sbagliato, bene, pensalo pure. Chiamami quando avrai messo la testa apposto. Esclamò.

Detto questo si avviò verso la porta.

-Harry aspetta! Esclamai alzando una mano.

Il ragazzo si girò verso di me.

-perché non capisci? È difficile anche per me.

-lo devi lasciare stare quello, ti ha fatto del male.

-lo so! Ma non posso farmi accorgere da mia madre, Harry lei ci starebbe malissimo se verrebbe a conoscenza di quel fatto, crede molto in lui. Ti prego, è solo questione di tempo.

Vidi il suo sguardo addolcirsi dopo tali parole.

-Isabel ho soltanto paura, ti stava per violentare. Disse con più calma.

-Harry, adesso sto attenta, poi mi ha chiesto scusa, era ubriaco. Ti prego, è questione di giorni, farà dei corsi poi tornerà in Australia, non roviniamo tutto per una cazzata.

-promettimi che starai attenta. Sussurrò avvicinandosi per poi scostarmi una ciocca di capelli.

-starò attenta. Te lo prometto.

Appoggiò le sue grandi mani sulle mie guance e lasciò un lieve bacio a stampo sulla bocca.
Si staccò mentre io, poco dopo gli afferrai il collo e lo riportai lentamente sulle mie labbra.
Schiusi la bocca lasciando entrare la sua lingua all'interno ed io feci lo stesso.
Tenne salde le mani sui miei fianchi mentre con le gambe mi spingeva sempre di più verso il divano, fino a quando la mia schiena non vi si poggiò sopra.
Insinuò una gamba tra le mie continuando a baciarmi, questa volta con più foga.
Le mie mani arrivarono al bordo della sua T-shirt bianca e la tirarono su lentamente, fino a toglierla.
Poggiai i palmi sul suo petto compatto mentre la sua bocca si poggiò sul mio collo, dove succhiò con avidità.

-mi piace vedere i segni violacei che mi provochi. Sussurrai ansimando.

Alla mia affermazione succhiò ancora di più, poi riportò la bocca sulla mia.
Lo presi per mano e lo feci distendere sul divano mentre io mi misi a cavalcioni su di lui.
Mi abbassai per baciarlo intanto che lui spingeva il suo bacino contro il mio.
Le sue mani raggiunsero poi la mia maglietta che, con non curanza, fu lanciata a terra.
Mi lasciai scappare un risolino.

Bad Angel.Where stories live. Discover now