A passeggio.

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[CAPITOLO CINQUANTASETTE]

~A passeggio.~

Decisi di mantenere i vestiti di Harry per andare a fare un giro turistico con mio cugino.
L'idea di stare sola con lui per ore mi tormentava. Era una sensazione mista tra paura e rabbia.
Legai i miei capelli in uno chignon disordinato ed uscii da camera.

-amore Ashton ti sta aspettando, forza! Gridò mia madre dalla cucina.

Alzai gli occhi al soffitto per poi strascicare i piedi verso mia madre.
Avevo deciso di non dire niente ad Harry della passeggiata con Ashton. Avrebbe chiesto, anzi avrebbe ordinato, di venire anche lui e sarebbe successo un putiferio.
Meglio aver lasciato perdere.

Quando i miei piedi raggiunsero la cucina ed i miei occhi videro la figura del ragazzo, brividi pervasero l'intera mia colonna vertebrale. Ogni centimetro del suo corpo mi ricordava quella sera.

-finalmente! Esclamò mia madre.

Mi sforzai a fare un sorriso.

-andiamo? Chiese il mio cugino preferito.

Annuii.

-divertitevi ragazzi! Esclamò ancora mia madre.

Raggiunsi la porta di casa seguita da lui.
Scendemmo le scale e uscimmo dall'appartamento.
Quando svoltammo l'angolo mi fermai improvvisamente, incrociando le braccia al
petto.

-che ti prende? Chiese.

-cosa mi prende?! Hai il coraggio di chiedermelo? Urlai.

Rimase zitto.

-prima cerchi di violentarmi in discoteca, poi ti presenti a casa mia, scopro di essere tua cugina ed infine chiedi cosa mi prende?! Urlai ancora.

-non è un mio problema se le nostre madri sono sorelle. Disse con tutta la tranquillità del mondo.

-tu sei un problema! Esclamai arrabbiata ricominciando a camminare velocemente.

Raggiungemmo il sottopassaggio della metro attendendo poi il treno sotterraneo che conduceva al centro londinese.

Quando arrivò salimmo.

Non parlammo per tutto il breve tragitto.
Quando scendemmo tirai fuori il telefono notando che vi era un messaggio da Harry.

'Manchi già'.

Sorrisi davanti alle sue parole rimandandogli un messaggio simile.

Misi il telefono in tasca.

-volevi vedere Londra? Eccola. Dissi incrociando nuovamente le braccia al petto.

Lo sentii sospirare.

-Isabel, possiamo parlare un attimo come tutti gli esseri umani fanno?

Lo guardai accigliata ma poi annuii.

-allora, so che ho sbagliato. Ero ubriaco quella sera, avevo bevuto un casino. Non so come sia finito nel bagno ma poi sei arrivata tu ed eri così bella che il mio cervell,o comandato dall'alcool e dagli ormoni, non ha capito più niente. Non l'avrei mai fatto se non fossi stato ubriaco, non sono uno di quei tipi. Devi credermi.

La mia espressione cambiò.

-dicono tutti così, Ashton. Dissi calma.

-non mi hai urlato contro, è già un passo avanti. Disse sorridendo.

Sorrisi anch'io, ma stavolta fu un sorriso spontaneo.

Ricominciai a camminare senza dirgli altro.

Bad Angel.Where stories live. Discover now