Capitolo 34: Voci di corridoio

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Quando arrivò in ufficio trovò come sempre Shuichi già seduto alla sua scrivania, ma stavolta non da solo: di fianco a lui c'era Yuriy, con cui stava parlando mentre guardavano fogli e fotografie probabilmente inerenti al caso della mafia russa. Indugiò un attimo sulla porta, prendendo tempo prima di entrare. Doveva prepararsi psicologicamente a recitare la parte della semplice collega, come faceva ogni giorno, ma stava diventando sempre più difficile man mano che il suo rapporto con Shuichi progrediva. Ripensò alla sera prima, quando erano tornati a casa dopo essere stati al parco: avevano cenato con qualcosa di leggero e fresco, poi si erano seduti sul divano a parlare e si erano concessi un altro bicchiere dello Scotch avanzato dal loro primo appuntamento. Inutile dire che alla fine di tutto ciò avevano ripreso ciò che era stato interrotto al parco. Le sembrava di sentire ancora le mani di Shuichi sollevarle il top e accarezzarle la schiena nuda, la pelle che s'infiammava al contatto con le sue dita. Anche lei aveva osato infilargli una mano sotto la maglietta e accarezzare gli addominali proprio sopra alla cintura dei pantaloni, senza mai però oltrepassare quella linea. Avrebbero potuto seguire l'istinto e lasciare che la natura facesse il suo corso, ma alla fine si erano fermati prima di quel confine che per il momento si erano imposti di non varcare. Nonostante ciò non potevano cancellare quei baci appassionati e quelle carezze profonde e ora si chiedeva come avrebbe fatto a fingere che Shuichi fosse solo un collega.

- Guarda che puoi entrare, non mordiamo-

La voce di Yuriy la riportò alla realtà. Si accorse che Shuichi la fissava sorridendo e lei ricambiò, stando attenta a non farlo in un modo che potesse destare sospetti nel collega presente in quella stanza insieme a loro.

- Buongiorno a tutti- salutò, entrando e prendendo posto alla sua scrivania - Non sapevo che fossi mattiniero come Shu, Yuriy-

- In realtà non arrivo così presto tutte le mattine, diciamo che mi piace alternare giornate mattiniere e giornate in cui mi concedo un po' più di sonno-

Prese posto anche lei alla sua scrivania e lanciò una veloce occhiata a Shuichi, che la guardò a sua volta sorridendole di nuovo. Probabilmente anche lui stava ripensando alla giornata di ieri e a quei baci e carezze bollenti come il sole d'agosto. Sentì lo stesso calore espandersi sulle sue guance e realizzò che stava arrossendo: si girò velocemente dalla parte opposta prima che Yuriy potesse notarlo e farle domande.

- Buongiorno- la salvò Camel, che entrò salutando.

Sgranò gli occhi al suono della sua voce, realizzando che non era di certo Yuriy quello di cui si doveva preoccupare: Camel li aveva visti al parco e non sapeva che idea si era fatto della cosa. Pregò con tutta se stessa che non tirasse fuori l'argomento, non avrebbe saputo come affrontarlo esattamente come non aveva saputo farlo il giorno prima.

- Qualche novità sul caso?-

Fece un sospiro di sollievo a quella domanda, forse poteva confidare nel fatto che Camel si fosse dimenticato di quell'incontro o meglio che non gli avesse dato troppo peso. Chissà se anche Jonathan, che temeva più dello stesso Camel, avesse rimosso quello che aveva visto.

- Sì, sono riuscito ad avere qualche informazione in più- parlò Yuriy - Ne ho appena parlato con Akai, aspettavamo che arrivaste anche voi per aggiornarci tutti insieme e decidere come procedere-

Si riunirono tutti vicini, per poter osservare foto e documenti nello stesso istante senza farli girare. Per qualche strano scherzo del destino Yuriy, che fino a quel momento era rimasto fra lei e Shuichi come una specie di divisoria umana, si spostò dal lato opposto, restando comunque al fianco del compagno. Camel invece si posizionò dietro di lei, dandole la sensazione di avere un gigante di pietra alle spalle. Perfetto, ora si trovava di fianco a Shuichi, con Camel da un lato e Yuriy dall'altro, come due avvoltoi pronti a divorare i resti di carcasse. Questa bizzarra disposizione le mise ancora più ansia di quanta non ne avesse già.

Tomorrow (I'm with you)Where stories live. Discover now