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Becky
"Come mai eri da queste parti, da sola e a quest'ora?" Mi chiede lui.
Non ho le forze di parlare con lui dopo quello che è successo, perció lo ignoro.
"Va bene, ho capito che non vuoi parlare... Dove ti devo portare?" Non so cosa rispondere.
"Ehm io non voglio ritornare a casa, portami a casa tua, sempre se per te va bene..." Dì di sì, dì di sì.
"Oh beh, per me va bene" sorride.
Poi decido di prendere il mio cellulare dal mio zaino.
"Cazzo!" Esclamo. Lui mi guarda preoccupato. "Che succede?" "Ho perso il mio cellulare".
Dylan
"Rintracciate quel cazzo di cellulare ho detto!" Sono troppo arrabbiato. Fanculo poliziotti di merda che non si muovono, fanculo Scarlett, fanculo preside, fanculo tutto.
"Stiamo facendo il possibile ragazzo!" "Non state facendo il possibile se non l'avete ancora trovato!"
"Eccolo! Turner street 12" Non ci credo. È casa mia.
Becky
Apre la porta. La sua casa è immensa e anche molto bella. Mi ci abituerò probabilmente.
"C'è la stanza degli ospiti, puoi usare quella intanto" sorride.
"Grazie, comunque piacere, Becky" ricambio il sorriso.
"Taylor"
"Io vado a farmi una doccia" dico poi.
L'acqua è calda, fa scivolare tutti i miei problemi, o meglio, quasi tutti. Dylan è una macchia indelebile, impressa sul mio corpo e sul mio cuore.
Appena esco prendo un asciugamano, ma poi mi ricordo che non ho i vestiti. "Cazzo" impreco.
Sento che qualcuno sta bussando alla porta.
"Posso entrare?" È Taylor.
"Uhm sì".
Ho solo un asciugamano che mi avvolge fino a sotto il linguine. Lui mi squadra per poi sorridermi.
"Sei davvero carina lo sai?" Istintivamente sorrido a quelle parole.
"Grazie... Taylor?" "Sì?" "Ci sarebbe un problema..." "Cioè?" "Non ho i vestiti... Cioè ho solo una maglietta e non penso che vorresti avere una ragazza nuda per casa" ridiamo per ció che ho appena detto.
"Beh chi te lo dice questo" mi fa l'occhiolino ed io continuo a ridere.
"Se vuoi adesso esco e vado a prenderti un po' di roba... Anche se mi prenderanno per matto visto che mi vedranno prendere reggiseni e slip" ride e rido anche io.
È bello avere la sua compagnia.
Dylan
Spingo l'acceleratore della macchina e in pochi minuti sono a casa mia.
Entro in casa. "Becky! Sono Dylan! Becky sei qui?" Nessuna risposta.
"Cazzo, cazzo, cazzo!" Sbraito.
Dove sei Becky. Dove sei!
Esco di casa e la chiamo al cellulare.
La suoneria. Sento la suoneria.
Mi giro e vedo per terra un cellulare.
Lo prendo in mano. Leggo sul display un nome. Amore. Mi aveva salvato amore.
I miei occhi si infuocano. "Cazzo!" Urlo.
Sono arrivato troppo tardi. Come sempre.
Becky, ti troveró, piccola.
Becky
Taylor è uscito da circa venti minuti ed io sono ancora sola con un piccolo asciugamano legato intorno al mio corpo.
Ed è proprio la solitudine che fa riaffiorare i ricordi di ció che ero, dalla quale sono voluta scappare.
È successo tutto così in fretta.
È vero. Un problema dopo l'altro, quasi a far sembrare la mia vita un domino.
Un domino infinito, o meglio, fino a quando non si arriva all'ultima tassella. A quel punto tutto crolla.
E sai chi è il centro di tutti questi problemi?
Lo so.
Dylan.
Dovevamo essere solo un professore ed una studentessa, nulla di più. Invece ci siamo amati da subito. Dal primo sguardo. Persino quando mi aveva mandato fuori dalla porta, nei miei occhi riuscivo a percepire una luce che sovrastava il buio.
La mia luce. Dylan è la mia luce.

Hi, prof.[COMPLETATA]Where stories live. Discover now