Capitolo 48: Uno sguardo al futuro

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- Piuttosto, dimmi come va la situazione ragazzi: c'è qualcuno che ti piace?-

Quella domanda così diretta aveva chiaramente messo in imbarazzo la sua amica, se ne accorse dal fatto che spostò lo sguardo di lato mentre sorseggiava il suo succo con la cannuccia. Shiho era sempre molto riservata e restia quando si toccava questo argomento.
Avevano deciso di passare il pomeriggio insieme, dal momento che il giorno dopo sarebbe ripartita per l'America e non avrebbero più avuto occasione di vedersi per diversi mesi. Erano andate in giro per negozi a fare qualche acquisto e poi avevano fatto una sosta al Poirot per fare merenda con un dolcetto e qualcosa da bere.

- Non ho tempo per queste cose- le rispose, tagliando corto.

- Ma se hai tutto il tempo del mondo!- replicò.

- Devo occuparmi di Mendel-

- Sai che questa è la scusa più assurda che potessi trovare, vero?-

La giovane scienziata tacque nuovamente, non sapendo più cosa replicare di fronte alla sua insistenza. Non riusciva a comprendere cosa la spaventasse al punto tale da non cercare quello che tutte le ragazze della sua età cercavano: un amore da sogno, come quelli dei film, che ti fanno battere forte il cuore e sentire le farfalle nello stomaco. Aveva poco più della sua età quando si era sentita così per la prima volta, dopo aver conosciuto Shuichi. Le dispiaceva che la sua amica si privasse di ciò e temeva che la motivazione potesse essere il giovane detective che viveva accanto a lei, per il quale aveva sempre dimostrato un interesse più che evidente (o almeno così le era sempre parso).

- Posso farti una domanda?- le chiese, consapevole di dover introdurre la cosa con i giusti modi.

- Hai deciso di torturarmi?-

- Certo che no! Vorrei solo capire perché hai così paura di legarti sentimentalmente a qualcuno-

- Io non ho paura-

- E allora cosa c'è dietro? Non dirmi che c'entra Kudo- azzardò.

La ramata abbassò lo sguardo, sospirando. Forse aveva centrato il bersaglio.

- Lui ha la sua signorina dell'agenzia investigativa, non ho mai pensato che andasse diversamente- ammise - Però...-

- Però?-

- È difficile fidarsi pienamente di qualcuno-

Quella confessione la colpì come un pugno nello stomaco e riaprì quell'antica ferita che pensava di aver ormai addomesticato. Le immagini della sua infanzia e della sua adolescenza le scorsero davanti come macchine su un'autostrada, facendole rivivere quelle sensazioni che per lungo tempo l'avevano accompagnata.
Da bambina, durante la ricreazione, tutti i bambini correvano e giocavano nel cortile della scuola, mentre lei si guardava costantemente intorno, al di là delle sbarre della recinzione, con la paura di vedere quella donna dai capelli biondo platino che aveva ucciso il suo papà e che ora era tornata per finire il lavoro con lei.
Al liceo, con una maturità diversa e dopo aver compreso molte cose dal costante contatto con l'FBI, faticava a farsi degli amici, perché non sapeva quanto poteva fidarsi degli altri. Gli insegnanti potevano essere uomini o donne dell'Organizzazione sotto copertura, così come i suoi compagni di classe. Non aveva mai smesso di sentirsi una preda, fino a quando aveva stretto fra le mani la sua prima pistola e il badge di riconoscimento con lo stemma dell'aquila: a quel punto si era trasformata in una cacciatrice e aveva iniziato a considerarsi allo stesso livello della sua carnefice. Entrare nell'FBI l'aveva messa in una posizione rassicurante, che Shiho evidentemente non aveva ancora trovato. Era una giovane ragazza di quasi vent'anni, senza genitori e senza un lavoro, con pochi amici e troppi fantasmi a tormentarla. Un ritratto interessante che corrispondeva esattamente al suo quando aveva la sua età.

Tomorrow (I'm with you)Where stories live. Discover now